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|  | LA STORIA DIVINA DI GESÙ CRISTO | 
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             ANALISI DEI CINQUE DUBBI DEI CARDINALI AL VESCOVO DI ROMA
                   E
                   A SUA RISPOSTA ALLA LUCE DELLO SPIRITO DI UN FIGLIO DEL
              SIGNORE E RE GESÙ CRISTO.
                   
               Cristo Raul De Yavé-Sión
                  
               
               Questa è la volontà attuale di Dio:
                   “CHE TUTTE LE CHIESE SIANO UNITE IN UNA SOLA”
                   
               
               Nel nome di Gesù Cristo:
                   
               
               INTRODUZIONE
                   L'ETERNITÀ DELLO SPIRITO DI DIO
                   
               
               Può la Chiesa condannare ciò che il suo Signore ha
              benedetto? E viceversa, può la Sposa benedire ciò che il suo Sposo ha condannato?
                   Nel 2023 abbiamo assistito all'inizio di una discussione
              interna basata sull'apertura del Vescovo di Roma alla reinterpretazione della
              Bibbia a causa del progresso sociale dei secoli. Questa discussione, che viene
              messa a tacere mettendo sul tavolo il terrore dell'Infallibilità Pontificia,
              Infallibilità assegnata dal Vescovo di Roma a un Collegio di vescovi, laici e
              donne che esercitano una segreteria privata dalla quale, a quanto pare,
              dipenderà d'ora in poi il Pensiero di Cristo, imponendo in un certo senso alla
              Parola del Signore, che vive nei suoi Vescovi, quella dei suoi colleghi
              sinodali.... La discussione che, toccando la Fede dei figli di Dio, e quindi di
              tutto il popolo cristiano, risveglia i nostri pensieri in difesa della Dottrina
              della Divinità, tanto più urgente è la necessità di insorgere a causa delle
              catastrofi subite dalla cristianità a causa di tanti “santi padri” (non
              chiamate nessuno “padre: Il Padre vostro è Dio; non chiamate nessuno “santo”,
              Santo è solo Dio, il Padre vostro che è nei cieli)... santi padri che hanno
              vissuto nel crimine descritto: “Per causa vostra il nome di Dio è bestemmiato”.
              Accuse di qualsiasi tipo, giudizio riservato al Signore che con le loro azioni
              hanno bestemmiato e con i loro crimini hanno allontanato molti uomini dalla
              Fede dei loro padri.  Reati e crimini
              registrati dagli storici e resi noti a tutti coloro che amano la verità per
              essere liberati dall'ignoranza di porre l'obbedienza dovuta al Signore ai piedi
              dei suoi servi. Infatti, se i santi padri non avessero mai commesso atti propri
              dei nemici della Salvezza delle nazioni, ogni critica ai loro pensieri e alle
              loro parole sarebbe degna di scomunica; ma... la Storia del Cristianesimo e
              della Chiesa è scritta per coloro che, amando la Verità al di sopra di ogni
              cosa, la difendono, senza tregua e senza quartiere, contro coloro che, seguendo
              l'esempio dei demoni, sfidano Dio nella malvagia convinzione di poterla fare
              franca con i loro crimini, mettendo un cuneo tra Dio Padre e Dio Creatore: come
              se in Dio ci fossero due spiriti! Nessuno deve infatti dimenticare che Satana
              era un figlio di Dio prima di cadere nell'abisso di dichiararsi nemico della
              morte del Figlio di Dio.
   La storia del cristianesimo è aperta a tutti, oggi più
              che mai, perché tutti possano vedere alla luce dell'intelligenza il vero volto
              del Signore che tutti i sacerdoti servono. Questo Signore è “il Padre nostro
              che è nei cieli: Dio con noi”.... e perché Egli è sempre “con noi”, eppure i
              vescovi di Roma hanno agito per molti secoli come se Dio ci avesse mentito, o
              si fosse preso gioco di tutti noi chiamando il suo Cristo...: “Dio con noi”...
              ; e vista la natura dei crimini che in quelle epoche di “santi e sante
              criminali” sono stati scagliati contro il volto di Cristo, crimini così orrendi
              che il Vaticano non ha sprecato forze per cancellare tali atroci comportamenti
              dagli studi di Storia del Cristianesimo, fino a giustificarli in necessità
              ingiustificabili, il cui dissenso era legato al muro della scomunica, riservata
              esclusivamente a coloro che disprezzando l'immagine divina di Cristo si
              aggrappano a quella di Satana, le cui tenebre dell'anima vivevano in quelle di
              quei vescovi di Roma e dei loro colleghi installati nella bestemmia del nome di
              Dio.... ; Poiché la Fede è il Tesoro Divino di cui ogni cristiano è erede, per
              la cui Grazia piantiamo le nostre tende nella vita eterna, la Verità Divina ci
              pone davanti agli occhi il dovere di vegliare sulla nostra Eredità, per evitare
              che una nuova era di bestemmia del Nome del Signore da parte dei Suoi servi
              cresca nella Divisione tra noi che abbiamo proprio nel Signore della Chiesa
              Cattolica il nostro Padre che è nei Cieli.
               Così, poiché i dubbi che la dottrina morale del nuovo
              vescovo romano, diffusa su tutta la Terra dal vento dello Spirito, sono già
              causa di procedimenti di scomunica contro coloro che credono che la Parola di
              Dio è eterna, e rifiutano di accettare la possibilità di una Re-Interpretazione
              della Parola biblica da parte di un collegio di segretari del Papa, al cui
              sinodo il vescovo di Roma delega il suo Potere, cioè di mandare all'Inferno i
              sacerdoti scelti dal Signore della Chiesa Cattolica:  mandare all'inferno i sacerdoti scelti dallo
              Spirito Santo per il culto di Dio davanti alle nazioni, e questo potere è
              sostenuto da un'infallibilità pontificia che lo pone persino al di sopra del
              suo Signore: Unico Giudice sulle cui labbra riposa il potere di aprire o chiudere
              le porte del paradiso.... ; la ribellione alla Fraternità Sacerdotale
              Universale, naturale allo Spirito Conciliare, consumata nel Concilio di
              Costanza, da cui è derivata, come causa ed effetto, la condotta immorale dei
              papi del XV secolo, condotta di cui dovranno rispondere davanti al Signore nel
              cui nome hanno bestemmiato il Nome di Dio, la porta attraverso la quale Satana
              si è intrufolato per bestemmiare la Gloria della Sposa del Signore, che essi
              pretendevano di servire con i loro crimini e le loro orge, un fuoco che ha
              fatto bruciare l'Europa cattolica in una guerra civile per due lunghi
              secoli.... ; questo è noto e visto che il Concilio Vaticano II ha ripristinato
              l'Infallibilità del Vescovo di Roma, riaprendo la porta a una successione
              esposta alla condotta immorale di quei servi della chiesa, esponendo la Chiesa
              cattolica a essere nuovamente rinchiusa nelle segrete del Vaticano, con il
              danno aggiuntivo di un nuovo diluvio di sangue che ricade sulle anime dei
              popoli cristiani...; di fronte a questi FATTI, un figlio di Dio non può tacere,
              facendo tacere il suo Spirito: anteporre al Timore dovuto al Signore “il
              Terrore di un Servo di quel Signore” è un atto di negazione di Dio; Una Verità
              incontaminata da cui consegue che se nel figlio del Signore, nato per
              glorificare suo Padre, si accende il fuoco dello Zelo del suo Dio, quanto meno
              il Signore resterà a braccia conserte quando una parte dei suoi servi tornerà
              sul terreno di quelle tenebre sotto la cui oscurità il Malvagio Seminatore
              trovò la sua ora per compiere la semina della zizzania del Protestantesimo, da
              cui il Nemico del Signore confidava di ottenere la Distruzione della Nostra
              Santa Madre la Chiesa Cattolica!
   Cioè, se il Signore non fosse Dio, né io né nessun altro
              saremmo figli di Dio. Ma poiché il Signore è il Re, la vita di tutti i suoi
              figli è nelle sue mani per fare la sua volontà secondo il suo Spirito eterno e
              mai secondo le circostanze dei secoli.
               Detto questo, è necessario e buono cominciare
              dall'inizio.
               Potrebbe una creatura condividere la vita eterna con il
              suo Creatore se lo spirito di Dio oscillasse a capriccio dal SI al NO e dal NO
              al SI?
               Si può essere così miseramente attaccati alla volontà di
              vivere da aggrapparsi all'esistenza in modalità infernale?  
   Chi sono coloro che, affermando il loro desiderio di
              vita, dimenticano che lo Spirito di Dio si è formato nell'Eternità?
               Proprio perché la personalità del nostro Creatore è
              perfetta, immacolata, incorruttibile, eccelsa, l'intera creazione, sapendo che
              l'eternità non scuoterà le fondamenta del nostro desiderio di vita eterna a
              immagine e somiglianza del nostro Re e Signore, ha piantato le sue tende sulla
              roccia del suo Spirito.
               La creazione non aspira a essere “dio”, ma a partecipare
              alla sua vita, una speranza tanto più felice quando, come Padre, ci solleva tra
              le sue braccia e ci circonda con l'amore naturale che sostiene, nutre e fa
              crescere i suoi figli.  Questo e nessun
              altro è il Vangelo del nostro Padre, Gesù Cristo, attraverso il quale
              ereditiamo il potere di essere figli di Dio.
   Questo Vangelo è eterno, la Dottrina del Regno dei Cieli
              è eterna, non è soggetta alle circostanze dei tempi, né ai loro
              condizionamenti, né in bene né in male. Dio è oggi, domani e sempre: “colui che
              è”. E chi cerca di condizionare la Sua Parola alle trasformazioni intellettuali
              delle epoche, sta conducendo il gregge verso il precipizio; una direzione che,
              essendo figli del Signore e perché siamo figli di Dio, abbiamo la
              responsabilità e il dovere di impedire che una tale deviazione riporti le
              chiese sul terreno della divisione ecclesiale e della conseguente guerra civile
              tra le nazioni cristiane.
               Il principe delle tenebre sa che la sua Ora Finale è
              vicina, perché il Nuovo Giorno sta sorgendo, sa che il suo tempo sta per
              scadere e cerca disperatamente di condurre le nazioni nell'abisso.
               Detto questo, segue la verità: i vescovi non sono stati
              generati per ingrassare a spese delle pecore, ma per vegliare sul gregge, per
              mantenerlo unito e per opporsi ai lupi. Abbiamo già visto i pastori dare ai
              lupi le pecore più grasse per dividere insieme la mensa in guerre, orge e
              malvagità, che se nel mondo civile si chiama corruzione, nel mondo religioso si
              chiama abominio, contro il quale è scritta la Parola del Signore che essi
              servono, da temere:
               “Allontanatevi da me, maledetti del Padre mio, che non vi
              ho mai conosciuti”.
                    Tradotto in
              cristiano: chi pensa che per il fatto di essere un servo sia libero di imitare
              il diavolo e di disprezzare con parole, azioni e omissioni il suo Signore,
              dovrebbe essere allontanato subito dal suo ufficio.
               Quando eravamo bambini siamo stati tenuti
              nell'ignoranza... “per il nostro bene”. Quando siamo cresciuti capiamo che
              condannare i nostri genitori per ciò che consideravano buono, non è giusto; e
              infatti la lettura degli Atti dei Papi risveglia un potente fuoco in coloro che
              non hanno lo spirito maturo. In questo campo, lo scandalo è la virtù degli
              ignoranti. Eppure non c'è ignorante più fatale per chi lo circonda di colui
              che, sapendo che la guerra tra Cristo e il Diavolo è ancora viva, fa il BUONO,
              si veste da santo padre e dimentica che una guerra tra nemici giurati concentra
              le sue batterie contro il nucleo da cui provengono i migliori soldati.
               Morta la regina, la strada contro il re è aperta!
               Dimenticare questa semplice legge e indossare i sandali
              di Pietro per distribuire benedizioni senza guardare a chi, nella convinzione
              di essere migliori di Dio stesso è, in sé e per sé, un richiamo per tutti i
              servi e i figli del Signore, contro la cui Gloria un ulteriore rinnegamento di
              Pietro sarebbe cadere ipso facto nell'Eresia.
               La parola del Re e Signore Gesù Cristo è ferma:  
                   “Nessun sacerdote della condizione di Alessandro VI potrà
              occupare di nuovo la successione di Pietro”.
                   Abbiamo letto e imparato che la natura dei crimini dei
              successori di Pietro e dei loro segretari personali è cambiata nel corso dei
              secoli. Abbiamo visto nei libri la Verità che la Realtà non può negare:
              sacerdoti meravigliosi nelle loro parrocchie e nei loro conventi diventavano
              assassini non appena indossavano l'anello della Sposa di Cristo.
               Non rimanere in guardia contro quella malattia dei servi
              che imitavano le successioni pontificie del tempio ebraico, con le quali
              uccidevano e assassinavano i loro stessi fratelli, e voltarsi dall'altra parte
              per paura del potere della scomunica, significa inginocchiarsi a una creatura e
              voltare le spalle al Creatore. La Legge dice:
               “Lo spirito di YAVÉ è spirito di saggezza e di
              intelligenza, di comprensione e di forza, di consiglio e di timore di DIO”.
               Il terrore della scomunica di un Pietro che dà per
              immagine di Dio la natura viziata del mondo è, senza Dubia,
              gettarsi nelle braccia del Maligno. Non voglio dire che Pietro sia in questa
              linea di fuoco al servizio del Diavolo. Sì, per avvertire tutti i figli di Dio
              che il nostro Padre è il Re e Signore Gesù Cristo, e qualsiasi parola, pensiero
              e azione che tenti di contrastare la Sua gloria è un crimine contro la Sua
              salvezza, di cui gli autori risponderanno, indipendentemente da chi siano e da
              quale carica ricoprano nella Sua Casa.
   Se qualcuno pensa che per il fatto di essere un servo è
              libero di mettere in ginocchio il figlio del suo Signore ....; nemmeno il
              figlio del Re può mettere in ginocchio sua Madre davanti al suo spirito. Né
              l'uno né l'altro. L'amore è, senza dubitare, alla stessa Persona divina: Sposo
              e Padre, Signore e Re, il nostro Gesù Cristo, attraverso il quale sappiamo che
              Dio è Eterno e il suo Verbo è Dio; ergo: il suo SI è la gola infinita della
              nostra Felicità, il suo NO l'Orizzonte che fa della nostra Libertà il suo
              Paradiso.
                   Le cinque domande o Dubbi che i Cardinali hanno rivolto a
              Pietro e che hanno suscitato tanto scalpore intellettuale da aprire il vaso di
              Pandora della scomunica contro i servi del Signore che hanno preferito rimanere
              nella Parola piuttosto che adattarsi al Secolo, sono le seguenti:
                   
               
               
               DUBIA
               1
                    ...sulla pretesa
              che la Rivelazione divina debba essere reinterpretata secondo i cambiamenti
              culturali e antropologici in voga.
               2
               ...sull'affermazione che la pratica diffusa di benedire
              le unioni omosessuali sia in accordo con la Rivelazione e il Magistero.
               3
                    ...
              sull'affermazione che la sinodalità è una "dimensione costitutiva della
              Chiesa", per cui la Chiesa sarebbe sinodale per natura.
   4
               ... sul sostegno di pastori e teologi alla teoria secondo
              cui "la teologia della Chiesa è cambiata" e, quindi, l'ordinazione
              sacerdotale può essere conferita alle donne.
   5
               ... sull'affermazione "il perdono è un diritto
              umano" e sull'insistenza del Santo Padre sul dovere di assolvere tutti e
              sempre, per cui il pentimento non è una condizione necessaria per l'assoluzione
              sacramentale.
   
               
               
               
               PARTE PRIMA
                   REINTERPRETAZIONE DELLA NATURA ETERNA DELLA BIBBIA
                   
               
               
               A questi cinque dubbi dei cardinali il successore di
              Pietro ha dato una sua risposta, basata sull'intelligenza dei suoi “segretari”
              nel comprendere la Dottrina del regno dei cieli e la sua relazione con il
              Secolo. Il primo Dubbio ci invita ad alzare gli occhi quando dice che:  
   “la Rivelazione divina deve essere reinterpretata secondo
              i cambiamenti culturali e antropologici in voga”.
               L'inversione cristiana che questa opinione umana osa
              sollevare contro la Sapienza divina è assoluta. Dio, infatti, non ci ha mandato
              suo Figlio per adattare il suo Spirito a quello dei secoli. Sappiamo tutti che
              l'Unigenito e Primogenito di Dio è stato inviato a noi per innalzare il nostro
              sguardo al suo Essere e, già nato, per partecipare alla sua Salvezza con i
              pieni diritti di un Cittadino del suo Regno, per sottomettere al suo Spirito
              tutti i progressi culturali e antropologici; così che non è il Creatore che
              deve abbandonare "l'essere ciò che è", Dio, ma la sua Creazione che
              deve innalzarsi all'altezza del suo Spirito, perché questo è il Mistero della
              Fede: darci il Potere di essere figli di Dio.  
   La continuazione dei Cardinali a questo Dubbio si
              conclude con un clamoroso: “il Magistero non è superiore alla Parola di Dio, ma
              insegna solo ciò che è stato tramandato”.
               Verità onnipotente, sigillata nel Concilio Vaticano II,
              che dice tutto. L'uomo non ha inventato il Vangelo. Il Verbo fatto Uomo è
              l'Origine del Magistero della Chiesa. Inventare argomenti che relativizzano
              questa Realtà Divina significa separarsi dal Signore e aprire la finestra della
              Casa per far entrare la Morte.
               La Chiesa ha un solo e unico Magistero. Noi, figli di
              Dio, riconosciamo solo questo unico magistero del Signore Gesù. Riconosciamo il
              magistero di Pietro perché è il magistero del suo Signore. Ma se Pietro pone il
              suo “magistero personale” al di sopra della natura del “magistero della Chiesa”,
              noi figli di Dio diremo oggi, domani e per l'eternità: che non riconosciamo il
              magistero personale con cui un individuo abroga quello del Signore e impone il
              proprio, pena la scomunica. La fedeltà a Dio è al di sopra di tutti i poteri
              del mondo, anche al di sopra del potere di Pietro, come si è visto nella sua
              disputa con Paolo.
                   Che cos'è questo magistero della Chiesa? Lo sappiamo
              tutti e Dio lo ha riassunto per noi in una frase eterna:
               “Io sono quello che sono”.
               Non c'è alcun cambiamento di giudizio nell'Essere del
              Creatore dell'Universo a seconda delle circostanze che la Scienza del bene e
              del male ha dispiegato. Il Dio prima della caduta è lo stesso Dio dopo la
              risurrezione; è per sempre nostro Padre, Signore e Re. Nel suo essere non c'è
              spazio per il sì di oggi e il no di domani che era il sì di ieri. Questa
              fedeltà al Suo Essere, forgiata nel fuoco dell'Eternità, è la Garanzia della
              nostra Felicità eterna, grazie alla quale sappiamo che l'Amore del Creatore per
              la Sua Creazione è quello di un padre amorosissimo per i Suoi figli, un amore
              di Padre che viene ricambiato dai Suoi figli con la Felicità di chi si sente
              amato senza fessure o vuoti di cuore.
               DIO È AMORE! E l'amore di un Padre. Conoscere e capire
              cosa significa “LUI È CHI È” significa capire perché insieme alla Saggezza,
              all'intelligenza, alla comprensione, alla fortezza e al consiglio, si aggiunge “E
              IL TIMORE DI YAVÉ “.
                    Chiunque creda
              che:
                   La Rivelazione divina è vincolante per sempre, immutabile
              e quindi non può essere contraddetta, secondo il dettame del Concilio Vaticano
              II, che al Dio che rivela è dovuta l'obbedienza della fede; che ciò che è
              rivelato per la salvezza di tutti deve rimanere per sempre integro e vivo, ed
              essere tramandato a tutte le generazioni, e che il progresso della comprensione
              non implica alcun cambiamento nella verità delle cose e delle parole, perché la
              fede è stata tramandata una volta per tutte ....
               ... Colui che vive in questa Dichiarazione è la bocca di
              Dio nel mondo, le labbra attraverso le quali il Signore si esprime davanti a
              tutta la sua creazione, oggi e sempre.
               Il Magistero del Signore è il Corpo Vivente della Chiesa,
              attraverso la cui bocca viene dichiarata a tutti la Sua Gloria e la Sua
              Salvezza, e la Sua Sposa non ha altra Parola che quella che ha ereditato dal
              suo Signore, che non è venuto ad abolire la Legge di Mosè, ma a portarla alla
              sua perfezione attraverso l'Amore. L'amore per la perdita dell'amato è il
              principio del timore di Dio. Pertanto, se qualcuno crede che il Magistero del
              Signore, l'Eredità della Sua Sposa, debba essere subordinato ai valori del secolo,
              si sbaglia.
                   Pietro, per giustificare l'ingiustificabile, dice ora
              della Reinterpretazione della Rivelazione divina, esponendo il Pensiero di
              Cristo, suo Signore, ai venti del tempo:  
   
               
               “Cari fratelli,
                   anche se non sempre ritengo prudente rispondere alle
              domande che mi vengono rivolte direttamente, e sarebbe impossibile rispondere a
              tutte, in questo caso ho ritenuto opportuno farlo a causa della vicinanza del
              Sinodo.
                   
               PIETRO:
               I cambiamenti culturali e le nuove sfide della storia non
              modificano la Rivelazione, ma possono stimolarci a rendere più espliciti alcuni
              aspetti della sua straripante ricchezza che offre sempre di più.
                   
               CRYS:
               La nostra Madre ha un altro stimolo più grande, glorioso
              e divino che essere la Sposa del Signore?
               Quale ricchezza più sublime può esserci che offrire la
              vita eterna nel nome del suo Signore a tutti coloro che credono che il suo
              Sposo è l'unigenito e primogenito Figlio di Dio?  
   Quale discorso più profondo di 2.000 anni di vittorie
              contro gli elementi scatenati contro le loro mura dal mondo, dal diavolo e
              dalla morte?
                Quale canto di
              lode più alto si può innalzare al nostro Padre se non quello di aver sostenuto
              con il suo braccio la casa della sua sposa?
               Cosa intendono i teologi e gli esegeti: ricevere
              ricompense per preghiere senza spirito, alla maniera di oratori senza
              coscienza, ma consapevoli della natura delle ricompense che Pietro getterà sui
              suoi nuovi schiavi?
               Chi vuole rendere il Discepolo più grande del suo
              Maestro?
               Il magistero di Pietro ha un solo discorso eterno,
              onnipotente e onnisciente:
               "Tu sei il Figlio del Dio vivente".
               Aggiungere o sottrarre parole o lettere a questa Sapienza
              dell'Eternità significa fare di Pietro un idolo.
               
               
               PIETRO:
               È inevitabile che questo porti a una migliore espressione
              di alcune affermazioni passate del Magistero, e di fatto lo ha fatto nel corso
              della storia.
                   
               CRYS:
               Ancora una volta, i cambiamenti culturali e le nuove
              sfide della Storia si realizzano nella Chiesa all'interno del Magistero del suo
              Signore. All'interno delle mura della Sua Verità Eterna l'orizzonte della
              crescita delle scienze si apre in rami, tutti emergenti dallo stesso tronco: la
              Scienza della Creazione.
               Nessun magistero può cambiare questo fatto.  
                   Poiché le scienze umane hanno voluto staccarsi dal Tronco
              della Creazione, il XX secolo è sprofondato nell'abisso delle Guerre Mondiali:
              gli uomini, trasformati in bestie omicide la cui fame e sete di potere e di
              ricchezza non conoscevano limiti, si divoravano l'un l'altro come demoni,
              sacrificando vittime innocenti a milioni al loro immondo dio: Satana.  La costante denuncia profetica contro tali
              repliche è il vero campo magisteriale della Chiesa di fronte a questo
              secolo.    
   
               
               PIETRO:
                   D'altra parte, è vero che il Magistero non è superiore
              alla Parola di Dio, ma è anche vero che sia i testi della Scrittura che le
              testimonianze della Tradizione hanno bisogno di un'interpretazione che permetta
              di distinguere la loro sostanza perenne dai condizionamenti culturali.
               
               CRYS:
               È vero che “il Magistero non è superiore alla Parola di
              Dio?”… Pietro è forse ubriaco? Chi sono, tra i suoi segretari privati, coloro
              che contestano la possibilità di un allineamento tra la parola degli uomini e
              la Parola di Dio?
               Il magistero della Chiesa non è forse il magistero del
              loro Signore? Chi dice che uno è il magistero della Chiesa e un altro quello
              del loro Signore e Sposo?
               Come può Pietro aprire le orecchie a tali falsi servitori
              e non scandalizzarsi della possibilità stessa di distinguere tra la Parola
              della Chiesa e la Parola del suo Signore! Il suo Signore ha forse cessato di
              essere Vero Dio da Vero Dio?
               Le tradizioni sono un prodotto della natura
              dell'ignoranza dei secoli. Cambiano i loro simboli popolari a seconda della
              crescita dell'intelligenza del popolo cristiano. Ma la Parola di Dio è
              eterna.  
   Chi interpreta la Parola di Dio secondo le trasformazioni
              naturali dei secoli apre la porta della Chiesa al diavolo. Tuttavia, tutti i
              figli di Dio sanno, perché la nostra Madre Chiesa ce lo ha insegnato, che la
              Porta è il Signore.
               
               
               PIETRO:
               È importante sottolineare che ciò che non può cambiare è
              ciò che è stato rivelato “per la salvezza di tutti”. Perciò la Chiesa deve
              costantemente discernere tra ciò che è essenziale per la salvezza e ciò che è
              secondario o meno direttamente collegato a questo obiettivo. A questo proposito
              mi interessa ricordare quanto affermava San Tommaso d'Aquino: “quanto più si
              scende al particolare, tanto più aumenta l'indeterminatezza”.
                   
               CRYS:
               Non potrebbe essere più chiaro. Il Magistero della Chiesa
              è il Magistero dello Spirito Santo, che ha dispiegato la sua Dottrina
              attraverso i secoli per la maturità del Popolo cristiano. Tutti i cristiani si
              avvicinano al Salvatore attraverso i suoi sacerdoti, e molti sono separati
              dalla salvezza dall'orgoglio di alcuni sacerdoti ai quali la Dottrina della
              Salvezza sembra obsoleta nel linguaggio del secolo.
               Dio è uno, in tre Persone; la sua Dottrina è una nelle
              tre Persone.
               Non c'è divisione tra Padre, Figlio e Spirito Santo.  In Cristo vivono il Padre e il Figlio, e Dio
              vive in Cristo, il cui Corpo è il Sacerdote.
               Non era questa la dottrina degli Apostoli? Teologi ed
              esegeti vogliono forse scendere all'inferno per benedire il Nemico di Dio?  
   
               
               PIETRO:
               Infine, una singola formulazione di una verità non può
              mai essere compresa adeguatamente se sta da sola, isolata dal contesto ricco e
              armonioso di tutta la Rivelazione.
               
               CRYS:
                   “Tu sei il Figlio del Dio vivente. Allontanati da me,
              Signore e Dio mio, perché sono un peccatore”.....
                   Che siano i teologi e gli esegeti a dirci cosa o cosa noi
              figli di Dio non capiamo. Che siano i servi a dire al figlio del loro Signore
              qual è il valore della Verità di suo Padre? Che la Rivelazione non sia perfetta
              o che l'uomo non essendo perfetto debba elevarsi alla perfezione? Che sia
              l'uomo a dover imparare la Scienza di Dio o che sia Dio a dover imparare la
              Scienza dagli uomini? Che sia la Creatura a disprezzare il suo Creatore perché
              non parla la lingua delle bestie?
               Quale parte della Dichiarazione di Pietro sembra al suo
              Successore non del tutto comprensibile nella sua meravigliosa esposizione?
                   
               
               PIETRO:
                   La "gerarchia delle verità" implica anche la
              collocazione di ciascuna di esse nella giusta connessione con le verità più
              centrali e con la totalità dell'insegnamento della Chiesa.
               
               CRYS:
                   “Io sono la Verità”.
               Quando GESÙ CRISTO ha cessato di essere la Verità?
               Quale gerarchia di verità esiste in Lui? Quale nuovo tipo
              di linguaggio apostolico questo collegio di segretari privati del Vescovo di
              Roma intende imporre alla Sposa di Cristo? Il loro Signore rimarrà in silenzio
              di fronte a questo nuovo orgoglio teologico che non si accontenta dell'Umiltà
              onnipotente e onnisciente della Parola scritta da Dio nel suo Vangelo?  Pensano di avere sufficiente potere
              intellettuale per emendare il Creatore del Cosmo e riscrivere il Vangelo della
              salvezza per riaprire le porte del Paradiso anche al Diavolo? Benediranno ciò
              che Dio ha condannato?
   
               
               PIETRO:
               Questo può portare, in ultima analisi, a modi diversi di
              esporre la stessa dottrina, anche se "a coloro che sognano una dottrina
              monolitica difesa da tutti senza sfumature, questo può sembrare una dispersione
              imperfetta. Ma la realtà è che tale varietà aiuta i vari aspetti
              dell'inesauribile ricchezza del Vangelo a manifestarsi e svilupparsi
              meglio".
   
               CRYS:
                   In effetti, tutte le eresie sono state l'effetto finale
              di un modo diverso di esporre la stessa dottrina; modi diversi che portano
              tutti allo stesso campo di sterminio dell'unica vera dottrina di Dio: che se il
              Figlio è Dio, che se il Figlio è una creatura, che se il Figlio è della stessa
              natura del Padre, che se lo Spirito Santo procede dal Padre ma non dal Figlio,
              e così via. Tutti gli eretici, tutti i teologi, tutti gli esegeti, tutti caduti
              ai piedi della tentazione più antica del mondo: essere uguali agli dei, esseri
  "divini". Caduta che giustifica il loro idolo, dicendo:
   
               
               PIETRO:
               Ogni linea teologica ha i suoi rischi ma anche le sue
              opportunità.
                   
               CRYS:
                   Così, “il dubbio dei Servi di Cristo sulla convenienza e
              la necessità di reinterpretare la Parola di Dio”, la Dottrina della Salvezza,
              secondo l'intelligenza dei secoli, passa da essere un dubbio a metterci di
              fronte a un Errore, il cui frutto porta all'Eresia.
               La Parola di Dio ha un solo interprete eterno, GESÙ
              CRISTO. Questa interpretazione è stata la Sua eredità alla Sua sposa, la Chiesa
              cattolica. Un'eredità che ha difeso per due millenni contro le forze di un
              mondo governato dalla morte. Questa è la sua Gloria, la Gloria della Sposa di
              Cristo, che niente e nessuno può toglierle; è sua per l'Eternità.
               La grandezza della sua Dottrina sta nella sua divina
              semplicità, che anche i bambini comprendono. Infatti, se Dio avesse voluto
              sopraffare con la sua onniscienza i sapienti di questo mondo, non avrebbe
              scelto dei pescatori come suoi discepoli. La vittoria del Vangelo non sta nei
              discorsi secondo le leggi delle scienze oratorie; la sua grandezza sta nella
              sua semplicità.
               Essere umili significa non rivestire la Dottrina con fili
              d'oro di un'oratoria filosofica adatta solo ai geni. Questa è la Dottrina del
              Vangelo: il Figlio di Dio si è fatto Uomo per mostrarci dal vivo l'immagine e
              la somiglianza a cui Dio ha chiamato gli uomini. Tutto ciò che toglie o
              aggiunge a questa umiltà viene dall'errore. Gli Apostoli non erano teologi; i
              Vescovi, loro successori, sbagliano quando vogliono anteporre la scienza degli
              uomini alla Sapienza di Dio.
               Quando una linea teologica comporta il rischio di
              divisione, il suo autore firma contro se stesso la Sentenza:
               “Guai a colui attraverso il quale viene lo scandalo”.
               Che i teologi e gli esegeti applichino a se stessi il
              consiglio:
               “È meglio cavare un occhio che gettare all'inferno tutto
              il corpo”.
               Conclusione: la Dottrina del Vangelo non si tocca. Chi
              reinterpreta la Parola di Dio rifiuta l'interpretazione ereditata dalla Chiesa
              dal suo Signore e Sposo.
                   
               
               
               PARTE SECONDA
                   LA LEGGE DELL'ETERNITÀ
                   
               
               SECONDA DUBIA
                   “... sull'affermazione che la pratica diffusa di benedire
              le unioni omosessuali è coerente con la Rivelazione e il Magistero"”.
   
               CRYS:
                   La Parola di Dio può essere abolita dalle tradizioni
              umane?
               I cambiamenti morali dei tempi possono annullare la
              verità della Rivelazione cristiana?
               La Parola di Dio non è più Dio?
               Perché è avvenuta la Caduta?
               Se c'è stata trasgressione, sarà perché la Parola di Dio
              è Legge.
               “Dio disse” è la Rivelazione.  E Dio continua dicendo: “Come dalla
              trasgressione di un uomo venne la maledizione, dall'obbedienza di un altro uomo
              venne la benedizione”.
               Quindi, se c'è stata trasgressione, sarà perché la Parola
              di Dio è Legge. Ma non esclusivamente per la Vita, perché Dio ha detto: “Sia la
              Luce”, e la Luce c'è stata; “Sia il Firmamento”, e il Firmamento c'è stato; “Ci
              siano le Stelle che separano la Luce dalle Tenebre”, e così è stato fatto.
               Conclusione: la Parola di Dio, “il Verbo”, è la Legge per
              la Materia, lo Spazio e il Tempo. L'intero Cosmo ha nella Parola del suo
              Creatore la sua Legge. Quando dunque Dio dice: “Per mezzo del peccato la morte
              è entrata nel mondo”, e “il frutto del peccato è la morte”, e poiché c'è stato
              il peccato, e per mezzo del peccato la morte è entrata nell'uomo, il peccato è
              la disobbedienza alla sua Parola, sia perché essa è Legge, sia perché la sua
              Verità è invincibile. E quindi se con l'obbedienza è arrivata la benedizione,
              con la disobbedienza è arrivata la maledizione. Da qui si capisce che il
              peccato è definito nella Parola divina, e la disobbedienza alla sua verità
              implica l'apertura della porta del mondo alla morte.
               Quando Dio dice “Non uccidere, non testimoniare il falso,
              non commettere adulterio, non commettere atti impuri mentendo con un uomo come
              con una donna, e con una donna: Con la donna come con l'uomo”, l'obbedienza è
              alla Verità contenuta nella Parola, per cui coloro che si abbandonano al
              Peccato credono che con la benedizione di un sacerdote possano sfuggire al
              frutto del Peccato, vanificando così la Verità Divina, “il frutto del peccato è
              la Morte”, costoro, sia il sacerdote che colui che si aggrappa alla sua veste,
              diventano schiavi della Morte per spargere il suo frutto su tutta la Terra e
              condurre le nazioni al loro sterminio.
               Così la Legge dello Spirito e la Legge della Libertà sono
              governate dalla Legge della Verità Divina: “Se mangiate, morirete”.  Dio non tenta, né invita a sperimentare una
              Realtà che conosce in prima persona. Dio ha visto infinite volte questa legge
              trascinare mondi senza numero al cimitero della loro autodistruzione. Di
              conseguenza il Creatore, come un genitore trattiene la mano di un bambino che
              gioca inconsapevolmente con l'elettricità, svela alla sua Creazione la Verità;
              il Creatore ci svela la Legge dominante nell'Eternità, secondo la quale la
              Morte entra nel mondo attraverso la Porta del Peccato.
   Come può dunque un servo, rinnegando il suo Signore,
              disprezzare la Verità che Dio svela alla sua creazione per impedirle di
              attraversare la Porta della sua Distruzione!
               Il Signore disse a quella donna assediata da “uomini
              santi” che brandivano pietre nelle loro mani: non ti maledico, ti benedico? La
              Parola di Dio era chiara: “Va' e non peccare più”. Il peccato l'ha portata alla
              morte. Salvata dalla Grazia, il ritorno al peccato l'avrebbe riportata alla
              situazione in cui era stata scoperta. Da quel momento in poi era responsabilità
              della donna tornare al peccato e finire condannata a morte, oppure non tornare
              a mangiare di quel frutto e vivere per sempre.
               Così, una benedizione sacerdotale che non implica questa
              obbedienza alla Parola divina: “Va' e non peccare più”, non è una benedizione
              davanti al Signore, ma adotta la benedizione come libertà di rimanere nel
              peccato: “Non commetterai atti impuri”, la benedizione diventa una maledizione
              davanti a Dio, perché rifiutando la Verità divina tiene aperta la porta
              attraverso la quale la Morte è entrata nel mondo, e cercando di rimanere
              nell'uomo, per trascinarlo nella polvere, si riveste di santità rifiutando che il
              frutto del Peccato è la Morte.
               La benedizione dell'atto impuro, del peccato in generale,
              da parte del sacerdote, diventa così una maledizione che condanna la testa del
              peccatore. Dio non condannò la donna, ma non poté in alcun modo benedire la
              causa che la trascinò davanti ai suoi giudici. Il ritiro dal peccato era la
              porta che Egli le aveva aperto e che la donna poteva o non poteva attraversare,
              secondo la sua volontà.
               Così, essendo il sacerdozio cattolico generato a immagine
              del Sacerdozio di Cristo, benedire il peccatore senza fare riferimento alla
              morte della sua fede per aver continuato a disobbedire alla Parola divina
              significa, da un lato, disprezzare il Signore che egli serve e, dall'altro,
              condannare il peccatore a cadere nelle braccia della morte.  
   L'errore è così grave che disobbedendo al suo Magistero: “Figlio
              dell'uomo, se dici al peccatore: morirai, e il peccatore continua nel suo
              peccato, la sua anima sarà sul suo capo, ma se gli dici: morirai, ed egli cessa
              di morire, la sua anima sarà la tua gloria”, e perché il sacerdote volta le
              spalle allo spirito profetico del suo Signore: condanna se stesso e condanna
              tutti coloro che lo seguono nel suo errore. Perché la Parola della Sapienza
              dello Spirito Santo è sinonimo di Eternità: “Il frutto del peccato è la morte”.
              Verità che, disprezzata, ha causato la caduta dell'umanità sui campi di guerra,
              seimila anni di fratricidio mondiale!
               Non allontanare il peccatore dal peccato è un atto di
              omissione; giustificare questa inosservanza del dovere apostolico con una
              benedizione, è agli occhi di Dio una trasgressione della Legge dell'Eternità.
               È vero, Cristo ha abolito la pena del peccato nel seno
              della Legge di Mosè. Perciò non ha condannato la donna a subire la pena
              corrispondente al suo crimine, perché per nascita viveva sotto la legge dei
              Giudei. Gesù ha abolito la pena, liberando tutti noi da una Legge data
              esclusivamente per gli ebrei, fino alla venuta del Redentore; ma la Verità
              all'origine della Legge ha mantenuto la sua divinità, perciò le ha detto: “Va'
              e non peccare più”.
               Chi pensa di poter abrogare la Verità con una
              benedizione, non solo nell'ambito del peccato di impurità, ma in relazione a
              tutto il resto, sbaglia. L'anima di tutti coloro che quel sacerdote benedice,
              invece di portarli alla Purezza Naturale dovuta alla legge della Creazione, è
              sulla sua testa. Ora, se qualcuno pensa di poter ingannare, sfidare o
              condannare Dio come crudele, che lo faccia, non si nasconda dietro la veste di
              Pietro.
               I cardinali chiedono:
                    “In principio” Dio
              creò l'uomo a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò e li
              benedisse perché fossero fecondi, quindi l'apostolo Paolo insegna che negare la
              differenza sessuale è una conseguenza del negare il Creatore. La domanda sorge
              spontanea: può la Chiesa derogare a questo “principio”, considerandolo un mero
              ideale, e accettare come “bene possibile” situazioni oggettivamente
              peccaminose, come le unioni omosessuali, senza venir meno alla dottrina
              rivelata?
               La risposta del Vaticano è quella di menare il can per
              l'aia, di attenersi alla definizione di Procreazione senza entrare nella natura
              del Peccato che produce, inesorabilmente, la Morte del peccatore.
               
               
               PIETRO:
               La Chiesa ha una concezione molto chiara del matrimonio:
              un'unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna,
              naturalmente aperta a generare figli. Solo una tale unione si chiama “matrimonio”.
              Altre forme di unione la realizzano solo "in modo parziale e
              analogo", per questo non possono essere chiamate propriamente “matrimonio”.
   
               CRYS:
               Su questo non c'è nulla da commentare se non comprendere
              che il matrimonio civile non è valido agli occhi di Dio in quanto non essendo
              stato benedetto dal Suo Servo l'unione civile non produce i frutti dovuti al
              Suo Sacramento. Infatti, mentre la disobbedienza produce la morte, l'obbedienza
              produce la vita, e la vita abbondante davanti agli uomini e a Dio.
               Infatti:
                   
               
               PIETRO:
               Non è una mera questione di nomi, ma la realtà che
              chiamiamo matrimonio ha una costituzione essenziale unica che richiede un nome esclusivo,
              non applicabile ad altre realtà. È certamente molto di più di un semplice
  "ideale".
   
               CRYS:
                   Parole in cui si vede come il Nuovo Magistero che vuole
              imporsi sul Magistero della Verità di Cristo mette da parte la Natura dell'Atto
              Procreativo, Atto in cui la Creatura e il suo Creatore sono uniti nella
              Creazione, per cui si chiama PROCREAZIONE: Atto in cui il Creatore chiama la
              sua Creatura a partecipare alla sua Creazione. La Creatura si unisce al suo
              Creatore nell'atto creativo attraverso la Procreazione.
               Il Sacerdote si unisce a Dio per la salvezza di tutti gli
              uomini; gli uomini si uniscono al loro Creatore per mantenere la vita nella
              Creazione. È nel matrimonio cattolico che l'atto procreativo produce frutti per
              la vita. Al di fuori del matrimonio cattolico, l'atto procreativo si riduce a
              un atto animale, ma è molto di più di un semplice “ideale”!
                   
               
               PIETRO:
               Per questo motivo la Chiesa evita qualsiasi tipo di rito
              o sacramento che possa contraddire questa convinzione e far credere che si riconosca
              come matrimonio qualcosa che non lo è.
                   
               CRYS:
                   Il Vescovo di Roma continua a evitare il magistero del
              suo Signore: “Va' e non peccare più”.
               Sfida la pernice mettendo sul tavolo argomentazioni senza
              sostanza; mette da parte la natura divina dell'atto procreativo, in cui Dio
              delega la crescita dei suoi figli umani nelle mani dell'uomo e della donna. Non
              si tratta di evitare la confusione tra ciò che è Matrimonio cattolico e ciò che
              non lo è, il dovere del Sacerdote è quello di definire senza confusione cosa
              sia l'Atto procreativo cristiano, la sua natura e la sua gloria, e l'essenza
              del frutto della Benedizione della Chiesa sull'Uomo e sulla Donna che si
              assumono la Responsabilità delegata loro dal Creatore di entrambi, su cui piove
              la Sua Benedizione affinché il Matrimonio porti frutto per la Vita eterna.
               Evitare... cosa?
               Dov'è la contraddizione? Il matrimonio cattolico è
              un'unione spirituale, il matrimonio civile è un'unione animale.
               Ai servi della Chiesa manca il coraggio di far parlare il
              loro Signore per bocca dei loro sacerdoti? Al di fuori del Matrimonio tra
              cristiani la benedizione per un atto sessuale di natura peccaminosa è un
              errore, che, se cresce, porta all'eresia!
                   
               
               PIETRO:
               Nel trattare con le persone, però, non dobbiamo perdere
              la carità pastorale, che deve permeare tutte le nostre decisioni e i nostri
              atteggiamenti. La difesa della verità oggettiva non è l'unica espressione di
              questa carità, che è fatta anche di gentilezza, pazienza, comprensione,
              tenerezza e incoraggiamento. Perciò non possiamo diventare giudici che si
              limitano a negare, respingere, escludere.
                   
               CRYS:
                   Quando il Signore ha chiamato i suoi servi a essere
              giudici del mondo? A immagine e somiglianza di Cristo, il Padre nostro è venuto
              a salvare gli uomini, non a condannarli. Eppure non ha benedetto il peccato.
              Benedire il peccato che la Verità della Legge sostiene significa accusare
              Cristo di essere un Anticristo, cioè di essere ciò che non è.
               Cristo era, è e sarà l'incarnazione della Verità divina;
              è la Chiesa; senza di Lui non c'è Chiesa. Con Lui e in Lui la Chiesa abolisce
              la pena dovuta al peccatore senza annullare l'effetto del peccato.  
   E una volta separata la pena civile dal peccato, il
              peccatore è libero di scegliere tra la morte e la vita.  Il peccato produce la morte dell'anima del
              peccatore.
   Senza l'anima, unica dell'essere umano, chiamata allo
              Spirito, l'uomo e la donna diventano animali, schiavi della legge della morte.
               Il dovere spirituale e la missione salvifica dei
              servitori di Nostra Madre è seguire l'esempio del loro Signore e Sommo
              Pontefice: "Va' e non peccare più". Suggerire al peccatore che può
              peccare di nuovo perché non sarà condannato per il suo peccato è anticristiano.
              Un sacerdote non può benedire ciò che il suo Signore, in cui Dio vive e perché
              è Dio, condanna con la sua Parola: "Non commetterai atti impuri, non
              giacerai con gli uomini come con le donne...".
   Prudenza?
                   
               
               
               PIETRO:
               Quindi la prudenza pastorale deve discernere bene se ci
              sono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano
              una concezione sbagliata del matrimonio. Perché quando si chiede una
              benedizione si esprime una richiesta di aiuto a Dio, una richiesta di poter
              vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio.
                   
               CRYS
                   Davvero la prudenza pastorale viene definita la
              vigliaccheria di chi tace sulla Verità?
               Ma di chi si parla?
                   
               
               PIETRO:
               D'altra parte, se ci sono situazioni che da un punto di
              vista oggettivo non sono moralmente accettabili, la stessa carità pastorale
              esige che non si trattino semplicemente come "peccatori" altre
              persone la cui colpa o responsabilità può essere attenuata da vari fattori che
              influiscono sull'imputabilità soggettiva.
   
               CRYS:
                   Sta giustificando la benedizione di sacerdoti che vivono
              nell'impurità che la Legge condanna?
               La condotta di chi vuole vivere nel peccato è moralmente
              inaccettabile?  E non più vivere nel
              peccato, ma chi vuole rendere partecipe il Servo di Dio della sua convivenza
              con il peccato?
   ... Moralmente inaccettabile?
               Cos'è tutto questo farfugliare di imputabilità
              soggettiva, di punto di vista oggettivo? Il servo giudicherà il suo Signore? La
              Parola divina è ambigua, soggetta a punti di vista oggettivi e soggettivi?
              Quando il sacerdote pecca... non è forse peccato? Nel sacerdote il peccato non
              produce forse la morte?
               Non c'è altra oggettività in cielo e in terra che quella
              della Verità divina. Benedire il peccato abbandonando il peccatore al suo
              peccato è un errore gravissimo, il cui frutto è l'eresia.
               La benedizione piove dal cielo attraverso la bocca della
              Chiesa su coloro che abbandonano il peccato e cercano in Dio la forza per
              mantenersi sulla via della vita eterna. Chi è che afferma il contrario? L'unica
              risposta della Chiesa al peccatore è quella del suo Signore: "Non ti
              condanno: va' e non peccare più". Aggiungere qualsiasi parola a questa
              risposta significa allontanarsi dalla Verità divina; nascondere la
              vigliaccheria sotto un mantello di gentilezza verso il peccatore... forse a
              causa di chi assolve i suoi caduti dalla tentazione peccaminosa in cui vive il
              mondo?
   Ogni decisione sul peccatore che non abbia sulle labbra
              la risposta del Signore è un errore, e come il peccato produce la morte in ogni
              uomo, l'errore produce l'eresia nella Chiesa. La storia della Chiesa è
              testimone di questa verità.
                   
               
               PIETRO:
               Le decisioni che, in alcune circostanze, possono
              rientrare nella prudenza pastorale, non devono necessariamente diventare una
              regola.
               
               CRYS:
                   Cioè, ciò che è SI oggi può essere soggetto ad essere NO
              domani.
               Conosciamo tutti la parola divina a questo proposito:
  "La tua parola sia Sì, Sì; No, No; tutto ciò che eccede viene dal
              Male".
   Insisto. Essendo il sacerdote cattolico generato a
              immagine e somiglianza del sacerdozio di Cristo, dire ciò che questo servitore
              della Chiesa ha scritto significa voltare le spalle al suo Spirito. La Chiesa
              non ha che una parola, e non c'è legittima prudenza pastorale che possa essere
              riconosciuta come divina quando si tratta di abolire la Parola di Dio per
              adattarla alle circostanze dei secoli. Dio è eterno, la Sua Verità non è
              soggetta ai tempi!
                   
               
               PIETRO:
               Cioè, non è opportuno che una Diocesi, una Conferenza
              episcopale o qualsiasi altra struttura ecclesiale abiliti costantemente e
              ufficialmente procedure o riti per ogni tipo di questione, poiché tutto “ciò
              che fa parte di un discernimento pratico davanti a una situazione particolare
              non può essere elevato alla categoria di norma”, perché questo “darebbe luogo a
              una casistica insopportabile”.
               
               CRYS:
                   Ancora la stessa cosa. Dite Sì oggi per oggi, e domani
              vedremo.
               Il Servo è vecchio, gli manca la forza della giovinezza,
              e cede alle circostanze come chi, credendo di aver conquistato la vita eterna,
              abbandona gli uomini al loro destino. Ogni uomo e ogni donna devono sapere che
              il peccato bussa alla porta di tutti, e spetta a ciascuno dire ciò che disse il
              nostro Salvatore: “Vade Retro, Satana”, o cadere in ginocchio in un atto di
              adorazione del Diavolo in cambio di Potere e Ricchezza.
               È compito del Sacerdote definire ciò che è Bene e ciò che
              è Male, ciò che è Santità e ciò che è Peccato, affinché la Verità rafforzi la
              forza di tutti, e ogni essere ripeta la Parola del suo Creatore sulla Terra: “Vade
              retro Satana”.
                   ...Ma se è il sacerdote che si è inginocchiato davanti a
              Satana....
                   
               
               PIETRO:
               Il diritto canonico non deve e non può coprire tutto, e
              nemmeno le Conferenze episcopali pretendono di farlo con i loro vari documenti
              e protocolli, perché la vita della Chiesa passa attraverso molti canali oltre a
              quelli normativi.
                   
               CRYS:
                   Eppure la vita della Chiesa può percorrere una sola via,
              quella del suo Signore.
                   
               
               
               PARTE TERZA
                   LO SPIRITO DI YAVÉ. LA DOTTRINA DELLA SALVEZZA E LA
              DOTTRINA DEL PECCATO.
                   
               
               I figli di Dio sanno leggere e, poiché sappiamo e
              possiamo leggere, comprendiamo cosa significa: “La lettera uccide, lo Spirito
              dà la vita”. Continuiamo a leggere: “Lo Spirito di YAVÉ è spirito di sapienza e
              di intelligenza, di comprensione e di forza, di consiglio e di timore di DIO”.
               Il Libro di Dio è per il nostro spirito ciò che per il
              fiume è la sorgente che scende dai monti alla terraferma, e attraverso le
              valli, si fa strada attraverso terre sconosciute fino all'oceano. Sconosciuto
              ma sempre in corsa sulle ali di un'energia invincibile che lo condurrà
              trionfalmente al mare. La nostra libertà è tanto più gloriosa perché la nostra
              fonte ha origine nella Montagna di Dio. È Dio in persona che ci apre il suo
              essere alla vita eterna. Eppure, essendo suoi figli e amandolo con tutto il cuore
              e con tutta la mente, nel nostro spirito vive il TIMORE DI DIO... perché “LUI è
              colui che è”. E proprio perché “Egli è colui che è”, il nostro amore per il
              Creatore si eleva alla gloria della libertà di coloro il cui Padre è Dio; e
              poiché Egli ci genera nel suo Spirito, sappiamo che, poiché “Egli è colui che è”,
              la nostra relazione con il suo Essere si realizza nel seno della sua
              Personalità; una Personalità forgiata nel fuoco dell'Eternità e dell'Infinito.
              Perciò possiamo dire liberamente: Dio e la sua Parola sono una sola realtà. “Il
              Verbo è Dio”: la Verità e Dio sono una sola dimensione. La Divinità del
              Creatore del Cosmo vive nella Sua Parola. Questa Parola, questa Verità, si è
              incarnata affinché tutta la Creazione potesse vedere la Verità e la Parola di
              Suo Padre viva nel Suo Figlio.
               “Dio è Amore”, ma credere che si possa giocare con
              l'Amore divino per giocare al Giudice in Dio contro il Padre, una manipolazione
              consumata nell'Eden, origine del tradimento di Satana, è un'assoluta follia
              suicida. Dio è Padre, ma il Padre è il Signore Dio YAVÉ, Creatore dei Nuovi
              Cieli e della Nuova Terra, Causa Fisica del Nuovo Cosmo, nel cui Braccio
              l'Infinito e l'Eternità hanno la loro Gloria. La personalità del Signore Dio YAVÉ
              si è formata durante l'Età dell'Increazione. Il suo
              concetto di giustizia, legge, civiltà, società... ha fondamenti inamovibili.
              Poiché una generazione di figli di Dio ha osato confrontarsi in Dio: il Padre
              con il Creatore, la condanna al bando eterno della Creazione è stata sigillata.
   L'amore per Dio, nostro Padre, non cancella la paura del
              nostro Creatore. Al contrario, attraverso l'amore il timore si rafforza, perché
              sappiamo, grazie alla Sapienza, che non c'è timore più grande che perdere
              l'amore della persona amata. In questo modo la paura rafforza l'amore dei figli
              per il loro Padre divino, così come l'amore rafforza la paura di perdere
              l'amore del nostro Creatore.
                   La sua Parola è una Legge perfetta che ha origine nella
              Verità eterna, la cui fonte è la conoscenza della vita e della morte nel cosmo,
              conoscenza fondata sull'esperienza infinita della Legge naturale. La Legge
              divina non nasce dal capriccio di Colui che è Onnipotente e Indistruttibile;
              viene da Colui che, amando la Vita, cercò di separarla dalla Morte per elevare
              la Vita all'Eternità, e lungo il cammino dovette vivere la nascita e la morte
              di mondi senza numero, un'esperienza vivente da cui la Sua Intelligenza
              estrasse la Verità Universale che ci viene resa manifesta nel Suo Libro: “Il
              peccato è la porta attraverso la quale la Morte entra nel Mondo”.
                   Verità che Egli ci fa conoscere attraverso la bocca del
              Suo Servo, dicendo: “Il frutto del peccato è la morte”.
               Leggendo ciò che abbiamo letto nelle prime due parti,
              comprendiamo che il Vescovo di Roma ha perso il timore del Signore Dio YAVÉ.
              Nel suo errore antepone alla Legge dell'Eternità l'Amore di Dio verso la sua
              Creazione. Poiché Satana e la sua generazione ribelle hanno bandito il TIMORE
              DI YAVÉ dalle loro anime, sono sprofondati nell'abisso di un imperdonabile
              tradimento, la cui condanna è stata la messa al bando eterna della creazione.
              Allora ecco che un figlio di Dio si chiede: il Vescovo di Roma intende bandire
              dalla Chiesa TIMORE DI YAVÉ che vive in tutti i suoi figli?
               Amare l'amore, amare l'amore... senza il timore di DIO?
              L'Antico Testamento non è forse un discorso sul timore che si deve al Creatore?
                   E, infine, il caso di Satana contro lo Spirito di YAVÉ
              serve da lezione a tutti noi per l'Eternità sulla necessità di guardare alla
              natura dell'anima della creazione. Figli di Dio, fino all'Infinito, ma figli
              adottivi, partecipi della Verità Divina per Grazia dell'Amore del Primogenito
              di Dio verso la Creazione di Suo Padre. Perciò, senza mai peccare di pigrizia,
              ripetiamo incessantemente la Dottrina Apostolica della nostra Madre Chiesa: il
              nostro Potere di figli di Dio nasce nella Primogenitura di Colui che si
              dichiara il Primogenito di Dio, nella cui Verità Divina tutti riceviamo la
              nostra: essere veri figli di Dio. La sua Primogenitura è colmata dal suo
              Diritto di Nascita per investire tutta la sua Casa con il Potere naturale del
              suo Essere, il Potere del vero Dio del vero Dio. Capo del Corpo di Cristo, la
              Chiesa, sua Sposa, nostra Madre, dalla sua Natura tutta la Famiglia riceve il
              suo Essere, essendo per mezzo di Lui che tutto il Corpo si muove, il Corpo in
              cui vive lo Spirito di suo Padre, facendo così della Chiesa il suo Tempio,
              fondato da Dio stesso nel suo Figlio, e costruito dai suoi figli, gli Apostoli,
              Un Tempio che è rimasto perché costruito dalla Sapienza, e sottoposto a
              terremoti storici, attacchi fratricidi interni, assedi genocidi esterni, la sua
              esistenza ci rivela la Verità Divina del suo Fondatore, che le ha dato vita nel
              seno della Benedizione dell'Onnipotente Creatore dell'Universo: “Le porte
              dell'inferno non prevarranno contro di Lei”. Lei, la Chiesa cattolica, nostra
              Madre, predestinata fin dalla sua nascita a dare alla luce una generazione di
              figli del suo Signore, guardando alla quale, e conoscendo la natura degli
              elementi sotto il potere della Morte, Dio ha innalzato il suo Tempio,
              proteggendo la Casa della Sposa del Signore, dalla quale sarebbe nata quella
              Generazione di figli del Re la cui Eredità sarebbe stata lo spirito di YAVÉ,
              Mura indistruttibili. Mura contro le quali si sono schiantate, dall'interno e
              dall'esterno, tutte le forze che la Morte ha scatenato contro colei che avrebbe
              generato figli per Dio al suo Signore. Perfetta l'Opera, meraviglioso
              l'Edificio costruito dagli Apostoli, la Vittoria del suo Fondatore davanti agli
              occhi delle nazioni, si pone all'orizzonte la domanda: Chi sono questi che
              pretendono di separare il Capo dal Corpo, chiudendo le orecchie alla Parola del
              Pensiero di Dio, e pretendono di sostituire il loro al Suo?
                   Esaminiamo la domanda:
                   
               
               
               TERZO DUBBIA
                   Dubio sull'affermazione che la sinodalità è una
  "dimensione costitutiva della Chiesa" (Cost. Ap. Episcopalis Communio 6), per cui la Chiesa sarebbe sinodale per natura. Poiché il Sinodo
              dei Vescovi non rappresenta il Collegio episcopale, ma è solo un organo
              consultivo del Papa, e poiché i vescovi, in quanto testimoni della fede, non
              possono delegare la loro confessione della verità, si pone la questione se la
              sinodalità possa essere il criterio supremo che regola il governo permanente
              della Chiesa senza snaturarne l'ordine costitutivo, secondo il quale la suprema
              e piena autorità della Chiesa è esercitata sia dal Papa in virtù del suo
              ufficio, sia dal collegio dei vescovi insieme al suo capo, il Romano Pontefice
              (Lumen Gentium 22).
   
               CRYS:
                   Detto questo, Cristo è l'incarnazione prima della
              creazione dello Spirito che vive in Dio, Padre e Figlio. Spirito la cui
              contemplazione ci è stata negata dal peccato. Così, laddove era stato detto
              Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, una volta bloccata la visione
              del Vero Dio, gli uomini hanno inventato degli dei a immagine e somiglianza dei
              modelli che nei loro peccati li hanno concepiti. La necessità di aprire i
              nostri occhi e di scoprire la vera personalità del Creatore del Cosmo e di tutto
              ciò che contiene, ha spinto questo Dio a soddisfare questa necessità dando un
              corpo visibile al Suo Essere: CRISTO. Gesù il Suo Capo, la Chiesa il Suo Corpo,
              uniti in un Unico Essere nel Sigillo delle Nozze dello spirito. Da questa
              Verità Eterna e da quest'Opera Divina si comprende che il Movimento del Corpo
              Ecclesiale Universale obbedisce al suo Capo, questo Capo determina il Movimento
              del suo Corpo nella Storia, e nessuno, né istituzione creata da uomini né
              collegio fondato da servitori della Chiesa, può, senza ribellarsi a questo
              Capo, ergersi a Organo che dirige la Dottrina Universale della Sposa del
              Signore. Il documento fondante della sinodalità afferma che “il Sinodo dei
              Vescovi deve diventare sempre più uno strumento privilegiato di ascolto del
              Popolo di Dio”.  Un errore di principio;
              un grave errore. È il popolo di Dio che deve ascoltare i suoi vescovi. Il
              popolo di Dio, parlando di Dottrina, non ha nulla da dire su Cristo. L'errore
              affonda sotto il suo peso quando dà ascolto al Popolo e ritira le orecchie ai
              Vescovi, ai quali si risponde sopprimendo la loro Voce, la Voce dello Spirito
              Santo, come si vede in questa Discussione aperta in cui il Vescovo di Roma ha
              creato per sé un corpo di segretari sotto la cui legalità far tacere Cristo. La
              Dottrina Eterna di DIO YAVÉ è perfetta, inalterabile, pura, impeccabile,
              finita. Questa dottrina è il patrimonio della Chiesa. Aggiungere o sottrarre
              alla Sua Parola per renderla più accessibile alle orecchie dei secoli significa
              condannare la perfezione divina della Parola di Cristo. “Colui che era, è Colui
              che è”. Il Signore non ha cambiato il Suo Spirito. Ciò che ha detto ieri, lo
              dice oggi e lo dirà in eterno: Dio si è fatto uomo per elevare gli uomini a sua
              immagine e somiglianza; una Chiesa che pretende di tornare a Dio si rifiuta di
              elevare gli uomini alla natura a cui la vita sulla Terra è stata chiamata. Dio
              è sceso una volta sulla Terra ed è tornato in Cielo per essere seguito dagli
              uomini. Sono gli uomini che salgono e si avvicinano alla Porta del Cielo, entrando
              nella Via della Vita Eterna con la forza della Chiesa. Le lingue cambiano, si
              trasformano, crescono, si elevano; ieri si parlava latino, oggi si parla
              spagnolo, francese, inglese, italiano, ecc. ma la Dottrina della Parola di Dio
              rimane immutata nella sua natura. Reinterpretarla significa negare l'eternità
              della dottrina apostolica. Creare un'istituzione umana per far tacere la voce
              della Casa divina è un errore, e come il peccato porta alla morte l'errore
              porta all'eresia. Se il Vescovato romano ha bisogno di un consiglio: si invochi
              il Signore, che vive nel Concilio Universale dei suoi Vescovi, a meno che non
              neghi, per affermarsi nell'Errore romano, che dove ci sono i servi c'è il
              Signore. Il Vescovo romano si risente della collegialità fraterna in cui è
              stato generato il Vescovato cattolico? Il Vescovo romano ha creato
              un'istituzione umana per fissare con catene e anelli al muro del suo Errore lo
              Spirito Santo? Che dialettica sofisticata è questa?
   
               
               
               PIETRO:
               Pur riconoscendo che la suprema e piena autorità della
              Chiesa è esercitata, o dal Papa in virtù del suo ufficio, o dal collegio
              episcopale insieme al suo capo, il Romano Pontefice, tuttavia con questi dubia voi stessi manifestate il vostro bisogno di
              partecipare, di dare liberamente la vostra opinione e di collaborare, e quindi
              rivendicate una qualche forma di “sinodalità” nell'esercizio del mio ministero.
   
               CRYS:
                   La capacità di sbagliare e di cercare di rimanere
              nell'errore si manifesta in questa dichiarazione di governo della Chiesa da
              parte di “un capo” che non è il Signore, “capo” che “rivendica la suprema e
              piena autorità sulla Chiesa”, rifiutando così Colui che è il Vero Capo della
              Chiesa, il Signore GESÙ CRISTO, nel quale risiede la Vera Autorità Suprema su
              tutti i Suoi servi. In effetti, il primato sui suoi pastori è stato concesso a
              Pietro dal Signore Dio YAVÉ, ma questo primato non nega in alcun modo che l'episcopato
              romano costituisca un corpo a parte rispetto al corpo dei vescovi, che è il
              vero corpo di Cristo. L'autorità di Pietro si riferisce alla leadership
              universale che, in unione con i suoi compagni di servizio, i vescovi, tutti
              insieme portano avanti il gregge del loro Signore. Può il pastore nel grembo
              del gregge universale circondarsi di un corpo personale di aiutanti per guidare
              il gregge che gli è toccato in sorte? Come si può negarlo! Senza dubbio questo
              è stato lo spirito da cui è nata la sinodalità petrina. Che cosa si vuole fare
              ora: teocratizzare questo corpo, di cui Pietro
              sarebbe diventato il Capo, per mettere a tacere tutti i pastori scelti dal
              Signore e sottometterli tutti alla dottrina di un corpo umano? E chi non si
              inginocchia davanti all'idolo di questo corpo sinodale viene giustiziato per
              l'eternità con il potere della scomunica? Era dunque questo il senso del potere
              di legare e sciogliere che il Signore ha dato al suo servo, se non quello di
              condannare all'esilio dal Corpo di Cristo i suoi compagni di servizio, i
              vescovi, d'ora in poi asserviti alla parola di un'istituzione umana che abbassa
              Cristo all'uomo e rifiuta che l'uomo salga a Cristo?
   Pietro si fa beffe degli Apostoli del Signore quando
              dice: “eppure voi stessi, con questi dubia,
              manifestate il vostro bisogno di partecipare, di dare liberamente la vostra opinione
              e di collaborare, e così pretendete una qualche forma di sinodalità
              nell'esercizio del mio ministero”.
   Cosa stai facendo Pietro, ti stai ribellando a colui che
              ti ha eletto per mettere in ginocchio il Signore stesso davanti alla tua
              invenzione? Perché sembra evidente che a chi non lo ha rifiutato dopo i
              rinnegamenti, Dio non gli ha dato il potere sul suo eletto, a meno che il
              Signore non abbia disobbedito a Dio e non abbia accettato la sua elezione, con
              questa visione Pietro provoca nella Chiesa lo scisma imperdonabile che si
              consumò nell'Eden quando Satana voleva creare una divisione tra il Padre e il Figlio.
              Cosa intende fare il Vescovo romano? Creare una divisione tra il Vescovado
              cattolico universale e il Vescovado romano per mettere in ginocchio la Chiesa e
              renderla schiava delle potenze di questo mondo? E il Signore di un tale servo
              non si alzerà forse per metterlo in ginocchio e liquidare la sua invenzione?
              Pietro si crede davvero al di là del suo Signore a causa della sua elezione da
              parte di Dio?
               Vediamo:
                   
               
               PIETRO:
                   La Chiesa è un “mistero di comunione missionaria”, ma
              questa comunione non è solo affettiva o eterea, ma implica necessariamente una
              partecipazione reale: che non solo la gerarchia, ma tutto il popolo di Dio, in
              modi e a livelli diversi, possa far sentire la propria voce e sentirsi parte
              del cammino della Chiesa. In questo senso possiamo dire che la sinodalità, come
              stile e dinamismo, è una dimensione essenziale della vita della Chiesa. San
              Giovanni Paolo II ha detto cose molto belle su questo punto nella Novo
              Millennio Ineunte.
                   
               CRYS:
                   Sappiamo tutti che il concetto di sinodalità, come
              riconosce nel primo documento vaticano che Pero invoca, deriva dall'eresia
              ortodossa bizantina il cui effetto fu lo Scisma, la distruzione di Bisanzio,
              che si trasferì nella Terza Roma, a sua volta distrutta, e condannò le nazioni
              che fecero propria quell'Eresia, cioè che lo Spirito Santo non procede dal
              Figlio: la Grecia e i Balcani, ad essere schiavi dei nemici di Cristo. Il
  "mistero della comunione missionaria" non è dare voce al popolo, ma
              dare voce a Cristo nel popolo. Non è il popolo che salva il mondo, è il mondo
              che viene salvato dalla voce della Chiesa. Non è il popolo che deve parlare nel
              Tempio, ma è la voce di Cristo, nei suoi servitori, gli Apostoli, la voce che
              il popolo deve ascoltare e sottomettere la sua via alla via di Dio. In effetti,
              il popolo deve essere ascoltato, così come nelle sue difficoltà i suoi bisogni
              sono stati ascoltati dai Discepoli e le sue grida sono state ascoltate dalla
              Chiesa per alleviare le sue difficoltà. Ma nell'ambito della Dottrina
              dell'Eternità è esclusivamente la Voce di Cristo, nel Corpo dei suoi Vescovi,
              ad avere il Potere e l'Autorità all'interno del Concilio Universale,
              l'Istituzione Divina fondata dal Signore, fonte della Vita del Popolo. Cercando
              di far entrare questa istituzione umana dalla porta di servizio, nel suo errore
              Pietro osa dire:  
   “Altra cosa è sacralizzare o imporre una certa
              metodologia sinodale che piace a un gruppo, per farne la norma e il canale
              obbligato per tutti, perché questo porterebbe solo a congelare il
              cammino sinodale ignorando le diverse caratteristiche delle diverse Chiese
              particolari e la variegata ricchezza della Chiesa universale”. Ed è proprio
              quello che sta facendo questo sinodo del 2023. Con questo sinodo Pietro
              sacralizza e impone a Cristo la voce del popolo, la propria voce, disprezzando
              la Verità divina: “Il frutto del peccato è la morte”. Da qui si capisce che una
              benedizione contro la natura della Verità Divina è un Errore. Un sinodo creato
              per imporre questo errore “sacralizzando la suprema autorità” di un Servo del
              Signore, che annulla la Parola del suo Signore sul Peccato, scopre alla luce
              dell'intelligenza il prezzo del Vescovo di Roma al “mistero della comunione
              missionaria” da Dio generato nel Corpo dei Vescovi. Infatti, la predicazione
              della Parola divina appartiene solo al Corpo divino che Dio ha dato a Cristo,
              suo servo. Perciò ogni bando dei Vescovi nelle cose che riguardano la Dottrina
              del Peccato e della Santità è un Errore, che apre una strada che deve essere
              chiusa per il bene della Salvezza del Popolo di Dio, il quale, imponendogli una
              dottrina del Peccato e della Salvezza contraria alla Verità Eterna, è condotto
              nell'abisso della Divisione delle Chiese una volta che la divisione tra i
              Vescovi ha avuto luogo, il che equivale a dire che si crea una divisione nel
              Corpo di Cristo, da cui può derivare non la Benedizione ma la Condanna per
              quello stesso popolo di Dio in nome del quale il Vescovato di Roma è teocratizzato. La Dottrina della Salvezza è la Dottrina del
              Peccato; mantenere la prima e cambiare la seconda, che è l'orizzonte a cui
              Pietro indirizza il suo Gregge, è un errore.
   Riassumendo:
               Il Vescovo romano ha perso il timore di Dio?
               Conclusione:
               Ogni vescovo che ha bandito dal suo pensiero e dal suo
              cuore il timore di DIO ha trascinato il suo gregge nell'eresia. Cioè, il
              Signore che vede gli errori di coloro che sono lontani, quanto più vedrà gli
              errori dei suoi servi, che sono nella sua casa! Ora, chi non teme il Signore
              perché la sua elezione è venuta da Dio, e Dio è più grande di Suo Figlio... il
              grido di eresia si farà sentire. Perché il servo è soggetto al contratto; è
              nella mano del suo Signore spezzarlo e cacciarlo dalla sua casa dando la mano a
              un altro che lo servirà secondo il suo cuore e il suo pensiero. Essendo il
              Sinodo un'istituzione umana, che ha trascinato la Chiesa d'Oriente nell'eresia,
              investirlo della suprema autorità di Pietro per far tacere la voce della vera
              Chiesa, la voce viva del suo Signore, che si fa sentire al mondo nel Concilio
              universale, significa abolire la legittimità divina del Concilio cattolico e
              consegnare la Chiesa alle potenze del mondo. Il Signore, Capo Supremo Visibile
              della Chiesa, muove il Suo Corpo secondo la Sapienza di Dio; quando
              un'istituzione umana pretende di dirigere quel corpo secondo i cambiamenti del
              mondo, quell'istituzione perisce. Non è possibile servire due padroni, né Dio
              né il mondo. Questo sinodo del 2023 ha scelto di servire il mondo. La salvezza
              del mondo è la fine e l'inizio della comunione missionaria sacerdotale, ma
              anche se nel mondo il Sacerdote non appartiene al mondo; chi appartiene al
              mondo è il servo del mondo; chi appartiene a Dio è il Servo del Signore; il suo
              rapporto con il mondo è conforme alla Dottrina della Salvezza nella Sapienza di
              Dio sulla Dottrina del Peccato: L'atto di impurità condannato dal Creatore non
              può essere benedetto dall'Amore di Dio per l'uomo... a meno che chi benedice
              non si creda più buono di Dio.
                   
               
               
               
               
               
               PARTE QUARTA
                   LA NATURA DEL SACERDOZIO CATTOLICO A IMMAGINE E
              SOMIGLIANZA DEL SACERDOZIO DI GESÙ CRISTO
                   
               
               
               Il diavolo sa che il Figlio del Re e Signore Gesù Cristo
              è sulla terra, è vivo, e ha mosso le sue pedine sulla scacchiera della sua guerra
              contro la Dottrina della Salvezza e del Peccato, cercando disperatamente di
              chiudere le porte del Consiglio Universale del Culto del Figlio di Dio.
              Vediamo:
                   In molte occasioni e in modi diversi, con mezzi diversi e
              impiegando soggetti diversi, tutti santi, il Diavolo ha fatto avanzare le sue
              pedine fino ai vertici della Gerarchia della Chiesa. La storia delle epoche
              abominevoli della pornocrazia vaticana è scritta. Nei
              rinnegamenti di Pietro lo spirito di profezia che viveva in Gesù ci ha
              annunciato la caduta in quei tempi dei suoi servi, i vescovi. Sigillata ancora
              la Pienezza della Conoscenza del Signore Dio YAVÉ, Eredità dello spirito di
              intelligenza del figlio del Re, la Notte dei Vescovi si abbatté sulla Civiltà
              Cristiana; Notte oscura, di semina del Male, il Drago, Re dell'Inferno,
              liberato per Decreto Divino, nel fuoco del suo odio verso il Re del Cielo
              concepì la Distruzione della sua Chiesa, sua Sposa, scagliandola contro il
              Decreto Onnipotente: “La casa divisa sarà distrutta”. Sapendo che il matrimonio
              divino doveva dare a Dio una generazione di figli eredi della gloria della
              libertà del loro Padre, il Re e Signore Gesù Cristo, il seminatore malvagio si
              è proposto di uccidere nel seno l'erede di Cristo. Lo scisma della sinodalità
              ortodossa orientale, il modello a immagine e somiglianza del quale il diavolo
              cerca ora di chiudere la porta del Concilio universale, in cui vive lo Spirito
              del suo Signore, è stata la prima mossa del Re dell'Inferno. La sua pedina,
              Michele Cerulario, raggiunse la linea della regina cattolica, divise la veste
              di Cristo e depose ai piedi dell'Imperatore di Costantinopoli la Sacra
              Obbedienza Sacerdotale dovuta dal Servo al Signore. E che nessuno dimentichi
              che la Chiesa è il Tempio, fondato e costruito dallo Spirito Santo fattosi
              Uomo, per il Culto Eterno del Signore Dio YAVÉ, Padre del Signore Re GESÙ
              CRISTO, Corpo Sacro in cui vive il Culto del Figlio da parte del Padre, Corpo
              in cui il Figlio diventa una cosa sola con la sua Sposa, il suo Sommo Sacerdote
              Universale, Sacerdote Unico che si avvicina a Dio e parla con Lui faccia a
              faccia, seguendo in questo il Nuovo Tempio il Modello di DIO YAVÉ mostrato a
              Mosè.  
   La Parola di Dio è ferma: “Chi vuole morire, muoia”, “chi
              ha comprensione, comprenda”. La battaglia tra la Morte e il Creatore del Cosmo
              risale all'Increazione. La rivoluzione cosmologica
              della vittoria del Creatore della vita eterna sulla morte ha aperto un nuovo
              capitolo nella storia dell'eternità. Nessun universo sarebbe stato come quelli
              che lo sono stati. Nessuno dei mondi con origine nel braccio del Creatore
              avrebbe conosciuto il proprio cimitero degli elefanti. La guerra fu servita. La
              morte trovò terreno fertile in una generazione di figli di Dio, terreno in cui
              seminò la zizzania dell'invidia. Il trono del Re dei re e del Signore dei
              signori fu messo dalla Morte al miglior offerente. Nonostante Dio avesse
              scoperto ai Suoi figli, prima della nostra Creazione, la Vera Natura del Suo
              Primogenito, essendo essi stessi testimoni della Potenza della Sua Parola,
              Potenza nella quale videro l'Unigenito del Signore Dio YAVÉ, quella generazione
              di ribelli che trascinò i Cieli in due guerre universali, invece di inginocchiarsi
              e con Obbedienza alla Volontà Divina: “Facciamo l'uomo a nostra immagine e
              somiglianza”: figlio di Dio, quella generazione malvagia perseverò nella sua
              Invidia, pensando di ottenere ciò che non poteva attraverso la Guerra, tentando
              l'Unigenito con il Frutto della Conoscenza del bene e del male. Ciò che accadde
              dopo lo sappiamo tutti. C'è stata la caduta e c'è stata la redenzione. Nella
              STORIA DIVINA DI GESÙ CRISTO è scritto tutto ciò che riguarda questi Atti.
              Nell'ultimo libro della Bibbia è scritto ciò che riguarda il decreto di
              liberazione del diavolo nell'anno 1000 della nostra era.
   Non appena fu liberato, nel 1054, fu fatta la prima delle
              divisioni da cui il Diavolo sperava di ottenere la distruzione della Chiesa con
              la sua trasgressione della Parola divina: “Ogni casa divisa in se stessa non
              resterà in piedi, sarà distrutta”. Un primo passo verso il suo obiettivo, che
              la Morte gli ha servito su un piatto d'argento. Un antipasto, perché la
              disobbedienza al decreto divino contro l'Impero di Cesare era già da tempo
              disprezzata dalla Chiesa della Sinodalità orientale bizantina. Dio aveva
              ordinato a tutti i suoi servi di allontanarsi dall'Impero Romano, la Grande
              Babilonia, le cui mani erano piene del sangue dei suoi figli. Il Patriarca
              Costantinopolitano concepì il modo di preservare l'Impero, sostegno del suo
              trono, trasformandolo in Concubina dell'Imperatore di Bisanzio. Un'eresia
              abominevole che avrebbe condotto i popoli dell'Impero bizantino e le nazioni
              ortodosse alla schiavitù.
               La Parola è il Verbo di Dio,
               la Parola è Dio,
               la Parola di Dio è Dio.
               I bizantini, imperatore e patriarca, non sapevano
              leggere? Certo che sapevano, ma giocano a fare gli analfabeti che non vogliono
              sapere cosa stanno per leggere. “Dio disse, e così fu fatto”. Ancora una volta!”
              Se il tuo braccio ti offende, taglialo, perché è meglio per te entrare nel
              Regno dei Cieli mutilato che con tutto il corpo essere gettato nell'Inferno”.
              Nella sua misericordia Dio le ha lasciato un residuo perché si inginocchiasse,
              riconoscesse il suo errore e lasciasse il territorio dell'eresia.  Ma se la vergine stolta preferisce andare a
              comprare altro olio dal Diavolo invece di seguire il Messaggero che il suo
              Signore le manda per e tornare alla Città di Dio, a ciascuno la sua libertà,
              chi vuole essere gettato all'Inferno piuttosto che vivere nel Paradiso della
              Verità, della Giustizia e della Pace, questo dipende da lui.
   Non passò molto tempo prima che il Diavolo muovesse di
              nuovo una pedina nel campo della sua guerra contro lo spirito di YAVÉ. Gli
              diede un nome, Enrico IV, tedesco, degno predecessore della razza di Lutero e
              Hitler. In quel servo imperiale Satana piantò l'idea di importare nel suo regno
              il modello patriarcale ortodosso.  Catturato dalle tenebre del “dio occulto” tedesco, Enrico IV volle fare
              della Sposa del Signore e del Re GESUCOSTO la sua concubina imperiale. Dio, che
              muove tutti gli eventi in previsione del suo Nemico, fece avanzare la sua
              pedina, Gregorio VII, sempre al servizio del Re del Cielo, contro il cui
              Spirito si schiantava il movimento del Diavolo. Per provocare la divisione
              all'interno della Chiesa cattolica conciliare occorreva un'operazione di
              rottura del campo, di semina e di coltivazione della zizzania. Tutto questo il
              Diavolo lo ha dimenticato, perché chi striscia nella polvere finisce per
              pensare come una bestia, che la Benedizione Divina sulla Sposa di Suo Figlio ha
              investito le Mura della Sua Casa di Indistruttibilità: “Le Porte dell'Inferno
              non prevarranno contro di Lei”.
   Con questo Dono Nuziale di Dio alla Sposa di Suo Figlio,
              la speranza della Distruzione della Chiesa, necessaria per completare la
              Distruzione Assoluta della Vita sulla Terra, divenne un'Illusione senza
              speranza; ma il Diavolo, come servo della Morte, doveva fare ciò che doveva
              fare perché aveva scelto, in libertà e nella pienezza delle sue facoltà fisiche
              e mentali, ciò che voleva fare. Il suo odio per lo Spirito di Yahweh era ed è
              tale che, dopo essersi condannato al bando, tentare la distruzione del nostro
              mondo non era un'opzione, era il suo destino.
               Lo smembramento del campo, la semina e la coltivazione,
              fino a quando il frutto della zizzania malvagia non fu pronto per essere
              consumato da un popolo che fin dall'inizio si era dato al male, per il quale la
              morte era la madre, raggiunse la sua genesi. La ribellione protestante fu il
              rifiuto di una generazione di servitori della Santa Madre Chiesa conciliare.
              Con il Concilio di Costanza la Sposa di Cristo, futura Madre del figlio del Re,
              è stata rinchiusa nelle cantine del Vaticano, sotto chiave e legata al muro
              degli interessi di una generazione di abominevoli servitori nel cui nome e per
              il cui bene è stato bestemmiato il Nome del Signore, lo Sposo Immacolato della
              Santa Madre Chiesa, nel cui grembo il figlio del suo Signore batteva come
              Isacco in quello di Sara la sterile; da quel Concilio in cui lo Spirito di
              Cristo fu bandito dalle anime dei vescovi, d'ora in poi tutti liberi dal
              Servizio del Signore ed esclusivamente servi del Papa, nuovo Mediatore tra
              Cristo e i sacerdoti, come Cristo è il Mediatore tra Dio e gli uomini; ed
              effetto di quella Autocrazia Sacerdotale: Si verificò la corruzione. Il Diavolo
              avanzò al comando dei Vescovi le sue pedine, tutte impure, tutte in orgia,
              mentre la zizzania cresceva e si rafforzava. Nel 1517 scoppiò la ribellione. La
              divisione delle Chiese fu compiuta e con essa il frutto dell'albero della
              conoscenza del bene e del male, la guerra fratricida, che si riversò sui popoli
              dell'Europa cristiana con un diluvio di sangue e di orrore.
                   È da quello stesso popolo, sempre al servizio della
              Morte, campo in cui Satana ha seminato la sua zizzania, e sempre terreno
              fertile, che oggi giunge a noi la causa che il nuovo servo del Signore, sotto
              la guida dei vescovi, riprende e fa sua, sapendo che una volta benedetto il
              Peccato, la Morte non tarderà ad aprire la porta del sacerdozio alla Legge del
              Genere, una visione abominevole agli occhi di mio Padre, il Re, una possibilità
              cercata dal re dell'Inferno, che se il vescovo di Roma non procederà a correggere
              il suo Errore, Dio romperà il contratto con il suo servo, dando la Gloria di
              Pietro a un degno Servo di Dio.
                   Questo esposto, niente di tirato fuori dalla manica, ma
              dagli Eventi stellati da Dio e dagli uomini, la visione dell'apertura del
              Sacerdozio a uomini che non sono maschi, a donne che non sono femmine, un
              futuro che si nasconde dietro una Benedizione di Misericordia, una veste di
              luce che il Diavolo indossa sempre, fin dall'inizio, quando ingannò il primo re
              della Mesopotamia, il re dell'Eden, per muovere le sue pedine, contro la loro
              volontà, perché nessuno vuole servire il Diavolo se sa chi muove i suoi pensieri.
              E persino Lutero dovette convincersi che il diavolo che lo visitò non era il
              diavolo, ma un angelo di Dio, oppure credersi irrimediabilmente pazzo. Contro
              la cui resistenza il Diavolo ha combattuto fino a sconfiggere le sue forze.
                   Così, e seguendo la stessa linea di pensiero di Cristo,
              fonte e origine dell'intelligenza dei suoi figli, generati nello spirito di
              Yahweh per la gloria del loro Padre: il Re, torniamo ai dubbi dei cardinali,
              esposti alla scomunica se non accettano la trasformazione della Chiesa
              universale conciliare in una Chiesa sinodale teocratica.
               Il pensiero dei Cardinali, che provocano contro i Vescovi
              l'accusa di eresia per il loro rifiuto di:
                   1) una Re-Interpretazione del Magistero di GESÙ CRISTO,
               2) la Benedizione delle coppie omosessuali,
               3) la sinodalità come annullamento del Magistero
              universale in Cristo, chiudendo la porta al Concilio dello Spirito Santo;
               4) L'ordinazione sacerdotale può essere conferita alle
              donne ....
                   .... ha nel quarto punto il suo canto del diavolo:
              l'ordinazione sacerdotale delle donne.
                   
               
               
               
               QUARTA
              DUBIA
                   
                Dice, e si legge
              come è scritto:
               ... sull'appoggio di pastori e teologi alla teoria che “la
              teologia della Chiesa è cambiata” e quindi l'ordinazione sacerdotale può essere
              conferita alle donne.
               Da cui si capisce che il più grande nemico del Pensiero
              di Cristo sono sempre stati i teologi e i pastori per i quali la scienza degli
              uomini è superiore alla Scienza di Dio.  Nemici del Cristo fin dall'inizio della Chiesa, sono stati proprio i
              teologi e i pastori avanguardisti a calpestare l'unità delle Chiese degli
              Apostoli e dei loro servi, i Vescovi, e a condurre i popoli cristiani
              nell'abisso delle guerre di religione.  I
              nomi di quelle bestie che si sono nutrite delle anime degli innocenti sono noti
              a tutti, cosa sono queste nuove bestie che sotto le vesti della luce nascondono
              il nome del Diavolo nei loro petti?  
   In nome di chi questi stolti chiedono che il Fondamento
              Immacolato dell'Onnipotente Dio Unigenito, Tempio innalzato da Lui e dai suoi
              Fratelli in Cristo per l'adorazione di Dio Padre, sia messo nelle mani di
              omosessuali, teologi anticonciliari e donne?
                   La teologia della Chiesa è davvero cambiata? Il Servo è
              diventato il Signore? Il Vescovo di Roma otterrà con la Morte ciò che non ha
              potuto ottenere con il Diavolo, cioè far sedere il suo servo sul trono del
              Signore? Che follia è questa? Dio non è più il Dio che Gesù Cristo ci ha
              rivelato? Il nostro Padre che è in Cielo è ora all'Inferno per disposizione di
              alcuni teologi che da Errore vogliono trascinare la nostra Santa Madre la
              Chiesa Cattolica nell'Eresia? Cosa sta facendo Pietro, con chi pensa di avere a
              che fare, con dittatori genocidi, con serial killer davanti ai quali abbassare
              la testa invece di alzare la voce profetica? È così che si arriva alla gloria
              di Pietro, strisciando nei campi di sterminio del popolo cristiano, benedicendo
              in silenzio i crimini per il bene della propria sopravvivenza? La teologia è
              cambiata, la conoscenza di Dio attraverso suo Figlio è diventata senza vita, lo
              Spirito di Cristo che vive nel sacerdozio cattolico è diventato obsoleto, e chi
              sono coloro che hanno portato Pietro nel proprio dominio e cercano di mettere
              la Regina contro il suo stesso Re?
               Non può benedire chi invoca la maledizione del Signore
              sulle loro teste.  La Teologia di Cristo
              è la Teologia della Chiesa, Magistero eterno, Confessione inamovibile e
              incorruttibile che non presenta né confusioni né dubbi, Chiesa vincitrice di
              epiche battaglie per la gloria del suo Dio in cielo e in terra.
   In cosa è cambiata la Teologia di mia Madre Chiesa,
              nell'incapacità dei suoi servi teologi di vedere il Diavolo nella Storia delle
              divisioni delle Chiese, nella Storia delle Nazioni?
               Ciechi, intendono condurre il Vescovo di Roma nel campo
              del nemico, per far cadere la Regina e aprire le porte delle pedine nemiche
              contro la Casa del Re. Che cosa farà il Re del Cielo con queste pedine della
              Morte? Il Signore Dio YAVÉ non è forse la sua Forza?
                   Cosa farà il figlio del Re, discuterà con i servi di sua
              Madre? Perché ecco la Parola di suo Padre: “Come un ramo secco che viene
              tagliato dall'albero e gettato nel fuoco, colui che rimane nell'errore sarà
              gettato via per essere calpestato dalle bestie dei campi”.
               Il Sacerdozio cattolico ha come modello eterno Cristo
              Gesù, a immagine e somiglianza del quale Dio genera i suoi servi nell'uomo.
              Qualsiasi altra cosa è una ribellione contro la Sua Saggezza.
                   
               
               PIETRO:
               (a) “Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio
              ministeriale differiscono essenzialmente”. Non è corretto sostenere una
              differenza di grado che implica considerare il sacerdozio comune dei fedeli
              come qualcosa di "seconda categoria" o di minor valore (“un grado
              inferiore”). Entrambe le forme di sacerdozio si illuminano e si sostengono a
              vicenda.
   
               CRYS:
                   Quando Pietro ha imparato il linguaggio del diavolo? Chi
              gliene ha insegnato i rudimenti? Il teologo è stato la balia della Sposa di
              Cristo? La Sapienza di Dio non è bastata a far crescere il suo Corpo? La pecora
              è il pastore? Il figlio è la Madre? Cosa dicono questi pazzi? Che il cittadino
              è il Re?
               Cosa fa Pietro: benedice ciò che il Concilio Universale
              ha condannato: l'eresia luterano-calvinista di essere ogni cristiano allo
              stesso tempo, pecora, pastore, cittadino e re? E perché non anche Dio? Allora i
              Divini di Westminster erano veri e propri dei. La domanda è: a immagine di Gesù
              Cristo o a immagine di Satana? Il Vescovo di Roma sta benedicendo la follia che
              i suoi predecessori hanno condannato? Il Vescovo di Rima vuole l'unità
              ecumenica piuttosto che la benedizione delle eresie che hanno causato la
              divisione delle chiese?
                   Le pecore sono pecore e il pastore è pastore. Il
              cristiano è un libero cittadino del Regno del Figlio di Dio, il sacerdote è un
              cittadino schiavo, un servo del Signore. Qualsiasi passo avanti o indietro
              significa rifiutare il Re e Dio, suo Padre.
               Se questa è la dottrina della Nuova Teologia, tratta dal
              protestantesimo, è la dottrina del diavolo.
               C'è un Pastore Divino Universale, GESÙ CRISTO; un Pastore
              Capo, il Vescovo di Roma, e un Gregge di greggi, i popoli delle nazioni
              cristiane. Solo un servo di Satana potrebbe sedurre il popolo a credere che
              ogni pecora è il proprio pastore, il proprio re, e non ha altro Dio che la
              Lettera, che essi reinterpreteranno, riscriveranno, facendo della Bibbia di Dio
              una Bibbia di uomini.
                   
               
               PIETRO:
               Quando San Giovanni Paolo II ha insegnato che bisogna
              affermare “definitivamente” l'impossibilità di conferire l'ordinazione
              sacerdotale alle donne, non stava affatto sminuendo le donne e dando il potere
              supremo agli uomini. San Giovanni Paolo II ha affermato anche altre cose. Ad
              esempio, che quando parliamo di potere sacerdotale “siamo nell'ambito della
              funzione, non della dignità o della santità” (San Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 51). Sono parole che non abbiamo
              recepito a sufficienza. Egli ha anche sostenuto chiaramente che, mentre il
              sacerdote presiede da solo l'Eucaristia, i compiti “non danno luogo alla
              superiorità dell'uno sull'altro” (San Giovanni Paolo II, Christifideles laici, nota 190; cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione
              Inter Insigniores, VI). Ha anche affermato che se la
              funzione sacerdotale è “gerarchica”, non deve essere intesa come una forma di
              dominio, ma “è totalmente ordinata alla santità delle membra di Cristo” (San
              Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem,
              27). Se non si comprende questo e non si traggono le conseguenze pratiche di
              queste distinzioni, sarà difficile accettare che il sacerdozio sia riservato ai
              soli uomini e non si potranno riconoscere i diritti delle donne o la necessità
              che esse partecipino, in vari modi, alla guida della Chiesa.
   
               CRYS:
                   Si nota in queste righe il modo dell'autore di muovere il
              pensiero come se fosse il corpo di un serpente sofista. L'autore è consapevole
              che, ingannato da questa Donna, la Nuova Teologia, sta portando la Sposa del Re
              all'eresia?
                   San Giovanni Paolo II ha detto: “Nel partecipare alla
              vita e alla missione della Chiesa, una donna non può ricevere il sacramento
              dell'Ordine Sacro; né, quindi, può svolgere le funzioni proprie del sacerdozio
              ministeriale. Questa è una disposizione che la Chiesa ha sempre verificato nella
              precisa volontà - totalmente libera e sovrana - di Gesù Cristo, che ha chiamato
              solo uomini ad essere suoi apostoli; una disposizione che può essere illuminata
              dal rapporto tra Cristo Sposo e la Chiesa Sposa. Siamo nel regno della
              funzione, non della dignità o della santità”.
                    L'autore del
              paragrafo che precede quest'ultimo ricorre al metodo più triste che esista nel
              campo del pensiero: estrarre dal Testo un paragrafo concreto, isolarlo dal suo
              contesto e dargli un nuovo significato.  È un'operazione letteraria virale piuttosto volgare. La parola del Santo
              invocato è definitiva: “le donne non possono ricevere il sacramento dell'Ordine
              (sacerdotale)”.
   Cercando di sopravvivere sulla sua strada tortuosa,
              l'autore che provoca dubbi cardinalizi elude il peso del suo errore, per
              compiacere il suo beniamino, la Nuova Teologia, dicendo:
               
               
               PIETRO:
               D'altra parte, per essere rigorosi, riconosciamo che una
              dottrina chiara e autorevole sull'esatta natura di una “dichiarazione
              definitiva” non è stata ancora sviluppata in modo esaustivo. Non è una
              definizione dogmatica, eppure deve essere rispettata da tutti. Nessuno può
              contraddirla pubblicamente eppure può essere oggetto di studio, come nel caso
              della validità delle ordinazioni nella Comunione anglicana.
                   
               CRYS:
                   Dove vediamo ancora una volta come, ancora una volta,
              l'autore butta lì assiomi di eretici e comportamenti anticattolici, all'origine
              delle guerre di religione, per imporre su e contro il proprio Signore il
              capriccio e il desiderio della sua, sembra, padrona: la Nuova Teologia. Quindi
              affermare il Santo nega alla Chiesa di chiudere il caso contro l'Ordinazione
              delle donne. Volete rivedere la natura dello Spirito che a Pentecoste ha
              generato a Dio un Tempio vivente, il Sacerdozio cattolico?
               Forse quando Giovanni Paolo II scriveva: “La Chiesa è un
              corpo distinto, in cui ciascuno ha la sua funzione; i compiti sono distinti e
              non devono essere confusi. Essi non danno luogo alla superiorità dell'uno
              sull'altro; non forniscono alcun pretesto per l'invidia. L'unico carisma
              superiore - che può e deve essere desiderato - è la carità (cfr. 1 Cor 12-13)”. I più grandi nel regno dei cieli non sono i
              ministri, ma i santi"; ha forse detto per iscritto qualcosa di nuovo che
              la Chiesa non conosceva?  
   (1 Cor 12-13). “Come il corpo è
              uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, essendo molte, sono un solo
              corpo, così è anche Cristo. Infatti, per mezzo di un solo Spirito siamo stati
              tutti battezzati in un solo corpo, sia Giudei che Greci, sia servi che liberi;
              e a tutti è stato dato da bere un solo Spirito”.
                   La teologia dello Spirito Santo è antica e quella degli
              eretici non è mai nuova?
               Quanto a San Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 27, che inietta un virus nel pensiero
              dello Spirito Santo per portare nel proprio territorio il futuro desiderato: “L'apertura
              dell'altare al diavolo”, la manipolazione è indegna di un successore, tanto più
              che il NO e il Sì di Dio non ammettono nuove reinterpretazioni da parte di
              nuove teologie che vogliono fare del NO di ieri un Sì di oggi e viceversa. Il
              Figlio ha fondato il Tempio cattolico per l'adorazione del Padre e il Padre per
              l'adorazione del Figlio. Padre e Figlio, nell'unità dello Spirito Santo, sono
              il Fondatore e il Costruttore della Chiesa, il cui Sacerdozio è compreso nel
              verbo: “A immagine e somiglianza di Cristo”, e “Vuoi cercare il tuo marito, che
              regnerà su di te”, e “i due saranno una sola carne”, perché i Due saranno una
              sola carne. Chi sono dunque coloro che vogliono separare un matrimonio
              benedetto, abolire l'immagine e la somiglianza in Cristo... occupare il letto
              di Cristo e diventare una sola carne con la sua sposa?
                   Chi abbandona l'errore è amato, chi rimane in esso e si
              addentra nei suoi disegni sapendo che il suo frutto è malvagio, è respinto dal
              Signore, nelle cui mani è il Contratto della validità della sua Ordinazione.
                   
               
               
               PARTE QUINTA
                   LA DOTTRINA DEL REGNO DEI CIELI SUL PERDONO SACERDOTALE
                   
               
               
               Che la Fondazione di Dio sulla Terra, firmata da Suo
              Figlio Gesù, sigillata con il sangue dello Spirito Santo nei Suoi discepoli,
              sia imperfetta e necessiti di una Rifondazione è l'eresia all'orizzonte che la
              Nuova Teologia cerca di imporre a tutti i figli di Dio. Questo errore proviene
              da uomini ciechi che, nella loro mancanza di ricchezza di conoscenza, hanno
              dimenticato e negato la Parola di Colui che pretendono di servire con le loro
              alte conoscenze e intelligenze senza pari. “Beati i poveri in spirito, perché
              di essi è il regno dei cieli”. Questi apostoli della Nuova Teologia Pro-Eretica
              condannano la saggezza di Colui che ha esposto la Sua Fondazione, finita nel
              Suo Essere Divino, a terremoti, maremoti, inondazioni... attacchi dall'esterno
              e dall'interno, continuamente assediato dal Peccato, dal Diavolo e dalla Morte.
              Come quel povero disgraziato che inventò un “dio nascosto” per nascondere a se
              stesso la realtà, era il Diavolo che lo aveva rinchiuso nella cella di un
              convento e non avrebbe lasciato andare la sua anima finché non l'avesse messa
              in ginocchio davanti alla sua gloria infernale, gli autori di questa Nuova
              Teologia, accusano Dio di aver costruito una Casa imperfetta, incompiuta,
              bisognosa di Rifondazione, opera di giganti che, grazie all'eccellenza della
              loro intelligenza onnisciente nella scienza della conoscenza della Divinità,
              questi adoratori dell'idolo in cui vogliono convertire il Vescovo di Roma,
              consumeranno. Insisto: come si può sognare di rinunciare alla Sapienza di Dio
              nel suo Vangelo, alla meraviglia dei saggi e dei geni, alla gioia e alla salute
              dei bambini e dei vecchi? L'idea stessa di aprire la porta della Chiesa al
              peccato con la scusa della misericordia verso il peccatore è quella di correre
              dalla parte della peccatrice a cui Dio ha detto: “Non ti condanno, va' e non
              peccare più”, di sfidare colui che non ha giudicato né condannato, benedicendo
              il peccato che l'ha trascinata alla morte. La Scena, diretta e prodotta da Dio,
              parla con l'eloquenza di chi cerca la Salvezza di tutti, espone con la carne e
              il sangue della realtà la Verità allora predicata dallo Spirito Santo: “Il
              frutto del peccato è la morte”, e “con il peccato la morte è entrata nel mondo”.  La dottrina del diavolo la conosciamo tutti: “Peccato,
              peccato, peccato e peccato, perché il Sangue dell'Agnello di Dio purifica la
              tua anima anche se hai violato la Madre di Cristo”. Questo è il pensiero della
              Nuova Teologia: aprire la porta della Chiesa al peccato.
   È vero, per l'onnipotente saggezza della ragione
              scientifica, che il peccato è stato assunto come parte del mondo, il diavolo ha
              introdotto le sue pedine nelle organizzazioni internazionali e nazionali per
              aprire la porta alla morte. La distruzione di tutta la vita sulla Terra è
              l'opera del figlio dell'Inferno. Ma per questo il diavolo deve introdurre la
              dottrina della benedizione del peccatore dall'altare. Dio ha forse benedetto il
              peccatore? No, affatto: “Va' e non peccare più”.  La benedizione, come la indica la Nuova
              Teologia, avrebbe significato abbandonare la peccatrice al suo peccato di
              adulterio, creando in lei la coscienza di non commettere alcun atto criminale
              contro la Legge divina. Il perdono divino implica la coscienza dell'abbandono
              assoluto del peccato da parte della peccatrice.
   Sappiamo anche che, a causa dell'epoca dei re e degli
              imperatori medievali, il perdono divino fu separato dalla Legge. Figli di
              castelli e templi, i sacerdoti abolirono la Legge divina per amore del sangue,
              alcuni, e del terrore, altri. La costante e continua assoluzione dei crimini e
              degli orrori di coloro che, sotto il terrore delle loro spade, chiedevano il
              perdono sacramentale, finì per fare dello Spirito di Cristo: “Va' e non peccare
              più”, uno scambio di perdono per oro, causa, come tutti leggiamo, della
              ribellione protestante. La Nuova Teologia cerca di salvare quel Sacramento,
              svuotato di Contenuto, e una volta per tutte, rifiutando la Parola di Dio “Va'
              e non peccare più”, per benedire il peccato e il peccatore.
               Evidentemente, per far sì che Cristo soffochi un rospo e
              ingoi un elefante bisogna essere infinitamente ricchi di spirito, più
              onniscienti nelle arti della dialettica di Dio stesso. Dio ha generato un
              Vangelo universale adatto all'intelligenza di tutti i secoli, adatto ai bambini
              attraverso i millenni. La Nuova Teologia, artefice della discussione tra i
              Cardinali e il Vescovo di Roma, sta per inventare un Nuovo Vangelo, adatto
              all'intelligenza senza fissa dimora del XXI secolo, un'opera predestinata per
              loro dal...
                   La guerra finale tra la Morte e Dio, Creatore
              dell'Universo, è entrata nella sua ultima battaglia. Fin dalla sua liberazione,
              il Diavolo ha cercato la strategia vincente che gli permettesse di sedere sul
              Trono di San Pietro o di distruggerlo. Distruggerlo, ci ha provato molte volte,
              in molti modi; sedersi anche su di esso. Il suo fallimento è scritto sulla
              fronte dei suoi feti abortiti. La Casa fondata da Gesù Cristo è perfetta.
              Signore e Dio, la sua forza e la sua saggezza hanno nel Padre la gloria del vincitore,
              che vive nel suo corpo sacerdotale, come si vede bene dagli eventi della storia
              universale del cristianesimo. A questo proposito, è più che curioso che la
              Nuova Teologia sia aperta al peccato e si sia chiusa alla necessità di
              reintegrare la religione, nella sua forma di Storia Universale del
              Cristianesimo, nella dimensione della formazione dell'uomo a immagine e
              somiglianza dei figli di Dio, poiché Dio ha detto: “Facciamo l'uomo a nostra
              immagine e somiglianza”; quindi, di fronte a questo avallo di Dio e a una
              condotta a braccia aperte verso il peccato, è legittima la domanda: Si vuole
              forse formare l'uomo a immagine e somiglianza del mondo nato dal peccato?
              Perché noi figli di Dio sappiamo che il Verbo ha esteso la sua Gloria a tutte
              le famiglie della razza umana, cosicché con la morte del Capo tutto il Corpo
              del Mondo è caduto nel Peccato. Noi figli di Dio sappiamo che la salvezza della
              razza umana è stata un lungo processo che ha attraversato i campi delle
              nazioni, avanzando sempre dal centro per abbracciare tutti gli angoli della
              Terra. Ma la Fine nel Principio rimane viva. Dio non ha abbandonato la razza
              umana al suo destino. Era necessario che, rinata dallo Spirito di Fede, diffusa
              in tutte le nazioni, abbracciasse nella sua libertà il fine perseguito dal
              Principio: fare di ogni uomo un soggetto dei diritti divini di ogni figlio di
              Dio e un soggetto dei doveri di ogni cittadino del Suo Regno. Questo ci porta
              al punto precedente.
               Il perdono sacramentale, cioè, non deve annullare il
              potere della giustizia. Questo annullamento è stato cercato da quella
              generazione ribelle e malvagia che si è sollevata contro l'uomo. La causa della
              guerra finale tra Dio e la morte divenne la richiesta di dissolvere i doveri di
              cittadinanza di tutti i figli di Dio. Diritti tutti, doveri nessuno.
               Quando il peccato viene assolto, liberando il peccatore
              dal rispondere alla giustizia, il Sacramento diventa un'arma contro la
              Legge.  Non c'è assoluzione davanti a Dio
              senza che il peccatore risponda del suo peccato davanti alla Legge del suo
              Regno. È vero, vescovi, cardinali e sacerdoti si sono dati ad assolvere i
              crimini dei re, degli imperatori, dell'aristocrazia in generale, senza
              considerare che questa assoluzione non solo è nulla davanti alla Legge del
              Giudice divino, ma che condanna il popolo ad essere la carne di cui il
              peccatore si nutre per il suo peccato, e si fa beffe del sacramento. Il
              peccatore deve rispondere alla Legge del suo peccato, e una volta che la Legge
              è in vigore, se il peccatore cerca l'Assoluzione divina, pagata per il crimine,
              la Grazia di Dio estende le sue braccia su tutti i figli che tornano nel Suo
              Regno. Una lezione che noi uomini custodiamo nel nostro essere e da cui traiamo
              saggezza: non ci possono essere diritti senza doveri, né doveri senza diritti.
              Ora che l'uomo moderno è stato formato a immagine e somiglianza di coloro che
              vogliono tutti i diritti e nessuno dei doveri, è naturale che il mondo
              sprofondi continuamente nella crisi e che i governi e le organizzazioni
              cerchino il peggio degli uomini invece di elevare al potere coloro che hanno il
              Dovere e il Diritto come due braccia della loro condotta.
   La giustizia, dunque, non è estranea al Sacramento.
                   Come ho detto, si comprende dalla Storia Universale del
              Cristianesimo, e segue gli eventi creativi di questa Nuova Teologia, che cerca
              di Rifondare la Casa di Dio per adattare la sua Legge al Mondo, questo
              Movimento di creazione di una Nuova Casa all'interno della Casa di Dio, le cui
              Vittorie danno Gloria al suo Fondatore, GESÙ CRISTO... questa Nuova Teologia ha
              la sua origine nel Diavolo. Il diavolo cerca di fare del mondo la Sposa di
              Cristo. Il riposo è la Parola che il mio Padre e Re ha messo sulla mia picca,
              parole bruciate nel fuoco del Suo zelo per la salvezza dell'umanità.
               Battaglia finale, perché dopo questa non ce ne saranno
              altre, persa in anticipo dal Diavolo, dal Mondo e dalla Morte che, cercando di
              impedire alla Sposa di dare alla luce “questa Generazione di figli di Dio,
              eredi della gloria della libertà della Parola del loro Padre, Signore, Re e Dio”,
              si incontra con il Diavolo, il Mondo e la Morte che cercano di impedire alla
              Sposa di dare alla luce “questa Generazione di figli di Dio, eredi della gloria
              della libertà della Parola del loro Padre, Signore, Re e Dio”, si incontra con
              il Primogenito, Segno per tutti della Nascita di una Generazione di saggi, la
              luce della cui Intelligenza illimitata, naturale per Colui che ha in Suo Padre
              tutta la Scienza, come Suo Padre ha in Suo, di cui siamo tutti figli, tutta
              l'Onniscienza. Questi, dunque, sono gli argomenti di coloro che, dando vita a
              una Nuova Teologia, vogliono far sedere sul Trono di San Pietro un figlio della
              Morte.
                   
               
               
               QUINTA DUBIA
                   Dubio sull'affermazione "il perdono è un diritto
              umano" e sull'insistenza del Santo Padre sul dovere di assolvere tutti e
              sempre, per cui il pentimento non sarebbe una condizione necessaria per
              l'assoluzione sacramentale. Ci si chiede se sia ancora in vigore la dottrina
              del Concilio di Trento, secondo la quale, per la validità della confessione
              sacramentale, è necessaria la contrizione del penitente, che consiste nel
              detestare il peccato commesso con l'intenzione di non peccare più (Sessione
              XIV, Capitolo IV: DH 1676), per cui il sacerdote deve rimandare l'assoluzione
              quando è evidente che questa condizione non è soddisfatta.
   
               CRYS:
                   Detto questo, lo Spirito Santo nel Concilio di Trento ha
              corretto l'errore fatale che le Chiese medievali avevano assunto come proprio,
              annullando il potere del Giudice Divino con l'Assoluzione Aristocratica che non
              solo non chiedeva al peccatore di non peccare più, ma lo assolveva da tutte le
              sue future offese davanti agli uomini e a Dio.
               Quando Dio parla, tutto il mondo tace; la Parola di Dio è
              eterna; chi pretende di considerarla vecchia e obsoleta a causa del secolo in
              cui vive, sbaglia e apre la porta della Chiesa al diavolo, nemico giurato del
              Regno del Figlio di Dio.
               Vediamo come la Nuova Teologia, che colui che siede sul
              Trono di San Pietro sembra difendere, si difende con la retorica dei sofisti da
              quattro soldi, sempre sapendo di avere a proprio favore il braccio di colui
              che, contro il suo Spirito, può mandare all'inferno chi osa alzare la voce
              contro di lui.
                   
               
               PIETRO:
               Il pentimento è necessario per la validità dell'assoluzione
              sacramentale, e implica il proposito di non peccare. Ma qui non c'è matematica,
              e ancora una volta devo ricordarvi che il confessionale non è una dogana. Non
              siamo padroni, ma umili amministratori dei Sacramenti che nutrono i fedeli, perché
              questi doni del Signore, più che reliquie da custodire, sono aiuti dello
              Spirito Santo alla vita delle persone.
                   
               CRYS:
                   Falso, lo Spirito Santo al Concilio di Trento ha detto
              chiaramente: senza giustizia non c'è perdono. Alla fine del secolo scorso
              Pietro lo ha confermato di nuovo:
               “Senza restituzione non c'è giustizia, senza giustizia
              non c'è perdono”.
               Il criminale deve rispondere alla giustizia del suo
              Regno.
               Ho detto e ribadisco che Satana e i suoi fratelli nella
              guerra edenica cercarono, in quanto figli di Dio, di essere elevati al di sopra
              della giustizia del Regno, in modo da essere protetti da un'immunità divina
              dalla responsabilità dei loro atti. La risposta di Dio fu totale:
               “MAI. Tutti i figli di Dio sono cittadini del Suo Regno;
              tutti i cittadini del Regno di Suo Figlio sono figli di Dio”.
               Qualsiasi teologia che tenti di opporsi a questa Verità
              Eterna apre la porta attraverso la quale Satana è entrato e cammina verso
              l'Inferno al quale sono stati chiamati al bando coloro che all'inizio erano
              figli di Dio, una gloria che sembra loro poca cosa se non sono stati investiti
              del Potere degli dèi, almeno degli dèi così come si sono concepiti per essere
              dèi.
                   Certo, il confessionale non è una dogana, ma è quello che
              è stato per secoli. Il confessionale non è un covo di criminali in cui gli
              amanti del peccato si nascondono da Dio. Non è nemmeno una ragnatela in cui i
              confessori danno la caccia alle loro vittime, le divorano e con le loro
              assoluzioni alimentano i loro peccati per essere ben serviti con carne umana.
              Il perdono è nella Parola di Dio "Non ti condanno", e l'assoluzione
              nella sua Parola: "Va' e non peccare più". La riproduzione all'infinito
              della scena con cui Dio parla al Confessore e al Peccatore è un atto malvagio,
              con cui il Peccatore viene trascinato di nuovo davanti ai suoi giudici e il
              Confessore diventa parte del crimine. "Va' e non peccare più": non
              fate dell'Assoluzione una parodia, una presa in giro. Il pentimento consiste
              nell'obbedienza alla Parola di Dio: "Non peccare più".
              Dall'obbedienza deriva la Grazia della benedizione. Senza obbedienza non c'è né
              perdono né grazia. Se il peccatore vuole morire nel suo peccato, che muoia. La
              missione di Cristo non è quella di convertire il diavolo, ma di convertire gli
              uomini per liberarli dal diavolo.
   Come se la Nuova Teologia e il suo padrino pontificio non
              volessero sentire nulla, perché hanno il potere di scomunicare a destra e a
              manca, potere contro il quale Dio non ha alcun potere di riparare, leggiamo:
                   
               
               
               
               PIETRO:
               Ci sono molti modi di esprimere il pentimento. Spesso, in
              persone con un'autostima gravemente ferita, dichiararsi colpevoli è una tortura
              crudele, ma l'atto stesso di avvicinarsi alla confessione è un'espressione
              simbolica del pentimento e della ricerca dell'aiuto divino.
                   
               CRYS:
                   Chi nega che il peccato, commesso involontariamente
              contro Dio e contro gli uomini, in chi ama Dio e i suoi simili, generi
              angoscia? Il contrario sarebbe un'anomalia in coloro che hanno il dovere di
              essere santi e che, a causa dell'altezza della meta della vita, perdono il
              passo. Il figlio che si trova nel cuore della battaglia deve rispondere davanti
              ai servi di sua Madre dell'accusa di peccato contro la Legge del "Non
              uccidere"?
   Non c'è nessuna legge di pentimento se non quella di non
              peccare di nuovo. Non ci sono modi sottili o gentili di assoluzione per un
              peccatore che vive felicemente nel suo peccato e pretende di essere degno della
              gloria di Colui che ha reso la vita nel peccato un abominio.  "Chi è senza peccato scagli la prima
              pietra". Nati su un campo di guerra, essere feriti e gridare di rabbia si
              addice al guerriero degli eserciti del Re. Fare della guerra una scusa per vivere
              nel peccato è un crimine. Come nella guerra, il senso della guerra è farla
              finire il prima possibile, così il senso dell'Assoluzione sacramentale è far
              finire il peccatore di vivere nel suo peccato. Lacrime di coccodrillo, nessuna,
   
               
               PIETRO:
               Vorrei anche ricordare che “a volte è molto difficile per
              noi fare spazio nella pastorale all'amore incondizionato di Dio” (Amoris laetitia 311), ma dobbiamo
              impararlo. Seguendo San Giovanni Paolo II, sostengo che non si debbano
              pretendere dai fedeli propositi di emendamento troppo precisi e sicuri, che
              alla fine finiscono per essere astratti o addirittura egoistici, ma che anche
              la prevedibilità di una nuova caduta "non pregiudica l'autenticità del
              proposito" (San Giovanni Paolo II, Lettera al card. William W. Baum e ai
              partecipanti al corso annuale della Penitenzieria Apostolica, 22 marzo 1996,
              5).
   
               CRYS:
                   Siamo di nuovo alle solite. Il Padrino della Nuova
              Teologia, abituato a dialogare con i criminali in patria, crede di poter
              negoziare con il suo Divino Signore la coesistenza tra Cristo e il peccato.
              Invoca lo Spirito Santo in Giovanni Paolo II come chi chiama un morto al banco
              dei testimoni. L'Amore di Dio è incondizionato verso il peccatore? "Va' e
              non peccare più" o è reale, solido, fermo e chiaro condizionato? Capiamo
              che come non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere, non c'è peggior analfabeta
              di chi non vuole leggere.
   
               
               PIETRO:
               Infine, dovrebbe essere chiaro che tutte le condizioni
              che di solito vengono poste alla confessione non sono generalmente applicabili
              quando la persona si trova in una situazione di agonia, o con capacità mentali
              e psichiche molto limitate.
                   
               CRYS:
                   Un figlio di Dio non può ignorare che la nostra Santa
              Madre Chiesa vive nello spirito del suo Sposo, che cerca la salvezza di tutti
              gli uomini. Né può ignorare che la Verità che lo Spirito Santo ha manifestato
              come naturale alla condizione degli uomini soggetti alla Scienza del bene e del
              male, "non faccio il bene che voglio, ma il male che non cerco", è
              legge per ogni essere di carne e sangue, al cui Genere appartiene ogni servo di
              Dio, sia esso vescovo, diacono o Papa.
   Se il sacerdote fosse santo grazie alla tonaca, la legge:
  "Siate santi come io sono santo", non avrebbe senso. La santità è un
              cammino, una lotta costante contro il diavolo, il mondo e la morte. Il servo di
              Cristo non può allontanarsi dalla Casa del suo Signore, costruita per la sua
              Sposa e Madre dei suoi figli in Dio. La Legge del suo Signore è eterna; la
              Teologia divina, la sua Eredità, è stata sigillata nei Concili universali. Una
              nuova teologia, come quella che questa nuova corrente interna alla chiesa vuole
              imporre, significa dichiarare Cristo nemico di Dio. L'unica risposta di Pietro
              alla santità non può che essere: VADE RETRO SATAN.
   
               
               
               
               CONCLUSIONE
                   
               Il diavolo sa che questa è la sua battaglia finale.
              L'unico baluardo contro cui le sue forze si stanno schiantando è la Casa di
              Cristo. Per molti secoli ha tentato di sedersi sul trono di San Pietro. Il suo
              obiettivo è la distruzione di tutta la vita sulla Terra, una vittoria
              impossibile finché il Signore e la Sua Sposa vivranno nella Legge di Colui che
              ha creato per Suo Figlio un Regno in cui tutti gli esseri sono Cittadini, tutti
              soggetti alla Legge della Verità, della Giustizia e della Pace, e nessuno, né
              in Cielo né sulla Terra, nessuno in Cielo è al di fuori della Legge.
               Il peccato è la porta attraverso la quale la morte entra
              nella creazione di Dio. Una porta che noi, figli di Dio, afferreremo,
              chiudendola in modo che nessuno possa riaprirla. Che cosa sia il peccato è
              definito dalla Legge divina. Non commettere atti impuri non è un consiglio, è
              il dovere di allontanarsi dal peccato; disobbedire alla Legge, giustificando il
              peccato nel peccatore sulla base di una misericordia che si riversa
              perfettamente nell'obbedienza, significa rifiutare il giudizio divino: va' e
              non peccare più. Finché non si produce questa obbedienza non ci può essere
              benedizione. Quando il peccatore vuole rimanere nel peccato sotto l'armatura di
              una Misericordia sacramentale che annulla la Parola del Signore, colui che
              benedice è colpevole agli occhi del Giudice divino quanto colui che pecca.
              Infatti, chi benedice, contro Dio, scagiona il peccatore dai suoi futuri
              peccati. L'assoluzione del reato contro le leggi civili da parte del sacerdote,
              in risposta a un pentimento che lo libera dalla pena dovuta al suo crimine,
              rende la Chiesa co-protagonista del reato.
                   La Chiesa, la Casa fondata da Dio, è il Corpo di Cristo,
              e come tale il sacerdote è generato nell'uomo a immagine e somiglianza del suo
              Sommo Sacerdote, Gesù.
               L'apertura delle donne al sacerdozio, l'idea stessa di
              discuterne, è una sfida a Dio, il Padre della Chiesa cattolica. Il fondamento
              di GESÙ CRISTO è perfetto, l'invincibilità dimostrata nei duemila anni di
              storia universale del cristianesimo.  Non
              è Dio che deve modernizzare la sua Sapienza, che rende i bambini adatti a
              capire il suo Amore; è l'uomo che deve rifiutare ogni teologia che rende i suoi
              servi degli dei in mezzo al mondo.
   Ogni servo è soggetto al Contratto. Non è il Trono di San
              Pietro che viene infangato dai suoi successori; il Trono di Pietro è mantenuto
              dalla Volontà di Dio; ma il servo che rompe il Contratto che lo lega a servire
              il suo Signore secondo la Legge di Dio, quel servo rompe il suo Contratto e
              deve rispondere davanti a Dio dei suoi crimini, come si vedrà al Giudizio
              Universale, quando ogni uomo sarà chiamato a rispondere delle sue azioni,
              parole e pensieri davanti al Signore dell'Eternità.
               Chi crede che la sua tonaca lo protegga dal suo Signore
              ha perso il senno. La Parola di Dio è ferma: “Via da me, maledetti del Padre
              mio, non vi ho mai conosciuti”. Ora, chi vuole sfidare Dio a condannarlo contro
              la Parola di Suo Figlio: “Chi crede in me non è giudicato”, proprio perché usa
              questa Benedizione per maledire con le sue azioni, con le parole e con i
              pensieri, il Nome di Dio tra coloro che hanno bisogno di conoscere la Salvezza,
              lo faccia.
               È anche scritto: “Maledetto chi si volge indietro”,
              parlando di coloro che, ritenendo troppo crudele il Giudizio contro Satana e i
              suoi servitori, chinano il capo lamentandosi del Giudizio.
                   Non c'è nessuna alleanza tra la luce e le tenebre, nessun
              tipo di alleanza tra i figli del Re dell'Inferno e i figli del Re del Cielo. La
              Chiesa è eterna fin dal suo inizio. Se il peccatore non corregge la sua
              condotta, la sua anima è sulla sua testa. Se corregge la sua condotta, il
              Signore e la Sua Chiesa hanno le braccia aperte per benedirlo e dargli forza.
                   La donna non appartiene e non può appartenere al corpo
              sacerdotale cattolico.
                   Questa è la dottrina dello Spirito Santo fin dalla
              nascita della Chiesa.
                   
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|  | LA VERITÀ GENERERÀ LA GIUSTIZIAEIL FRUTTO DELLA GIUSTIZIA SARÀ LA PACE. |  |