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Cristo Raul.org

LA STORIA DIVINA DI GESÙ CRISTO

 

ANALISI DEI CINQUE DUBBI DEI CARDINALI AL VESCOVO DI ROMA

E

A SUA RISPOSTA ALLA LUCE DELLO SPIRITO DI UN FIGLIO DEL SIGNORE E RE GESÙ CRISTO.

 

Cristo Raul De Yavé-Sión

 

 

Questa è la volontà attuale di Dio:

“CHE TUTTE LE CHIESE SIANO UNITE IN UNA SOLA”

 

 

Nel nome di Gesù Cristo:

 

 

INTRODUZIONE

L'ETERNITÀ DELLO SPIRITO DI DIO

 

 

Può la Chiesa condannare ciò che il suo Signore ha benedetto? E viceversa, può la Sposa benedire ciò che il suo Sposo ha condannato?

Nel 2023 abbiamo assistito all'inizio di una discussione interna basata sull'apertura del Vescovo di Roma alla reinterpretazione della Bibbia a causa del progresso sociale dei secoli. Questa discussione, che viene messa a tacere mettendo sul tavolo il terrore dell'Infallibilità Pontificia, Infallibilità assegnata dal Vescovo di Roma a un Collegio di vescovi, laici e donne che esercitano una segreteria privata dalla quale, a quanto pare, dipenderà d'ora in poi il Pensiero di Cristo, imponendo in un certo senso alla Parola del Signore, che vive nei suoi Vescovi, quella dei suoi colleghi sinodali.... La discussione che, toccando la Fede dei figli di Dio, e quindi di tutto il popolo cristiano, risveglia i nostri pensieri in difesa della Dottrina della Divinità, tanto più urgente è la necessità di insorgere a causa delle catastrofi subite dalla cristianità a causa di tanti “santi padri” (non chiamate nessuno “padre: Il Padre vostro è Dio; non chiamate nessuno “santo”, Santo è solo Dio, il Padre vostro che è nei cieli)... santi padri che hanno vissuto nel crimine descritto: “Per causa vostra il nome di Dio è bestemmiato”. Accuse di qualsiasi tipo, giudizio riservato al Signore che con le loro azioni hanno bestemmiato e con i loro crimini hanno allontanato molti uomini dalla Fede dei loro padri.  Reati e crimini registrati dagli storici e resi noti a tutti coloro che amano la verità per essere liberati dall'ignoranza di porre l'obbedienza dovuta al Signore ai piedi dei suoi servi. Infatti, se i santi padri non avessero mai commesso atti propri dei nemici della Salvezza delle nazioni, ogni critica ai loro pensieri e alle loro parole sarebbe degna di scomunica; ma... la Storia del Cristianesimo e della Chiesa è scritta per coloro che, amando la Verità al di sopra di ogni cosa, la difendono, senza tregua e senza quartiere, contro coloro che, seguendo l'esempio dei demoni, sfidano Dio nella malvagia convinzione di poterla fare franca con i loro crimini, mettendo un cuneo tra Dio Padre e Dio Creatore: come se in Dio ci fossero due spiriti! Nessuno deve infatti dimenticare che Satana era un figlio di Dio prima di cadere nell'abisso di dichiararsi nemico della morte del Figlio di Dio.

La storia del cristianesimo è aperta a tutti, oggi più che mai, perché tutti possano vedere alla luce dell'intelligenza il vero volto del Signore che tutti i sacerdoti servono. Questo Signore è “il Padre nostro che è nei cieli: Dio con noi”.... e perché Egli è sempre “con noi”, eppure i vescovi di Roma hanno agito per molti secoli come se Dio ci avesse mentito, o si fosse preso gioco di tutti noi chiamando il suo Cristo...: “Dio con noi”... ; e vista la natura dei crimini che in quelle epoche di “santi e sante criminali” sono stati scagliati contro il volto di Cristo, crimini così orrendi che il Vaticano non ha sprecato forze per cancellare tali atroci comportamenti dagli studi di Storia del Cristianesimo, fino a giustificarli in necessità ingiustificabili, il cui dissenso era legato al muro della scomunica, riservata esclusivamente a coloro che disprezzando l'immagine divina di Cristo si aggrappano a quella di Satana, le cui tenebre dell'anima vivevano in quelle di quei vescovi di Roma e dei loro colleghi installati nella bestemmia del nome di Dio.... ; Poiché la Fede è il Tesoro Divino di cui ogni cristiano è erede, per la cui Grazia piantiamo le nostre tende nella vita eterna, la Verità Divina ci pone davanti agli occhi il dovere di vegliare sulla nostra Eredità, per evitare che una nuova era di bestemmia del Nome del Signore da parte dei Suoi servi cresca nella Divisione tra noi che abbiamo proprio nel Signore della Chiesa Cattolica il nostro Padre che è nei Cieli.

Così, poiché i dubbi che la dottrina morale del nuovo vescovo romano, diffusa su tutta la Terra dal vento dello Spirito, sono già causa di procedimenti di scomunica contro coloro che credono che la Parola di Dio è eterna, e rifiutano di accettare la possibilità di una Re-Interpretazione della Parola biblica da parte di un collegio di segretari del Papa, al cui sinodo il vescovo di Roma delega il suo Potere, cioè di mandare all'Inferno i sacerdoti scelti dal Signore della Chiesa Cattolica:  mandare all'inferno i sacerdoti scelti dallo Spirito Santo per il culto di Dio davanti alle nazioni, e questo potere è sostenuto da un'infallibilità pontificia che lo pone persino al di sopra del suo Signore: Unico Giudice sulle cui labbra riposa il potere di aprire o chiudere le porte del paradiso.... ; la ribellione alla Fraternità Sacerdotale Universale, naturale allo Spirito Conciliare, consumata nel Concilio di Costanza, da cui è derivata, come causa ed effetto, la condotta immorale dei papi del XV secolo, condotta di cui dovranno rispondere davanti al Signore nel cui nome hanno bestemmiato il Nome di Dio, la porta attraverso la quale Satana si è intrufolato per bestemmiare la Gloria della Sposa del Signore, che essi pretendevano di servire con i loro crimini e le loro orge, un fuoco che ha fatto bruciare l'Europa cattolica in una guerra civile per due lunghi secoli.... ; questo è noto e visto che il Concilio Vaticano II ha ripristinato l'Infallibilità del Vescovo di Roma, riaprendo la porta a una successione esposta alla condotta immorale di quei servi della chiesa, esponendo la Chiesa cattolica a essere nuovamente rinchiusa nelle segrete del Vaticano, con il danno aggiuntivo di un nuovo diluvio di sangue che ricade sulle anime dei popoli cristiani...; di fronte a questi FATTI, un figlio di Dio non può tacere, facendo tacere il suo Spirito: anteporre al Timore dovuto al Signore “il Terrore di un Servo di quel Signore” è un atto di negazione di Dio; Una Verità incontaminata da cui consegue che se nel figlio del Signore, nato per glorificare suo Padre, si accende il fuoco dello Zelo del suo Dio, quanto meno il Signore resterà a braccia conserte quando una parte dei suoi servi tornerà sul terreno di quelle tenebre sotto la cui oscurità il Malvagio Seminatore trovò la sua ora per compiere la semina della zizzania del Protestantesimo, da cui il Nemico del Signore confidava di ottenere la Distruzione della Nostra Santa Madre la Chiesa Cattolica!

Cioè, se il Signore non fosse Dio, né io né nessun altro saremmo figli di Dio. Ma poiché il Signore è il Re, la vita di tutti i suoi figli è nelle sue mani per fare la sua volontà secondo il suo Spirito eterno e mai secondo le circostanze dei secoli.

Detto questo, è necessario e buono cominciare dall'inizio.

Potrebbe una creatura condividere la vita eterna con il suo Creatore se lo spirito di Dio oscillasse a capriccio dal SI al NO e dal NO al SI?

Si può essere così miseramente attaccati alla volontà di vivere da aggrapparsi all'esistenza in modalità infernale? 

Chi sono coloro che, affermando il loro desiderio di vita, dimenticano che lo Spirito di Dio si è formato nell'Eternità?

Proprio perché la personalità del nostro Creatore è perfetta, immacolata, incorruttibile, eccelsa, l'intera creazione, sapendo che l'eternità non scuoterà le fondamenta del nostro desiderio di vita eterna a immagine e somiglianza del nostro Re e Signore, ha piantato le sue tende sulla roccia del suo Spirito.

La creazione non aspira a essere “dio”, ma a partecipare alla sua vita, una speranza tanto più felice quando, come Padre, ci solleva tra le sue braccia e ci circonda con l'amore naturale che sostiene, nutre e fa crescere i suoi figli.  Questo e nessun altro è il Vangelo del nostro Padre, Gesù Cristo, attraverso il quale ereditiamo il potere di essere figli di Dio.

Questo Vangelo è eterno, la Dottrina del Regno dei Cieli è eterna, non è soggetta alle circostanze dei tempi, né ai loro condizionamenti, né in bene né in male. Dio è oggi, domani e sempre: “colui che è”. E chi cerca di condizionare la Sua Parola alle trasformazioni intellettuali delle epoche, sta conducendo il gregge verso il precipizio; una direzione che, essendo figli del Signore e perché siamo figli di Dio, abbiamo la responsabilità e il dovere di impedire che una tale deviazione riporti le chiese sul terreno della divisione ecclesiale e della conseguente guerra civile tra le nazioni cristiane.

Il principe delle tenebre sa che la sua Ora Finale è vicina, perché il Nuovo Giorno sta sorgendo, sa che il suo tempo sta per scadere e cerca disperatamente di condurre le nazioni nell'abisso.

Detto questo, segue la verità: i vescovi non sono stati generati per ingrassare a spese delle pecore, ma per vegliare sul gregge, per mantenerlo unito e per opporsi ai lupi. Abbiamo già visto i pastori dare ai lupi le pecore più grasse per dividere insieme la mensa in guerre, orge e malvagità, che se nel mondo civile si chiama corruzione, nel mondo religioso si chiama abominio, contro il quale è scritta la Parola del Signore che essi servono, da temere:

“Allontanatevi da me, maledetti del Padre mio, che non vi ho mai conosciuti”.

 Tradotto in cristiano: chi pensa che per il fatto di essere un servo sia libero di imitare il diavolo e di disprezzare con parole, azioni e omissioni il suo Signore, dovrebbe essere allontanato subito dal suo ufficio.

Quando eravamo bambini siamo stati tenuti nell'ignoranza... “per il nostro bene”. Quando siamo cresciuti capiamo che condannare i nostri genitori per ciò che consideravano buono, non è giusto; e infatti la lettura degli Atti dei Papi risveglia un potente fuoco in coloro che non hanno lo spirito maturo. In questo campo, lo scandalo è la virtù degli ignoranti. Eppure non c'è ignorante più fatale per chi lo circonda di colui che, sapendo che la guerra tra Cristo e il Diavolo è ancora viva, fa il BUONO, si veste da santo padre e dimentica che una guerra tra nemici giurati concentra le sue batterie contro il nucleo da cui provengono i migliori soldati.

Morta la regina, la strada contro il re è aperta!

Dimenticare questa semplice legge e indossare i sandali di Pietro per distribuire benedizioni senza guardare a chi, nella convinzione di essere migliori di Dio stesso è, in sé e per sé, un richiamo per tutti i servi e i figli del Signore, contro la cui Gloria un ulteriore rinnegamento di Pietro sarebbe cadere ipso facto nell'Eresia.

La parola del Re e Signore Gesù Cristo è ferma: 

“Nessun sacerdote della condizione di Alessandro VI potrà occupare di nuovo la successione di Pietro”.

Abbiamo letto e imparato che la natura dei crimini dei successori di Pietro e dei loro segretari personali è cambiata nel corso dei secoli. Abbiamo visto nei libri la Verità che la Realtà non può negare: sacerdoti meravigliosi nelle loro parrocchie e nei loro conventi diventavano assassini non appena indossavano l'anello della Sposa di Cristo.

Non rimanere in guardia contro quella malattia dei servi che imitavano le successioni pontificie del tempio ebraico, con le quali uccidevano e assassinavano i loro stessi fratelli, e voltarsi dall'altra parte per paura del potere della scomunica, significa inginocchiarsi a una creatura e voltare le spalle al Creatore. La Legge dice:

“Lo spirito di YAVÉ è spirito di saggezza e di intelligenza, di comprensione e di forza, di consiglio e di timore di DIO”.

Il terrore della scomunica di un Pietro che dà per immagine di Dio la natura viziata del mondo è, senza Dubia, gettarsi nelle braccia del Maligno. Non voglio dire che Pietro sia in questa linea di fuoco al servizio del Diavolo. Sì, per avvertire tutti i figli di Dio che il nostro Padre è il Re e Signore Gesù Cristo, e qualsiasi parola, pensiero e azione che tenti di contrastare la Sua gloria è un crimine contro la Sua salvezza, di cui gli autori risponderanno, indipendentemente da chi siano e da quale carica ricoprano nella Sua Casa.

Se qualcuno pensa che per il fatto di essere un servo è libero di mettere in ginocchio il figlio del suo Signore ....; nemmeno il figlio del Re può mettere in ginocchio sua Madre davanti al suo spirito. Né l'uno né l'altro. L'amore è, senza dubitare, alla stessa Persona divina: Sposo e Padre, Signore e Re, il nostro Gesù Cristo, attraverso il quale sappiamo che Dio è Eterno e il suo Verbo è Dio; ergo: il suo SI è la gola infinita della nostra Felicità, il suo NO l'Orizzonte che fa della nostra Libertà il suo Paradiso.

Le cinque domande o Dubbi che i Cardinali hanno rivolto a Pietro e che hanno suscitato tanto scalpore intellettuale da aprire il vaso di Pandora della scomunica contro i servi del Signore che hanno preferito rimanere nella Parola piuttosto che adattarsi al Secolo, sono le seguenti:

 

 

 

DUBIA

1

 ...sulla pretesa che la Rivelazione divina debba essere reinterpretata secondo i cambiamenti culturali e antropologici in voga.

2

...sull'affermazione che la pratica diffusa di benedire le unioni omosessuali sia in accordo con la Rivelazione e il Magistero.

3

 ... sull'affermazione che la sinodalità è una "dimensione costitutiva della Chiesa", per cui la Chiesa sarebbe sinodale per natura.

4

... sul sostegno di pastori e teologi alla teoria secondo cui "la teologia della Chiesa è cambiata" e, quindi, l'ordinazione sacerdotale può essere conferita alle donne.

5

... sull'affermazione "il perdono è un diritto umano" e sull'insistenza del Santo Padre sul dovere di assolvere tutti e sempre, per cui il pentimento non è una condizione necessaria per l'assoluzione sacramentale.

 

 

 

 

PARTE PRIMA

REINTERPRETAZIONE DELLA NATURA ETERNA DELLA BIBBIA

 

 

 

A questi cinque dubbi dei cardinali il successore di Pietro ha dato una sua risposta, basata sull'intelligenza dei suoi “segretari” nel comprendere la Dottrina del regno dei cieli e la sua relazione con il Secolo. Il primo Dubbio ci invita ad alzare gli occhi quando dice che: 

“la Rivelazione divina deve essere reinterpretata secondo i cambiamenti culturali e antropologici in voga”.

L'inversione cristiana che questa opinione umana osa sollevare contro la Sapienza divina è assoluta. Dio, infatti, non ci ha mandato suo Figlio per adattare il suo Spirito a quello dei secoli. Sappiamo tutti che l'Unigenito e Primogenito di Dio è stato inviato a noi per innalzare il nostro sguardo al suo Essere e, già nato, per partecipare alla sua Salvezza con i pieni diritti di un Cittadino del suo Regno, per sottomettere al suo Spirito tutti i progressi culturali e antropologici; così che non è il Creatore che deve abbandonare "l'essere ciò che è", Dio, ma la sua Creazione che deve innalzarsi all'altezza del suo Spirito, perché questo è il Mistero della Fede: darci il Potere di essere figli di Dio. 

La continuazione dei Cardinali a questo Dubbio si conclude con un clamoroso: “il Magistero non è superiore alla Parola di Dio, ma insegna solo ciò che è stato tramandato”.

Verità onnipotente, sigillata nel Concilio Vaticano II, che dice tutto. L'uomo non ha inventato il Vangelo. Il Verbo fatto Uomo è l'Origine del Magistero della Chiesa. Inventare argomenti che relativizzano questa Realtà Divina significa separarsi dal Signore e aprire la finestra della Casa per far entrare la Morte.

La Chiesa ha un solo e unico Magistero. Noi, figli di Dio, riconosciamo solo questo unico magistero del Signore Gesù. Riconosciamo il magistero di Pietro perché è il magistero del suo Signore. Ma se Pietro pone il suo “magistero personale” al di sopra della natura del “magistero della Chiesa”, noi figli di Dio diremo oggi, domani e per l'eternità: che non riconosciamo il magistero personale con cui un individuo abroga quello del Signore e impone il proprio, pena la scomunica. La fedeltà a Dio è al di sopra di tutti i poteri del mondo, anche al di sopra del potere di Pietro, come si è visto nella sua disputa con Paolo.

Che cos'è questo magistero della Chiesa? Lo sappiamo tutti e Dio lo ha riassunto per noi in una frase eterna:

“Io sono quello che sono”.

Non c'è alcun cambiamento di giudizio nell'Essere del Creatore dell'Universo a seconda delle circostanze che la Scienza del bene e del male ha dispiegato. Il Dio prima della caduta è lo stesso Dio dopo la risurrezione; è per sempre nostro Padre, Signore e Re. Nel suo essere non c'è spazio per il sì di oggi e il no di domani che era il sì di ieri. Questa fedeltà al Suo Essere, forgiata nel fuoco dell'Eternità, è la Garanzia della nostra Felicità eterna, grazie alla quale sappiamo che l'Amore del Creatore per la Sua Creazione è quello di un padre amorosissimo per i Suoi figli, un amore di Padre che viene ricambiato dai Suoi figli con la Felicità di chi si sente amato senza fessure o vuoti di cuore.

DIO È AMORE! E l'amore di un Padre. Conoscere e capire cosa significa “LUI È CHI È” significa capire perché insieme alla Saggezza, all'intelligenza, alla comprensione, alla fortezza e al consiglio, si aggiunge “E IL TIMORE DI YAVÉ “.

 Chiunque creda che:

La Rivelazione divina è vincolante per sempre, immutabile e quindi non può essere contraddetta, secondo il dettame del Concilio Vaticano II, che al Dio che rivela è dovuta l'obbedienza della fede; che ciò che è rivelato per la salvezza di tutti deve rimanere per sempre integro e vivo, ed essere tramandato a tutte le generazioni, e che il progresso della comprensione non implica alcun cambiamento nella verità delle cose e delle parole, perché la fede è stata tramandata una volta per tutte ....

... Colui che vive in questa Dichiarazione è la bocca di Dio nel mondo, le labbra attraverso le quali il Signore si esprime davanti a tutta la sua creazione, oggi e sempre.

Il Magistero del Signore è il Corpo Vivente della Chiesa, attraverso la cui bocca viene dichiarata a tutti la Sua Gloria e la Sua Salvezza, e la Sua Sposa non ha altra Parola che quella che ha ereditato dal suo Signore, che non è venuto ad abolire la Legge di Mosè, ma a portarla alla sua perfezione attraverso l'Amore. L'amore per la perdita dell'amato è il principio del timore di Dio. Pertanto, se qualcuno crede che il Magistero del Signore, l'Eredità della Sua Sposa, debba essere subordinato ai valori del secolo, si sbaglia.

Pietro, per giustificare l'ingiustificabile, dice ora della Reinterpretazione della Rivelazione divina, esponendo il Pensiero di Cristo, suo Signore, ai venti del tempo: 

 

 

“Cari fratelli,

anche se non sempre ritengo prudente rispondere alle domande che mi vengono rivolte direttamente, e sarebbe impossibile rispondere a tutte, in questo caso ho ritenuto opportuno farlo a causa della vicinanza del Sinodo.

 

PIETRO:

I cambiamenti culturali e le nuove sfide della storia non modificano la Rivelazione, ma possono stimolarci a rendere più espliciti alcuni aspetti della sua straripante ricchezza che offre sempre di più.

 

CRYS:

La nostra Madre ha un altro stimolo più grande, glorioso e divino che essere la Sposa del Signore?

Quale ricchezza più sublime può esserci che offrire la vita eterna nel nome del suo Signore a tutti coloro che credono che il suo Sposo è l'unigenito e primogenito Figlio di Dio? 

Quale discorso più profondo di 2.000 anni di vittorie contro gli elementi scatenati contro le loro mura dal mondo, dal diavolo e dalla morte?

 Quale canto di lode più alto si può innalzare al nostro Padre se non quello di aver sostenuto con il suo braccio la casa della sua sposa?

Cosa intendono i teologi e gli esegeti: ricevere ricompense per preghiere senza spirito, alla maniera di oratori senza coscienza, ma consapevoli della natura delle ricompense che Pietro getterà sui suoi nuovi schiavi?

Chi vuole rendere il Discepolo più grande del suo Maestro?

Il magistero di Pietro ha un solo discorso eterno, onnipotente e onnisciente:

"Tu sei il Figlio del Dio vivente".

Aggiungere o sottrarre parole o lettere a questa Sapienza dell'Eternità significa fare di Pietro un idolo.

 

 

PIETRO:

È inevitabile che questo porti a una migliore espressione di alcune affermazioni passate del Magistero, e di fatto lo ha fatto nel corso della storia.

 

CRYS:

Ancora una volta, i cambiamenti culturali e le nuove sfide della Storia si realizzano nella Chiesa all'interno del Magistero del suo Signore. All'interno delle mura della Sua Verità Eterna l'orizzonte della crescita delle scienze si apre in rami, tutti emergenti dallo stesso tronco: la Scienza della Creazione.

Nessun magistero può cambiare questo fatto. 

Poiché le scienze umane hanno voluto staccarsi dal Tronco della Creazione, il XX secolo è sprofondato nell'abisso delle Guerre Mondiali: gli uomini, trasformati in bestie omicide la cui fame e sete di potere e di ricchezza non conoscevano limiti, si divoravano l'un l'altro come demoni, sacrificando vittime innocenti a milioni al loro immondo dio: Satana.  La costante denuncia profetica contro tali repliche è il vero campo magisteriale della Chiesa di fronte a questo secolo.   

 

 

PIETRO:

D'altra parte, è vero che il Magistero non è superiore alla Parola di Dio, ma è anche vero che sia i testi della Scrittura che le testimonianze della Tradizione hanno bisogno di un'interpretazione che permetta di distinguere la loro sostanza perenne dai condizionamenti culturali.

 

CRYS:

È vero che “il Magistero non è superiore alla Parola di Dio?”… Pietro è forse ubriaco? Chi sono, tra i suoi segretari privati, coloro che contestano la possibilità di un allineamento tra la parola degli uomini e la Parola di Dio?

Il magistero della Chiesa non è forse il magistero del loro Signore? Chi dice che uno è il magistero della Chiesa e un altro quello del loro Signore e Sposo?

Come può Pietro aprire le orecchie a tali falsi servitori e non scandalizzarsi della possibilità stessa di distinguere tra la Parola della Chiesa e la Parola del suo Signore! Il suo Signore ha forse cessato di essere Vero Dio da Vero Dio?

Le tradizioni sono un prodotto della natura dell'ignoranza dei secoli. Cambiano i loro simboli popolari a seconda della crescita dell'intelligenza del popolo cristiano. Ma la Parola di Dio è eterna. 

Chi interpreta la Parola di Dio secondo le trasformazioni naturali dei secoli apre la porta della Chiesa al diavolo. Tuttavia, tutti i figli di Dio sanno, perché la nostra Madre Chiesa ce lo ha insegnato, che la Porta è il Signore.

 

 

PIETRO:

È importante sottolineare che ciò che non può cambiare è ciò che è stato rivelato “per la salvezza di tutti”. Perciò la Chiesa deve costantemente discernere tra ciò che è essenziale per la salvezza e ciò che è secondario o meno direttamente collegato a questo obiettivo. A questo proposito mi interessa ricordare quanto affermava San Tommaso d'Aquino: “quanto più si scende al particolare, tanto più aumenta l'indeterminatezza”.

 

CRYS:

Non potrebbe essere più chiaro. Il Magistero della Chiesa è il Magistero dello Spirito Santo, che ha dispiegato la sua Dottrina attraverso i secoli per la maturità del Popolo cristiano. Tutti i cristiani si avvicinano al Salvatore attraverso i suoi sacerdoti, e molti sono separati dalla salvezza dall'orgoglio di alcuni sacerdoti ai quali la Dottrina della Salvezza sembra obsoleta nel linguaggio del secolo.

Dio è uno, in tre Persone; la sua Dottrina è una nelle tre Persone.

Non c'è divisione tra Padre, Figlio e Spirito Santo.  In Cristo vivono il Padre e il Figlio, e Dio vive in Cristo, il cui Corpo è il Sacerdote.

Non era questa la dottrina degli Apostoli? Teologi ed esegeti vogliono forse scendere all'inferno per benedire il Nemico di Dio? 

 

 

PIETRO:

Infine, una singola formulazione di una verità non può mai essere compresa adeguatamente se sta da sola, isolata dal contesto ricco e armonioso di tutta la Rivelazione.

 

CRYS:

“Tu sei il Figlio del Dio vivente. Allontanati da me, Signore e Dio mio, perché sono un peccatore”.....

Che siano i teologi e gli esegeti a dirci cosa o cosa noi figli di Dio non capiamo. Che siano i servi a dire al figlio del loro Signore qual è il valore della Verità di suo Padre? Che la Rivelazione non sia perfetta o che l'uomo non essendo perfetto debba elevarsi alla perfezione? Che sia l'uomo a dover imparare la Scienza di Dio o che sia Dio a dover imparare la Scienza dagli uomini? Che sia la Creatura a disprezzare il suo Creatore perché non parla la lingua delle bestie?

Quale parte della Dichiarazione di Pietro sembra al suo Successore non del tutto comprensibile nella sua meravigliosa esposizione?

 

 

PIETRO:

La "gerarchia delle verità" implica anche la collocazione di ciascuna di esse nella giusta connessione con le verità più centrali e con la totalità dell'insegnamento della Chiesa.

 

CRYS:

“Io sono la Verità”.

Quando GESÙ CRISTO ha cessato di essere la Verità?

Quale gerarchia di verità esiste in Lui? Quale nuovo tipo di linguaggio apostolico questo collegio di segretari privati del Vescovo di Roma intende imporre alla Sposa di Cristo? Il loro Signore rimarrà in silenzio di fronte a questo nuovo orgoglio teologico che non si accontenta dell'Umiltà onnipotente e onnisciente della Parola scritta da Dio nel suo Vangelo?  Pensano di avere sufficiente potere intellettuale per emendare il Creatore del Cosmo e riscrivere il Vangelo della salvezza per riaprire le porte del Paradiso anche al Diavolo? Benediranno ciò che Dio ha condannato?

 

 

PIETRO:

Questo può portare, in ultima analisi, a modi diversi di esporre la stessa dottrina, anche se "a coloro che sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature, questo può sembrare una dispersione imperfetta. Ma la realtà è che tale varietà aiuta i vari aspetti dell'inesauribile ricchezza del Vangelo a manifestarsi e svilupparsi meglio".

 

CRYS:

In effetti, tutte le eresie sono state l'effetto finale di un modo diverso di esporre la stessa dottrina; modi diversi che portano tutti allo stesso campo di sterminio dell'unica vera dottrina di Dio: che se il Figlio è Dio, che se il Figlio è una creatura, che se il Figlio è della stessa natura del Padre, che se lo Spirito Santo procede dal Padre ma non dal Figlio, e così via. Tutti gli eretici, tutti i teologi, tutti gli esegeti, tutti caduti ai piedi della tentazione più antica del mondo: essere uguali agli dei, esseri "divini". Caduta che giustifica il loro idolo, dicendo:

 

 

PIETRO:

Ogni linea teologica ha i suoi rischi ma anche le sue opportunità.

 

CRYS:

Così, “il dubbio dei Servi di Cristo sulla convenienza e la necessità di reinterpretare la Parola di Dio”, la Dottrina della Salvezza, secondo l'intelligenza dei secoli, passa da essere un dubbio a metterci di fronte a un Errore, il cui frutto porta all'Eresia.

La Parola di Dio ha un solo interprete eterno, GESÙ CRISTO. Questa interpretazione è stata la Sua eredità alla Sua sposa, la Chiesa cattolica. Un'eredità che ha difeso per due millenni contro le forze di un mondo governato dalla morte. Questa è la sua Gloria, la Gloria della Sposa di Cristo, che niente e nessuno può toglierle; è sua per l'Eternità.

La grandezza della sua Dottrina sta nella sua divina semplicità, che anche i bambini comprendono. Infatti, se Dio avesse voluto sopraffare con la sua onniscienza i sapienti di questo mondo, non avrebbe scelto dei pescatori come suoi discepoli. La vittoria del Vangelo non sta nei discorsi secondo le leggi delle scienze oratorie; la sua grandezza sta nella sua semplicità.

Essere umili significa non rivestire la Dottrina con fili d'oro di un'oratoria filosofica adatta solo ai geni. Questa è la Dottrina del Vangelo: il Figlio di Dio si è fatto Uomo per mostrarci dal vivo l'immagine e la somiglianza a cui Dio ha chiamato gli uomini. Tutto ciò che toglie o aggiunge a questa umiltà viene dall'errore. Gli Apostoli non erano teologi; i Vescovi, loro successori, sbagliano quando vogliono anteporre la scienza degli uomini alla Sapienza di Dio.

Quando una linea teologica comporta il rischio di divisione, il suo autore firma contro se stesso la Sentenza:

“Guai a colui attraverso il quale viene lo scandalo”.

Che i teologi e gli esegeti applichino a se stessi il consiglio:

“È meglio cavare un occhio che gettare all'inferno tutto il corpo”.

Conclusione: la Dottrina del Vangelo non si tocca. Chi reinterpreta la Parola di Dio rifiuta l'interpretazione ereditata dalla Chiesa dal suo Signore e Sposo.

 

 

 

PARTE SECONDA

LA LEGGE DELL'ETERNITÀ

 

 

SECONDA DUBIA

“... sull'affermazione che la pratica diffusa di benedire le unioni omosessuali è coerente con la Rivelazione e il Magistero"”.

 

CRYS:

La Parola di Dio può essere abolita dalle tradizioni umane?

I cambiamenti morali dei tempi possono annullare la verità della Rivelazione cristiana?

La Parola di Dio non è più Dio?

Perché è avvenuta la Caduta?

Se c'è stata trasgressione, sarà perché la Parola di Dio è Legge.

“Dio disse” è la Rivelazione.  E Dio continua dicendo: “Come dalla trasgressione di un uomo venne la maledizione, dall'obbedienza di un altro uomo venne la benedizione”.

Quindi, se c'è stata trasgressione, sarà perché la Parola di Dio è Legge. Ma non esclusivamente per la Vita, perché Dio ha detto: “Sia la Luce”, e la Luce c'è stata; “Sia il Firmamento”, e il Firmamento c'è stato; “Ci siano le Stelle che separano la Luce dalle Tenebre”, e così è stato fatto.

Conclusione: la Parola di Dio, “il Verbo”, è la Legge per la Materia, lo Spazio e il Tempo. L'intero Cosmo ha nella Parola del suo Creatore la sua Legge. Quando dunque Dio dice: “Per mezzo del peccato la morte è entrata nel mondo”, e “il frutto del peccato è la morte”, e poiché c'è stato il peccato, e per mezzo del peccato la morte è entrata nell'uomo, il peccato è la disobbedienza alla sua Parola, sia perché essa è Legge, sia perché la sua Verità è invincibile. E quindi se con l'obbedienza è arrivata la benedizione, con la disobbedienza è arrivata la maledizione. Da qui si capisce che il peccato è definito nella Parola divina, e la disobbedienza alla sua verità implica l'apertura della porta del mondo alla morte.

Quando Dio dice “Non uccidere, non testimoniare il falso, non commettere adulterio, non commettere atti impuri mentendo con un uomo come con una donna, e con una donna: Con la donna come con l'uomo”, l'obbedienza è alla Verità contenuta nella Parola, per cui coloro che si abbandonano al Peccato credono che con la benedizione di un sacerdote possano sfuggire al frutto del Peccato, vanificando così la Verità Divina, “il frutto del peccato è la Morte”, costoro, sia il sacerdote che colui che si aggrappa alla sua veste, diventano schiavi della Morte per spargere il suo frutto su tutta la Terra e condurre le nazioni al loro sterminio.

Così la Legge dello Spirito e la Legge della Libertà sono governate dalla Legge della Verità Divina: “Se mangiate, morirete”.  Dio non tenta, né invita a sperimentare una Realtà che conosce in prima persona. Dio ha visto infinite volte questa legge trascinare mondi senza numero al cimitero della loro autodistruzione. Di conseguenza il Creatore, come un genitore trattiene la mano di un bambino che gioca inconsapevolmente con l'elettricità, svela alla sua Creazione la Verità; il Creatore ci svela la Legge dominante nell'Eternità, secondo la quale la Morte entra nel mondo attraverso la Porta del Peccato.

Come può dunque un servo, rinnegando il suo Signore, disprezzare la Verità che Dio svela alla sua creazione per impedirle di attraversare la Porta della sua Distruzione!

Il Signore disse a quella donna assediata da “uomini santi” che brandivano pietre nelle loro mani: non ti maledico, ti benedico? La Parola di Dio era chiara: “Va' e non peccare più”. Il peccato l'ha portata alla morte. Salvata dalla Grazia, il ritorno al peccato l'avrebbe riportata alla situazione in cui era stata scoperta. Da quel momento in poi era responsabilità della donna tornare al peccato e finire condannata a morte, oppure non tornare a mangiare di quel frutto e vivere per sempre.

Così, una benedizione sacerdotale che non implica questa obbedienza alla Parola divina: “Va' e non peccare più”, non è una benedizione davanti al Signore, ma adotta la benedizione come libertà di rimanere nel peccato: “Non commetterai atti impuri”, la benedizione diventa una maledizione davanti a Dio, perché rifiutando la Verità divina tiene aperta la porta attraverso la quale la Morte è entrata nel mondo, e cercando di rimanere nell'uomo, per trascinarlo nella polvere, si riveste di santità rifiutando che il frutto del Peccato è la Morte.

La benedizione dell'atto impuro, del peccato in generale, da parte del sacerdote, diventa così una maledizione che condanna la testa del peccatore. Dio non condannò la donna, ma non poté in alcun modo benedire la causa che la trascinò davanti ai suoi giudici. Il ritiro dal peccato era la porta che Egli le aveva aperto e che la donna poteva o non poteva attraversare, secondo la sua volontà.

Così, essendo il sacerdozio cattolico generato a immagine del Sacerdozio di Cristo, benedire il peccatore senza fare riferimento alla morte della sua fede per aver continuato a disobbedire alla Parola divina significa, da un lato, disprezzare il Signore che egli serve e, dall'altro, condannare il peccatore a cadere nelle braccia della morte. 

L'errore è così grave che disobbedendo al suo Magistero: “Figlio dell'uomo, se dici al peccatore: morirai, e il peccatore continua nel suo peccato, la sua anima sarà sul suo capo, ma se gli dici: morirai, ed egli cessa di morire, la sua anima sarà la tua gloria”, e perché il sacerdote volta le spalle allo spirito profetico del suo Signore: condanna se stesso e condanna tutti coloro che lo seguono nel suo errore. Perché la Parola della Sapienza dello Spirito Santo è sinonimo di Eternità: “Il frutto del peccato è la morte”. Verità che, disprezzata, ha causato la caduta dell'umanità sui campi di guerra, seimila anni di fratricidio mondiale!

Non allontanare il peccatore dal peccato è un atto di omissione; giustificare questa inosservanza del dovere apostolico con una benedizione, è agli occhi di Dio una trasgressione della Legge dell'Eternità.

È vero, Cristo ha abolito la pena del peccato nel seno della Legge di Mosè. Perciò non ha condannato la donna a subire la pena corrispondente al suo crimine, perché per nascita viveva sotto la legge dei Giudei. Gesù ha abolito la pena, liberando tutti noi da una Legge data esclusivamente per gli ebrei, fino alla venuta del Redentore; ma la Verità all'origine della Legge ha mantenuto la sua divinità, perciò le ha detto: “Va' e non peccare più”.

Chi pensa di poter abrogare la Verità con una benedizione, non solo nell'ambito del peccato di impurità, ma in relazione a tutto il resto, sbaglia. L'anima di tutti coloro che quel sacerdote benedice, invece di portarli alla Purezza Naturale dovuta alla legge della Creazione, è sulla sua testa. Ora, se qualcuno pensa di poter ingannare, sfidare o condannare Dio come crudele, che lo faccia, non si nasconda dietro la veste di Pietro.

I cardinali chiedono:

 “In principio” Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò e li benedisse perché fossero fecondi, quindi l'apostolo Paolo insegna che negare la differenza sessuale è una conseguenza del negare il Creatore. La domanda sorge spontanea: può la Chiesa derogare a questo “principio”, considerandolo un mero ideale, e accettare come “bene possibile” situazioni oggettivamente peccaminose, come le unioni omosessuali, senza venir meno alla dottrina rivelata?

La risposta del Vaticano è quella di menare il can per l'aia, di attenersi alla definizione di Procreazione senza entrare nella natura del Peccato che produce, inesorabilmente, la Morte del peccatore.

 

 

PIETRO:

La Chiesa ha una concezione molto chiara del matrimonio: un'unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli. Solo una tale unione si chiama “matrimonio”. Altre forme di unione la realizzano solo "in modo parziale e analogo", per questo non possono essere chiamate propriamente “matrimonio”.

 

CRYS:

Su questo non c'è nulla da commentare se non comprendere che il matrimonio civile non è valido agli occhi di Dio in quanto non essendo stato benedetto dal Suo Servo l'unione civile non produce i frutti dovuti al Suo Sacramento. Infatti, mentre la disobbedienza produce la morte, l'obbedienza produce la vita, e la vita abbondante davanti agli uomini e a Dio.

Infatti:

 

 

PIETRO:

Non è una mera questione di nomi, ma la realtà che chiamiamo matrimonio ha una costituzione essenziale unica che richiede un nome esclusivo, non applicabile ad altre realtà. È certamente molto di più di un semplice "ideale".

 

CRYS:

Parole in cui si vede come il Nuovo Magistero che vuole imporsi sul Magistero della Verità di Cristo mette da parte la Natura dell'Atto Procreativo, Atto in cui la Creatura e il suo Creatore sono uniti nella Creazione, per cui si chiama PROCREAZIONE: Atto in cui il Creatore chiama la sua Creatura a partecipare alla sua Creazione. La Creatura si unisce al suo Creatore nell'atto creativo attraverso la Procreazione.

Il Sacerdote si unisce a Dio per la salvezza di tutti gli uomini; gli uomini si uniscono al loro Creatore per mantenere la vita nella Creazione. È nel matrimonio cattolico che l'atto procreativo produce frutti per la vita. Al di fuori del matrimonio cattolico, l'atto procreativo si riduce a un atto animale, ma è molto di più di un semplice “ideale”!

 

 

PIETRO:

Per questo motivo la Chiesa evita qualsiasi tipo di rito o sacramento che possa contraddire questa convinzione e far credere che si riconosca come matrimonio qualcosa che non lo è.

 

CRYS:

Il Vescovo di Roma continua a evitare il magistero del suo Signore: “Va' e non peccare più”.

Sfida la pernice mettendo sul tavolo argomentazioni senza sostanza; mette da parte la natura divina dell'atto procreativo, in cui Dio delega la crescita dei suoi figli umani nelle mani dell'uomo e della donna. Non si tratta di evitare la confusione tra ciò che è Matrimonio cattolico e ciò che non lo è, il dovere del Sacerdote è quello di definire senza confusione cosa sia l'Atto procreativo cristiano, la sua natura e la sua gloria, e l'essenza del frutto della Benedizione della Chiesa sull'Uomo e sulla Donna che si assumono la Responsabilità delegata loro dal Creatore di entrambi, su cui piove la Sua Benedizione affinché il Matrimonio porti frutto per la Vita eterna.

Evitare... cosa?

Dov'è la contraddizione? Il matrimonio cattolico è un'unione spirituale, il matrimonio civile è un'unione animale.

Ai servi della Chiesa manca il coraggio di far parlare il loro Signore per bocca dei loro sacerdoti? Al di fuori del Matrimonio tra cristiani la benedizione per un atto sessuale di natura peccaminosa è un errore, che, se cresce, porta all'eresia!

 

 

PIETRO:

Nel trattare con le persone, però, non dobbiamo perdere la carità pastorale, che deve permeare tutte le nostre decisioni e i nostri atteggiamenti. La difesa della verità oggettiva non è l'unica espressione di questa carità, che è fatta anche di gentilezza, pazienza, comprensione, tenerezza e incoraggiamento. Perciò non possiamo diventare giudici che si limitano a negare, respingere, escludere.

 

CRYS:

Quando il Signore ha chiamato i suoi servi a essere giudici del mondo? A immagine e somiglianza di Cristo, il Padre nostro è venuto a salvare gli uomini, non a condannarli. Eppure non ha benedetto il peccato. Benedire il peccato che la Verità della Legge sostiene significa accusare Cristo di essere un Anticristo, cioè di essere ciò che non è.

Cristo era, è e sarà l'incarnazione della Verità divina; è la Chiesa; senza di Lui non c'è Chiesa. Con Lui e in Lui la Chiesa abolisce la pena dovuta al peccatore senza annullare l'effetto del peccato. 

E una volta separata la pena civile dal peccato, il peccatore è libero di scegliere tra la morte e la vita.  Il peccato produce la morte dell'anima del peccatore.

Senza l'anima, unica dell'essere umano, chiamata allo Spirito, l'uomo e la donna diventano animali, schiavi della legge della morte.

Il dovere spirituale e la missione salvifica dei servitori di Nostra Madre è seguire l'esempio del loro Signore e Sommo Pontefice: "Va' e non peccare più". Suggerire al peccatore che può peccare di nuovo perché non sarà condannato per il suo peccato è anticristiano. Un sacerdote non può benedire ciò che il suo Signore, in cui Dio vive e perché è Dio, condanna con la sua Parola: "Non commetterai atti impuri, non giacerai con gli uomini come con le donne...".

Prudenza?

 

 

 

PIETRO:

Quindi la prudenza pastorale deve discernere bene se ci sono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano una concezione sbagliata del matrimonio. Perché quando si chiede una benedizione si esprime una richiesta di aiuto a Dio, una richiesta di poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio.

 

CRYS

Davvero la prudenza pastorale viene definita la vigliaccheria di chi tace sulla Verità?

Ma di chi si parla?

 

 

PIETRO:

D'altra parte, se ci sono situazioni che da un punto di vista oggettivo non sono moralmente accettabili, la stessa carità pastorale esige che non si trattino semplicemente come "peccatori" altre persone la cui colpa o responsabilità può essere attenuata da vari fattori che influiscono sull'imputabilità soggettiva.

 

CRYS:

Sta giustificando la benedizione di sacerdoti che vivono nell'impurità che la Legge condanna?

La condotta di chi vuole vivere nel peccato è moralmente inaccettabile?  E non più vivere nel peccato, ma chi vuole rendere partecipe il Servo di Dio della sua convivenza con il peccato?

... Moralmente inaccettabile?

Cos'è tutto questo farfugliare di imputabilità soggettiva, di punto di vista oggettivo? Il servo giudicherà il suo Signore? La Parola divina è ambigua, soggetta a punti di vista oggettivi e soggettivi? Quando il sacerdote pecca... non è forse peccato? Nel sacerdote il peccato non produce forse la morte?

Non c'è altra oggettività in cielo e in terra che quella della Verità divina. Benedire il peccato abbandonando il peccatore al suo peccato è un errore gravissimo, il cui frutto è l'eresia.

La benedizione piove dal cielo attraverso la bocca della Chiesa su coloro che abbandonano il peccato e cercano in Dio la forza per mantenersi sulla via della vita eterna. Chi è che afferma il contrario? L'unica risposta della Chiesa al peccatore è quella del suo Signore: "Non ti condanno: va' e non peccare più". Aggiungere qualsiasi parola a questa risposta significa allontanarsi dalla Verità divina; nascondere la vigliaccheria sotto un mantello di gentilezza verso il peccatore... forse a causa di chi assolve i suoi caduti dalla tentazione peccaminosa in cui vive il mondo?

Ogni decisione sul peccatore che non abbia sulle labbra la risposta del Signore è un errore, e come il peccato produce la morte in ogni uomo, l'errore produce l'eresia nella Chiesa. La storia della Chiesa è testimone di questa verità.

 

 

PIETRO:

Le decisioni che, in alcune circostanze, possono rientrare nella prudenza pastorale, non devono necessariamente diventare una regola.

 

CRYS:

Cioè, ciò che è SI oggi può essere soggetto ad essere NO domani.

Conosciamo tutti la parola divina a questo proposito: "La tua parola sia Sì, Sì; No, No; tutto ciò che eccede viene dal Male".

Insisto. Essendo il sacerdote cattolico generato a immagine e somiglianza del sacerdozio di Cristo, dire ciò che questo servitore della Chiesa ha scritto significa voltare le spalle al suo Spirito. La Chiesa non ha che una parola, e non c'è legittima prudenza pastorale che possa essere riconosciuta come divina quando si tratta di abolire la Parola di Dio per adattarla alle circostanze dei secoli. Dio è eterno, la Sua Verità non è soggetta ai tempi!

 

 

PIETRO:

Cioè, non è opportuno che una Diocesi, una Conferenza episcopale o qualsiasi altra struttura ecclesiale abiliti costantemente e ufficialmente procedure o riti per ogni tipo di questione, poiché tutto “ciò che fa parte di un discernimento pratico davanti a una situazione particolare non può essere elevato alla categoria di norma”, perché questo “darebbe luogo a una casistica insopportabile”.

 

CRYS:

Ancora la stessa cosa. Dite Sì oggi per oggi, e domani vedremo.

Il Servo è vecchio, gli manca la forza della giovinezza, e cede alle circostanze come chi, credendo di aver conquistato la vita eterna, abbandona gli uomini al loro destino. Ogni uomo e ogni donna devono sapere che il peccato bussa alla porta di tutti, e spetta a ciascuno dire ciò che disse il nostro Salvatore: “Vade Retro, Satana”, o cadere in ginocchio in un atto di adorazione del Diavolo in cambio di Potere e Ricchezza.

È compito del Sacerdote definire ciò che è Bene e ciò che è Male, ciò che è Santità e ciò che è Peccato, affinché la Verità rafforzi la forza di tutti, e ogni essere ripeta la Parola del suo Creatore sulla Terra: “Vade retro Satana”.

...Ma se è il sacerdote che si è inginocchiato davanti a Satana....

 

 

PIETRO:

Il diritto canonico non deve e non può coprire tutto, e nemmeno le Conferenze episcopali pretendono di farlo con i loro vari documenti e protocolli, perché la vita della Chiesa passa attraverso molti canali oltre a quelli normativi.

 

CRYS:

Eppure la vita della Chiesa può percorrere una sola via, quella del suo Signore.

 

 

 

PARTE TERZA

LO SPIRITO DI YAVÉ. LA DOTTRINA DELLA SALVEZZA E LA DOTTRINA DEL PECCATO.

 

 

I figli di Dio sanno leggere e, poiché sappiamo e possiamo leggere, comprendiamo cosa significa: “La lettera uccide, lo Spirito dà la vita”. Continuiamo a leggere: “Lo Spirito di YAVÉ è spirito di sapienza e di intelligenza, di comprensione e di forza, di consiglio e di timore di DIO”.

Il Libro di Dio è per il nostro spirito ciò che per il fiume è la sorgente che scende dai monti alla terraferma, e attraverso le valli, si fa strada attraverso terre sconosciute fino all'oceano. Sconosciuto ma sempre in corsa sulle ali di un'energia invincibile che lo condurrà trionfalmente al mare. La nostra libertà è tanto più gloriosa perché la nostra fonte ha origine nella Montagna di Dio. È Dio in persona che ci apre il suo essere alla vita eterna. Eppure, essendo suoi figli e amandolo con tutto il cuore e con tutta la mente, nel nostro spirito vive il TIMORE DI DIO... perché “LUI è colui che è”. E proprio perché “Egli è colui che è”, il nostro amore per il Creatore si eleva alla gloria della libertà di coloro il cui Padre è Dio; e poiché Egli ci genera nel suo Spirito, sappiamo che, poiché “Egli è colui che è”, la nostra relazione con il suo Essere si realizza nel seno della sua Personalità; una Personalità forgiata nel fuoco dell'Eternità e dell'Infinito. Perciò possiamo dire liberamente: Dio e la sua Parola sono una sola realtà. “Il Verbo è Dio”: la Verità e Dio sono una sola dimensione. La Divinità del Creatore del Cosmo vive nella Sua Parola. Questa Parola, questa Verità, si è incarnata affinché tutta la Creazione potesse vedere la Verità e la Parola di Suo Padre viva nel Suo Figlio.

“Dio è Amore”, ma credere che si possa giocare con l'Amore divino per giocare al Giudice in Dio contro il Padre, una manipolazione consumata nell'Eden, origine del tradimento di Satana, è un'assoluta follia suicida. Dio è Padre, ma il Padre è il Signore Dio YAVÉ, Creatore dei Nuovi Cieli e della Nuova Terra, Causa Fisica del Nuovo Cosmo, nel cui Braccio l'Infinito e l'Eternità hanno la loro Gloria. La personalità del Signore Dio YAVÉ si è formata durante l'Età dell'Increazione. Il suo concetto di giustizia, legge, civiltà, società... ha fondamenti inamovibili. Poiché una generazione di figli di Dio ha osato confrontarsi in Dio: il Padre con il Creatore, la condanna al bando eterno della Creazione è stata sigillata.

L'amore per Dio, nostro Padre, non cancella la paura del nostro Creatore. Al contrario, attraverso l'amore il timore si rafforza, perché sappiamo, grazie alla Sapienza, che non c'è timore più grande che perdere l'amore della persona amata. In questo modo la paura rafforza l'amore dei figli per il loro Padre divino, così come l'amore rafforza la paura di perdere l'amore del nostro Creatore.

La sua Parola è una Legge perfetta che ha origine nella Verità eterna, la cui fonte è la conoscenza della vita e della morte nel cosmo, conoscenza fondata sull'esperienza infinita della Legge naturale. La Legge divina non nasce dal capriccio di Colui che è Onnipotente e Indistruttibile; viene da Colui che, amando la Vita, cercò di separarla dalla Morte per elevare la Vita all'Eternità, e lungo il cammino dovette vivere la nascita e la morte di mondi senza numero, un'esperienza vivente da cui la Sua Intelligenza estrasse la Verità Universale che ci viene resa manifesta nel Suo Libro: “Il peccato è la porta attraverso la quale la Morte entra nel Mondo”.

Verità che Egli ci fa conoscere attraverso la bocca del Suo Servo, dicendo: “Il frutto del peccato è la morte”.

Leggendo ciò che abbiamo letto nelle prime due parti, comprendiamo che il Vescovo di Roma ha perso il timore del Signore Dio YAVÉ. Nel suo errore antepone alla Legge dell'Eternità l'Amore di Dio verso la sua Creazione. Poiché Satana e la sua generazione ribelle hanno bandito il TIMORE DI YAVÉ dalle loro anime, sono sprofondati nell'abisso di un imperdonabile tradimento, la cui condanna è stata la messa al bando eterna della creazione. Allora ecco che un figlio di Dio si chiede: il Vescovo di Roma intende bandire dalla Chiesa TIMORE DI YAVÉ che vive in tutti i suoi figli?

Amare l'amore, amare l'amore... senza il timore di DIO? L'Antico Testamento non è forse un discorso sul timore che si deve al Creatore?

E, infine, il caso di Satana contro lo Spirito di YAVÉ serve da lezione a tutti noi per l'Eternità sulla necessità di guardare alla natura dell'anima della creazione. Figli di Dio, fino all'Infinito, ma figli adottivi, partecipi della Verità Divina per Grazia dell'Amore del Primogenito di Dio verso la Creazione di Suo Padre. Perciò, senza mai peccare di pigrizia, ripetiamo incessantemente la Dottrina Apostolica della nostra Madre Chiesa: il nostro Potere di figli di Dio nasce nella Primogenitura di Colui che si dichiara il Primogenito di Dio, nella cui Verità Divina tutti riceviamo la nostra: essere veri figli di Dio. La sua Primogenitura è colmata dal suo Diritto di Nascita per investire tutta la sua Casa con il Potere naturale del suo Essere, il Potere del vero Dio del vero Dio. Capo del Corpo di Cristo, la Chiesa, sua Sposa, nostra Madre, dalla sua Natura tutta la Famiglia riceve il suo Essere, essendo per mezzo di Lui che tutto il Corpo si muove, il Corpo in cui vive lo Spirito di suo Padre, facendo così della Chiesa il suo Tempio, fondato da Dio stesso nel suo Figlio, e costruito dai suoi figli, gli Apostoli, Un Tempio che è rimasto perché costruito dalla Sapienza, e sottoposto a terremoti storici, attacchi fratricidi interni, assedi genocidi esterni, la sua esistenza ci rivela la Verità Divina del suo Fondatore, che le ha dato vita nel seno della Benedizione dell'Onnipotente Creatore dell'Universo: “Le porte dell'inferno non prevarranno contro di Lei”. Lei, la Chiesa cattolica, nostra Madre, predestinata fin dalla sua nascita a dare alla luce una generazione di figli del suo Signore, guardando alla quale, e conoscendo la natura degli elementi sotto il potere della Morte, Dio ha innalzato il suo Tempio, proteggendo la Casa della Sposa del Signore, dalla quale sarebbe nata quella Generazione di figli del Re la cui Eredità sarebbe stata lo spirito di YAVÉ, Mura indistruttibili. Mura contro le quali si sono schiantate, dall'interno e dall'esterno, tutte le forze che la Morte ha scatenato contro colei che avrebbe generato figli per Dio al suo Signore. Perfetta l'Opera, meraviglioso l'Edificio costruito dagli Apostoli, la Vittoria del suo Fondatore davanti agli occhi delle nazioni, si pone all'orizzonte la domanda: Chi sono questi che pretendono di separare il Capo dal Corpo, chiudendo le orecchie alla Parola del Pensiero di Dio, e pretendono di sostituire il loro al Suo?

Esaminiamo la domanda:

 

 

 

TERZO DUBBIA

Dubio sull'affermazione che la sinodalità è una "dimensione costitutiva della Chiesa" (Cost. Ap. Episcopalis Communio 6), per cui la Chiesa sarebbe sinodale per natura. Poiché il Sinodo dei Vescovi non rappresenta il Collegio episcopale, ma è solo un organo consultivo del Papa, e poiché i vescovi, in quanto testimoni della fede, non possono delegare la loro confessione della verità, si pone la questione se la sinodalità possa essere il criterio supremo che regola il governo permanente della Chiesa senza snaturarne l'ordine costitutivo, secondo il quale la suprema e piena autorità della Chiesa è esercitata sia dal Papa in virtù del suo ufficio, sia dal collegio dei vescovi insieme al suo capo, il Romano Pontefice (Lumen Gentium 22).

 

CRYS:

Detto questo, Cristo è l'incarnazione prima della creazione dello Spirito che vive in Dio, Padre e Figlio. Spirito la cui contemplazione ci è stata negata dal peccato. Così, laddove era stato detto Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, una volta bloccata la visione del Vero Dio, gli uomini hanno inventato degli dei a immagine e somiglianza dei modelli che nei loro peccati li hanno concepiti. La necessità di aprire i nostri occhi e di scoprire la vera personalità del Creatore del Cosmo e di tutto ciò che contiene, ha spinto questo Dio a soddisfare questa necessità dando un corpo visibile al Suo Essere: CRISTO. Gesù il Suo Capo, la Chiesa il Suo Corpo, uniti in un Unico Essere nel Sigillo delle Nozze dello spirito. Da questa Verità Eterna e da quest'Opera Divina si comprende che il Movimento del Corpo Ecclesiale Universale obbedisce al suo Capo, questo Capo determina il Movimento del suo Corpo nella Storia, e nessuno, né istituzione creata da uomini né collegio fondato da servitori della Chiesa, può, senza ribellarsi a questo Capo, ergersi a Organo che dirige la Dottrina Universale della Sposa del Signore. Il documento fondante della sinodalità afferma che “il Sinodo dei Vescovi deve diventare sempre più uno strumento privilegiato di ascolto del Popolo di Dio”.  Un errore di principio; un grave errore. È il popolo di Dio che deve ascoltare i suoi vescovi. Il popolo di Dio, parlando di Dottrina, non ha nulla da dire su Cristo. L'errore affonda sotto il suo peso quando dà ascolto al Popolo e ritira le orecchie ai Vescovi, ai quali si risponde sopprimendo la loro Voce, la Voce dello Spirito Santo, come si vede in questa Discussione aperta in cui il Vescovo di Roma ha creato per sé un corpo di segretari sotto la cui legalità far tacere Cristo. La Dottrina Eterna di DIO YAVÉ è perfetta, inalterabile, pura, impeccabile, finita. Questa dottrina è il patrimonio della Chiesa. Aggiungere o sottrarre alla Sua Parola per renderla più accessibile alle orecchie dei secoli significa condannare la perfezione divina della Parola di Cristo. “Colui che era, è Colui che è”. Il Signore non ha cambiato il Suo Spirito. Ciò che ha detto ieri, lo dice oggi e lo dirà in eterno: Dio si è fatto uomo per elevare gli uomini a sua immagine e somiglianza; una Chiesa che pretende di tornare a Dio si rifiuta di elevare gli uomini alla natura a cui la vita sulla Terra è stata chiamata. Dio è sceso una volta sulla Terra ed è tornato in Cielo per essere seguito dagli uomini. Sono gli uomini che salgono e si avvicinano alla Porta del Cielo, entrando nella Via della Vita Eterna con la forza della Chiesa. Le lingue cambiano, si trasformano, crescono, si elevano; ieri si parlava latino, oggi si parla spagnolo, francese, inglese, italiano, ecc. ma la Dottrina della Parola di Dio rimane immutata nella sua natura. Reinterpretarla significa negare l'eternità della dottrina apostolica. Creare un'istituzione umana per far tacere la voce della Casa divina è un errore, e come il peccato porta alla morte l'errore porta all'eresia. Se il Vescovato romano ha bisogno di un consiglio: si invochi il Signore, che vive nel Concilio Universale dei suoi Vescovi, a meno che non neghi, per affermarsi nell'Errore romano, che dove ci sono i servi c'è il Signore. Il Vescovo romano si risente della collegialità fraterna in cui è stato generato il Vescovato cattolico? Il Vescovo romano ha creato un'istituzione umana per fissare con catene e anelli al muro del suo Errore lo Spirito Santo? Che dialettica sofisticata è questa?

 

 

 

PIETRO:

Pur riconoscendo che la suprema e piena autorità della Chiesa è esercitata, o dal Papa in virtù del suo ufficio, o dal collegio episcopale insieme al suo capo, il Romano Pontefice, tuttavia con questi dubia voi stessi manifestate il vostro bisogno di partecipare, di dare liberamente la vostra opinione e di collaborare, e quindi rivendicate una qualche forma di “sinodalità” nell'esercizio del mio ministero.

 

CRYS:

La capacità di sbagliare e di cercare di rimanere nell'errore si manifesta in questa dichiarazione di governo della Chiesa da parte di “un capo” che non è il Signore, “capo” che “rivendica la suprema e piena autorità sulla Chiesa”, rifiutando così Colui che è il Vero Capo della Chiesa, il Signore GESÙ CRISTO, nel quale risiede la Vera Autorità Suprema su tutti i Suoi servi. In effetti, il primato sui suoi pastori è stato concesso a Pietro dal Signore Dio YAVÉ, ma questo primato non nega in alcun modo che l'episcopato romano costituisca un corpo a parte rispetto al corpo dei vescovi, che è il vero corpo di Cristo. L'autorità di Pietro si riferisce alla leadership universale che, in unione con i suoi compagni di servizio, i vescovi, tutti insieme portano avanti il gregge del loro Signore. Può il pastore nel grembo del gregge universale circondarsi di un corpo personale di aiutanti per guidare il gregge che gli è toccato in sorte? Come si può negarlo! Senza dubbio questo è stato lo spirito da cui è nata la sinodalità petrina. Che cosa si vuole fare ora: teocratizzare questo corpo, di cui Pietro sarebbe diventato il Capo, per mettere a tacere tutti i pastori scelti dal Signore e sottometterli tutti alla dottrina di un corpo umano? E chi non si inginocchia davanti all'idolo di questo corpo sinodale viene giustiziato per l'eternità con il potere della scomunica? Era dunque questo il senso del potere di legare e sciogliere che il Signore ha dato al suo servo, se non quello di condannare all'esilio dal Corpo di Cristo i suoi compagni di servizio, i vescovi, d'ora in poi asserviti alla parola di un'istituzione umana che abbassa Cristo all'uomo e rifiuta che l'uomo salga a Cristo?

Pietro si fa beffe degli Apostoli del Signore quando dice: “eppure voi stessi, con questi dubia, manifestate il vostro bisogno di partecipare, di dare liberamente la vostra opinione e di collaborare, e così pretendete una qualche forma di sinodalità nell'esercizio del mio ministero”.

Cosa stai facendo Pietro, ti stai ribellando a colui che ti ha eletto per mettere in ginocchio il Signore stesso davanti alla tua invenzione? Perché sembra evidente che a chi non lo ha rifiutato dopo i rinnegamenti, Dio non gli ha dato il potere sul suo eletto, a meno che il Signore non abbia disobbedito a Dio e non abbia accettato la sua elezione, con questa visione Pietro provoca nella Chiesa lo scisma imperdonabile che si consumò nell'Eden quando Satana voleva creare una divisione tra il Padre e il Figlio. Cosa intende fare il Vescovo romano? Creare una divisione tra il Vescovado cattolico universale e il Vescovado romano per mettere in ginocchio la Chiesa e renderla schiava delle potenze di questo mondo? E il Signore di un tale servo non si alzerà forse per metterlo in ginocchio e liquidare la sua invenzione? Pietro si crede davvero al di là del suo Signore a causa della sua elezione da parte di Dio?

Vediamo:

 

 

PIETRO:

La Chiesa è un “mistero di comunione missionaria”, ma questa comunione non è solo affettiva o eterea, ma implica necessariamente una partecipazione reale: che non solo la gerarchia, ma tutto il popolo di Dio, in modi e a livelli diversi, possa far sentire la propria voce e sentirsi parte del cammino della Chiesa. In questo senso possiamo dire che la sinodalità, come stile e dinamismo, è una dimensione essenziale della vita della Chiesa. San Giovanni Paolo II ha detto cose molto belle su questo punto nella Novo Millennio Ineunte.

 

CRYS:

Sappiamo tutti che il concetto di sinodalità, come riconosce nel primo documento vaticano che Pero invoca, deriva dall'eresia ortodossa bizantina il cui effetto fu lo Scisma, la distruzione di Bisanzio, che si trasferì nella Terza Roma, a sua volta distrutta, e condannò le nazioni che fecero propria quell'Eresia, cioè che lo Spirito Santo non procede dal Figlio: la Grecia e i Balcani, ad essere schiavi dei nemici di Cristo. Il "mistero della comunione missionaria" non è dare voce al popolo, ma dare voce a Cristo nel popolo. Non è il popolo che salva il mondo, è il mondo che viene salvato dalla voce della Chiesa. Non è il popolo che deve parlare nel Tempio, ma è la voce di Cristo, nei suoi servitori, gli Apostoli, la voce che il popolo deve ascoltare e sottomettere la sua via alla via di Dio. In effetti, il popolo deve essere ascoltato, così come nelle sue difficoltà i suoi bisogni sono stati ascoltati dai Discepoli e le sue grida sono state ascoltate dalla Chiesa per alleviare le sue difficoltà. Ma nell'ambito della Dottrina dell'Eternità è esclusivamente la Voce di Cristo, nel Corpo dei suoi Vescovi, ad avere il Potere e l'Autorità all'interno del Concilio Universale, l'Istituzione Divina fondata dal Signore, fonte della Vita del Popolo. Cercando di far entrare questa istituzione umana dalla porta di servizio, nel suo errore Pietro osa dire: 

“Altra cosa è sacralizzare o imporre una certa metodologia sinodale che piace a un gruppo, per farne la norma e il canale obbligato per tutti, perché questo porterebbe solo a congelare il cammino sinodale ignorando le diverse caratteristiche delle diverse Chiese particolari e la variegata ricchezza della Chiesa universale”. Ed è proprio quello che sta facendo questo sinodo del 2023. Con questo sinodo Pietro sacralizza e impone a Cristo la voce del popolo, la propria voce, disprezzando la Verità divina: “Il frutto del peccato è la morte”. Da qui si capisce che una benedizione contro la natura della Verità Divina è un Errore. Un sinodo creato per imporre questo errore “sacralizzando la suprema autorità” di un Servo del Signore, che annulla la Parola del suo Signore sul Peccato, scopre alla luce dell'intelligenza il prezzo del Vescovo di Roma al “mistero della comunione missionaria” da Dio generato nel Corpo dei Vescovi. Infatti, la predicazione della Parola divina appartiene solo al Corpo divino che Dio ha dato a Cristo, suo servo. Perciò ogni bando dei Vescovi nelle cose che riguardano la Dottrina del Peccato e della Santità è un Errore, che apre una strada che deve essere chiusa per il bene della Salvezza del Popolo di Dio, il quale, imponendogli una dottrina del Peccato e della Salvezza contraria alla Verità Eterna, è condotto nell'abisso della Divisione delle Chiese una volta che la divisione tra i Vescovi ha avuto luogo, il che equivale a dire che si crea una divisione nel Corpo di Cristo, da cui può derivare non la Benedizione ma la Condanna per quello stesso popolo di Dio in nome del quale il Vescovato di Roma è teocratizzato. La Dottrina della Salvezza è la Dottrina del Peccato; mantenere la prima e cambiare la seconda, che è l'orizzonte a cui Pietro indirizza il suo Gregge, è un errore.

Riassumendo:

Il Vescovo romano ha perso il timore di Dio?

Conclusione:

Ogni vescovo che ha bandito dal suo pensiero e dal suo cuore il timore di DIO ha trascinato il suo gregge nell'eresia. Cioè, il Signore che vede gli errori di coloro che sono lontani, quanto più vedrà gli errori dei suoi servi, che sono nella sua casa! Ora, chi non teme il Signore perché la sua elezione è venuta da Dio, e Dio è più grande di Suo Figlio... il grido di eresia si farà sentire. Perché il servo è soggetto al contratto; è nella mano del suo Signore spezzarlo e cacciarlo dalla sua casa dando la mano a un altro che lo servirà secondo il suo cuore e il suo pensiero. Essendo il Sinodo un'istituzione umana, che ha trascinato la Chiesa d'Oriente nell'eresia, investirlo della suprema autorità di Pietro per far tacere la voce della vera Chiesa, la voce viva del suo Signore, che si fa sentire al mondo nel Concilio universale, significa abolire la legittimità divina del Concilio cattolico e consegnare la Chiesa alle potenze del mondo. Il Signore, Capo Supremo Visibile della Chiesa, muove il Suo Corpo secondo la Sapienza di Dio; quando un'istituzione umana pretende di dirigere quel corpo secondo i cambiamenti del mondo, quell'istituzione perisce. Non è possibile servire due padroni, né Dio né il mondo. Questo sinodo del 2023 ha scelto di servire il mondo. La salvezza del mondo è la fine e l'inizio della comunione missionaria sacerdotale, ma anche se nel mondo il Sacerdote non appartiene al mondo; chi appartiene al mondo è il servo del mondo; chi appartiene a Dio è il Servo del Signore; il suo rapporto con il mondo è conforme alla Dottrina della Salvezza nella Sapienza di Dio sulla Dottrina del Peccato: L'atto di impurità condannato dal Creatore non può essere benedetto dall'Amore di Dio per l'uomo... a meno che chi benedice non si creda più buono di Dio.

 

 

 

 

 

 

PARTE QUARTA

LA NATURA DEL SACERDOZIO CATTOLICO A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DEL SACERDOZIO DI GESÙ CRISTO

 

 

 

Il diavolo sa che il Figlio del Re e Signore Gesù Cristo è sulla terra, è vivo, e ha mosso le sue pedine sulla scacchiera della sua guerra contro la Dottrina della Salvezza e del Peccato, cercando disperatamente di chiudere le porte del Consiglio Universale del Culto del Figlio di Dio. Vediamo:

In molte occasioni e in modi diversi, con mezzi diversi e impiegando soggetti diversi, tutti santi, il Diavolo ha fatto avanzare le sue pedine fino ai vertici della Gerarchia della Chiesa. La storia delle epoche abominevoli della pornocrazia vaticana è scritta. Nei rinnegamenti di Pietro lo spirito di profezia che viveva in Gesù ci ha annunciato la caduta in quei tempi dei suoi servi, i vescovi. Sigillata ancora la Pienezza della Conoscenza del Signore Dio YAVÉ, Eredità dello spirito di intelligenza del figlio del Re, la Notte dei Vescovi si abbatté sulla Civiltà Cristiana; Notte oscura, di semina del Male, il Drago, Re dell'Inferno, liberato per Decreto Divino, nel fuoco del suo odio verso il Re del Cielo concepì la Distruzione della sua Chiesa, sua Sposa, scagliandola contro il Decreto Onnipotente: “La casa divisa sarà distrutta”. Sapendo che il matrimonio divino doveva dare a Dio una generazione di figli eredi della gloria della libertà del loro Padre, il Re e Signore Gesù Cristo, il seminatore malvagio si è proposto di uccidere nel seno l'erede di Cristo. Lo scisma della sinodalità ortodossa orientale, il modello a immagine e somiglianza del quale il diavolo cerca ora di chiudere la porta del Concilio universale, in cui vive lo Spirito del suo Signore, è stata la prima mossa del Re dell'Inferno. La sua pedina, Michele Cerulario, raggiunse la linea della regina cattolica, divise la veste di Cristo e depose ai piedi dell'Imperatore di Costantinopoli la Sacra Obbedienza Sacerdotale dovuta dal Servo al Signore. E che nessuno dimentichi che la Chiesa è il Tempio, fondato e costruito dallo Spirito Santo fattosi Uomo, per il Culto Eterno del Signore Dio YAVÉ, Padre del Signore Re GESÙ CRISTO, Corpo Sacro in cui vive il Culto del Figlio da parte del Padre, Corpo in cui il Figlio diventa una cosa sola con la sua Sposa, il suo Sommo Sacerdote Universale, Sacerdote Unico che si avvicina a Dio e parla con Lui faccia a faccia, seguendo in questo il Nuovo Tempio il Modello di DIO YAVÉ mostrato a Mosè. 

La Parola di Dio è ferma: “Chi vuole morire, muoia”, “chi ha comprensione, comprenda”. La battaglia tra la Morte e il Creatore del Cosmo risale all'Increazione. La rivoluzione cosmologica della vittoria del Creatore della vita eterna sulla morte ha aperto un nuovo capitolo nella storia dell'eternità. Nessun universo sarebbe stato come quelli che lo sono stati. Nessuno dei mondi con origine nel braccio del Creatore avrebbe conosciuto il proprio cimitero degli elefanti. La guerra fu servita. La morte trovò terreno fertile in una generazione di figli di Dio, terreno in cui seminò la zizzania dell'invidia. Il trono del Re dei re e del Signore dei signori fu messo dalla Morte al miglior offerente. Nonostante Dio avesse scoperto ai Suoi figli, prima della nostra Creazione, la Vera Natura del Suo Primogenito, essendo essi stessi testimoni della Potenza della Sua Parola, Potenza nella quale videro l'Unigenito del Signore Dio YAVÉ, quella generazione di ribelli che trascinò i Cieli in due guerre universali, invece di inginocchiarsi e con Obbedienza alla Volontà Divina: “Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza”: figlio di Dio, quella generazione malvagia perseverò nella sua Invidia, pensando di ottenere ciò che non poteva attraverso la Guerra, tentando l'Unigenito con il Frutto della Conoscenza del bene e del male. Ciò che accadde dopo lo sappiamo tutti. C'è stata la caduta e c'è stata la redenzione. Nella STORIA DIVINA DI GESÙ CRISTO è scritto tutto ciò che riguarda questi Atti. Nell'ultimo libro della Bibbia è scritto ciò che riguarda il decreto di liberazione del diavolo nell'anno 1000 della nostra era.

Non appena fu liberato, nel 1054, fu fatta la prima delle divisioni da cui il Diavolo sperava di ottenere la distruzione della Chiesa con la sua trasgressione della Parola divina: “Ogni casa divisa in se stessa non resterà in piedi, sarà distrutta”. Un primo passo verso il suo obiettivo, che la Morte gli ha servito su un piatto d'argento. Un antipasto, perché la disobbedienza al decreto divino contro l'Impero di Cesare era già da tempo disprezzata dalla Chiesa della Sinodalità orientale bizantina. Dio aveva ordinato a tutti i suoi servi di allontanarsi dall'Impero Romano, la Grande Babilonia, le cui mani erano piene del sangue dei suoi figli. Il Patriarca Costantinopolitano concepì il modo di preservare l'Impero, sostegno del suo trono, trasformandolo in Concubina dell'Imperatore di Bisanzio. Un'eresia abominevole che avrebbe condotto i popoli dell'Impero bizantino e le nazioni ortodosse alla schiavitù.

La Parola è il Verbo di Dio,

la Parola è Dio,

la Parola di Dio è Dio.

I bizantini, imperatore e patriarca, non sapevano leggere? Certo che sapevano, ma giocano a fare gli analfabeti che non vogliono sapere cosa stanno per leggere. “Dio disse, e così fu fatto”. Ancora una volta!” Se il tuo braccio ti offende, taglialo, perché è meglio per te entrare nel Regno dei Cieli mutilato che con tutto il corpo essere gettato nell'Inferno”. Nella sua misericordia Dio le ha lasciato un residuo perché si inginocchiasse, riconoscesse il suo errore e lasciasse il territorio dell'eresia.  Ma se la vergine stolta preferisce andare a comprare altro olio dal Diavolo invece di seguire il Messaggero che il suo Signore le manda per e tornare alla Città di Dio, a ciascuno la sua libertà, chi vuole essere gettato all'Inferno piuttosto che vivere nel Paradiso della Verità, della Giustizia e della Pace, questo dipende da lui.

Non passò molto tempo prima che il Diavolo muovesse di nuovo una pedina nel campo della sua guerra contro lo spirito di YAVÉ. Gli diede un nome, Enrico IV, tedesco, degno predecessore della razza di Lutero e Hitler. In quel servo imperiale Satana piantò l'idea di importare nel suo regno il modello patriarcale ortodosso.  Catturato dalle tenebre del “dio occulto” tedesco, Enrico IV volle fare della Sposa del Signore e del Re GESUCOSTO la sua concubina imperiale. Dio, che muove tutti gli eventi in previsione del suo Nemico, fece avanzare la sua pedina, Gregorio VII, sempre al servizio del Re del Cielo, contro il cui Spirito si schiantava il movimento del Diavolo. Per provocare la divisione all'interno della Chiesa cattolica conciliare occorreva un'operazione di rottura del campo, di semina e di coltivazione della zizzania. Tutto questo il Diavolo lo ha dimenticato, perché chi striscia nella polvere finisce per pensare come una bestia, che la Benedizione Divina sulla Sposa di Suo Figlio ha investito le Mura della Sua Casa di Indistruttibilità: “Le Porte dell'Inferno non prevarranno contro di Lei”.

Con questo Dono Nuziale di Dio alla Sposa di Suo Figlio, la speranza della Distruzione della Chiesa, necessaria per completare la Distruzione Assoluta della Vita sulla Terra, divenne un'Illusione senza speranza; ma il Diavolo, come servo della Morte, doveva fare ciò che doveva fare perché aveva scelto, in libertà e nella pienezza delle sue facoltà fisiche e mentali, ciò che voleva fare. Il suo odio per lo Spirito di Yahweh era ed è tale che, dopo essersi condannato al bando, tentare la distruzione del nostro mondo non era un'opzione, era il suo destino.

Lo smembramento del campo, la semina e la coltivazione, fino a quando il frutto della zizzania malvagia non fu pronto per essere consumato da un popolo che fin dall'inizio si era dato al male, per il quale la morte era la madre, raggiunse la sua genesi. La ribellione protestante fu il rifiuto di una generazione di servitori della Santa Madre Chiesa conciliare. Con il Concilio di Costanza la Sposa di Cristo, futura Madre del figlio del Re, è stata rinchiusa nelle cantine del Vaticano, sotto chiave e legata al muro degli interessi di una generazione di abominevoli servitori nel cui nome e per il cui bene è stato bestemmiato il Nome del Signore, lo Sposo Immacolato della Santa Madre Chiesa, nel cui grembo il figlio del suo Signore batteva come Isacco in quello di Sara la sterile; da quel Concilio in cui lo Spirito di Cristo fu bandito dalle anime dei vescovi, d'ora in poi tutti liberi dal Servizio del Signore ed esclusivamente servi del Papa, nuovo Mediatore tra Cristo e i sacerdoti, come Cristo è il Mediatore tra Dio e gli uomini; ed effetto di quella Autocrazia Sacerdotale: Si verificò la corruzione. Il Diavolo avanzò al comando dei Vescovi le sue pedine, tutte impure, tutte in orgia, mentre la zizzania cresceva e si rafforzava. Nel 1517 scoppiò la ribellione. La divisione delle Chiese fu compiuta e con essa il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, la guerra fratricida, che si riversò sui popoli dell'Europa cristiana con un diluvio di sangue e di orrore.

È da quello stesso popolo, sempre al servizio della Morte, campo in cui Satana ha seminato la sua zizzania, e sempre terreno fertile, che oggi giunge a noi la causa che il nuovo servo del Signore, sotto la guida dei vescovi, riprende e fa sua, sapendo che una volta benedetto il Peccato, la Morte non tarderà ad aprire la porta del sacerdozio alla Legge del Genere, una visione abominevole agli occhi di mio Padre, il Re, una possibilità cercata dal re dell'Inferno, che se il vescovo di Roma non procederà a correggere il suo Errore, Dio romperà il contratto con il suo servo, dando la Gloria di Pietro a un degno Servo di Dio.

Questo esposto, niente di tirato fuori dalla manica, ma dagli Eventi stellati da Dio e dagli uomini, la visione dell'apertura del Sacerdozio a uomini che non sono maschi, a donne che non sono femmine, un futuro che si nasconde dietro una Benedizione di Misericordia, una veste di luce che il Diavolo indossa sempre, fin dall'inizio, quando ingannò il primo re della Mesopotamia, il re dell'Eden, per muovere le sue pedine, contro la loro volontà, perché nessuno vuole servire il Diavolo se sa chi muove i suoi pensieri. E persino Lutero dovette convincersi che il diavolo che lo visitò non era il diavolo, ma un angelo di Dio, oppure credersi irrimediabilmente pazzo. Contro la cui resistenza il Diavolo ha combattuto fino a sconfiggere le sue forze.

Così, e seguendo la stessa linea di pensiero di Cristo, fonte e origine dell'intelligenza dei suoi figli, generati nello spirito di Yahweh per la gloria del loro Padre: il Re, torniamo ai dubbi dei cardinali, esposti alla scomunica se non accettano la trasformazione della Chiesa universale conciliare in una Chiesa sinodale teocratica.

Il pensiero dei Cardinali, che provocano contro i Vescovi l'accusa di eresia per il loro rifiuto di:

1) una Re-Interpretazione del Magistero di GESÙ CRISTO,

2) la Benedizione delle coppie omosessuali,

3) la sinodalità come annullamento del Magistero universale in Cristo, chiudendo la porta al Concilio dello Spirito Santo;

4) L'ordinazione sacerdotale può essere conferita alle donne ....

.... ha nel quarto punto il suo canto del diavolo: l'ordinazione sacerdotale delle donne.

 

 

 

 

QUARTA DUBIA

 

 Dice, e si legge come è scritto:

... sull'appoggio di pastori e teologi alla teoria che “la teologia della Chiesa è cambiata” e quindi l'ordinazione sacerdotale può essere conferita alle donne.

Da cui si capisce che il più grande nemico del Pensiero di Cristo sono sempre stati i teologi e i pastori per i quali la scienza degli uomini è superiore alla Scienza di Dio.  Nemici del Cristo fin dall'inizio della Chiesa, sono stati proprio i teologi e i pastori avanguardisti a calpestare l'unità delle Chiese degli Apostoli e dei loro servi, i Vescovi, e a condurre i popoli cristiani nell'abisso delle guerre di religione.  I nomi di quelle bestie che si sono nutrite delle anime degli innocenti sono noti a tutti, cosa sono queste nuove bestie che sotto le vesti della luce nascondono il nome del Diavolo nei loro petti? 

In nome di chi questi stolti chiedono che il Fondamento Immacolato dell'Onnipotente Dio Unigenito, Tempio innalzato da Lui e dai suoi Fratelli in Cristo per l'adorazione di Dio Padre, sia messo nelle mani di omosessuali, teologi anticonciliari e donne?

La teologia della Chiesa è davvero cambiata? Il Servo è diventato il Signore? Il Vescovo di Roma otterrà con la Morte ciò che non ha potuto ottenere con il Diavolo, cioè far sedere il suo servo sul trono del Signore? Che follia è questa? Dio non è più il Dio che Gesù Cristo ci ha rivelato? Il nostro Padre che è in Cielo è ora all'Inferno per disposizione di alcuni teologi che da Errore vogliono trascinare la nostra Santa Madre la Chiesa Cattolica nell'Eresia? Cosa sta facendo Pietro, con chi pensa di avere a che fare, con dittatori genocidi, con serial killer davanti ai quali abbassare la testa invece di alzare la voce profetica? È così che si arriva alla gloria di Pietro, strisciando nei campi di sterminio del popolo cristiano, benedicendo in silenzio i crimini per il bene della propria sopravvivenza? La teologia è cambiata, la conoscenza di Dio attraverso suo Figlio è diventata senza vita, lo Spirito di Cristo che vive nel sacerdozio cattolico è diventato obsoleto, e chi sono coloro che hanno portato Pietro nel proprio dominio e cercano di mettere la Regina contro il suo stesso Re?

Non può benedire chi invoca la maledizione del Signore sulle loro teste.  La Teologia di Cristo è la Teologia della Chiesa, Magistero eterno, Confessione inamovibile e incorruttibile che non presenta né confusioni né dubbi, Chiesa vincitrice di epiche battaglie per la gloria del suo Dio in cielo e in terra.

In cosa è cambiata la Teologia di mia Madre Chiesa, nell'incapacità dei suoi servi teologi di vedere il Diavolo nella Storia delle divisioni delle Chiese, nella Storia delle Nazioni?

Ciechi, intendono condurre il Vescovo di Roma nel campo del nemico, per far cadere la Regina e aprire le porte delle pedine nemiche contro la Casa del Re. Che cosa farà il Re del Cielo con queste pedine della Morte? Il Signore Dio YAVÉ non è forse la sua Forza?

Cosa farà il figlio del Re, discuterà con i servi di sua Madre? Perché ecco la Parola di suo Padre: “Come un ramo secco che viene tagliato dall'albero e gettato nel fuoco, colui che rimane nell'errore sarà gettato via per essere calpestato dalle bestie dei campi”.

Il Sacerdozio cattolico ha come modello eterno Cristo Gesù, a immagine e somiglianza del quale Dio genera i suoi servi nell'uomo. Qualsiasi altra cosa è una ribellione contro la Sua Saggezza.

 

 

PIETRO:

(a) “Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale differiscono essenzialmente”. Non è corretto sostenere una differenza di grado che implica considerare il sacerdozio comune dei fedeli come qualcosa di "seconda categoria" o di minor valore (“un grado inferiore”). Entrambe le forme di sacerdozio si illuminano e si sostengono a vicenda.

 

CRYS:

Quando Pietro ha imparato il linguaggio del diavolo? Chi gliene ha insegnato i rudimenti? Il teologo è stato la balia della Sposa di Cristo? La Sapienza di Dio non è bastata a far crescere il suo Corpo? La pecora è il pastore? Il figlio è la Madre? Cosa dicono questi pazzi? Che il cittadino è il Re?

Cosa fa Pietro: benedice ciò che il Concilio Universale ha condannato: l'eresia luterano-calvinista di essere ogni cristiano allo stesso tempo, pecora, pastore, cittadino e re? E perché non anche Dio? Allora i Divini di Westminster erano veri e propri dei. La domanda è: a immagine di Gesù Cristo o a immagine di Satana? Il Vescovo di Roma sta benedicendo la follia che i suoi predecessori hanno condannato? Il Vescovo di Rima vuole l'unità ecumenica piuttosto che la benedizione delle eresie che hanno causato la divisione delle chiese?

Le pecore sono pecore e il pastore è pastore. Il cristiano è un libero cittadino del Regno del Figlio di Dio, il sacerdote è un cittadino schiavo, un servo del Signore. Qualsiasi passo avanti o indietro significa rifiutare il Re e Dio, suo Padre.

Se questa è la dottrina della Nuova Teologia, tratta dal protestantesimo, è la dottrina del diavolo.

C'è un Pastore Divino Universale, GESÙ CRISTO; un Pastore Capo, il Vescovo di Roma, e un Gregge di greggi, i popoli delle nazioni cristiane. Solo un servo di Satana potrebbe sedurre il popolo a credere che ogni pecora è il proprio pastore, il proprio re, e non ha altro Dio che la Lettera, che essi reinterpreteranno, riscriveranno, facendo della Bibbia di Dio una Bibbia di uomini.

 

 

PIETRO:

Quando San Giovanni Paolo II ha insegnato che bisogna affermare “definitivamente” l'impossibilità di conferire l'ordinazione sacerdotale alle donne, non stava affatto sminuendo le donne e dando il potere supremo agli uomini. San Giovanni Paolo II ha affermato anche altre cose. Ad esempio, che quando parliamo di potere sacerdotale “siamo nell'ambito della funzione, non della dignità o della santità” (San Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 51). Sono parole che non abbiamo recepito a sufficienza. Egli ha anche sostenuto chiaramente che, mentre il sacerdote presiede da solo l'Eucaristia, i compiti “non danno luogo alla superiorità dell'uno sull'altro” (San Giovanni Paolo II, Christifideles laici, nota 190; cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Inter Insigniores, VI). Ha anche affermato che se la funzione sacerdotale è “gerarchica”, non deve essere intesa come una forma di dominio, ma “è totalmente ordinata alla santità delle membra di Cristo” (San Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 27). Se non si comprende questo e non si traggono le conseguenze pratiche di queste distinzioni, sarà difficile accettare che il sacerdozio sia riservato ai soli uomini e non si potranno riconoscere i diritti delle donne o la necessità che esse partecipino, in vari modi, alla guida della Chiesa.

 

CRYS:

Si nota in queste righe il modo dell'autore di muovere il pensiero come se fosse il corpo di un serpente sofista. L'autore è consapevole che, ingannato da questa Donna, la Nuova Teologia, sta portando la Sposa del Re all'eresia?

San Giovanni Paolo II ha detto: “Nel partecipare alla vita e alla missione della Chiesa, una donna non può ricevere il sacramento dell'Ordine Sacro; né, quindi, può svolgere le funzioni proprie del sacerdozio ministeriale. Questa è una disposizione che la Chiesa ha sempre verificato nella precisa volontà - totalmente libera e sovrana - di Gesù Cristo, che ha chiamato solo uomini ad essere suoi apostoli; una disposizione che può essere illuminata dal rapporto tra Cristo Sposo e la Chiesa Sposa. Siamo nel regno della funzione, non della dignità o della santità”.

 L'autore del paragrafo che precede quest'ultimo ricorre al metodo più triste che esista nel campo del pensiero: estrarre dal Testo un paragrafo concreto, isolarlo dal suo contesto e dargli un nuovo significato.  È un'operazione letteraria virale piuttosto volgare. La parola del Santo invocato è definitiva: “le donne non possono ricevere il sacramento dell'Ordine (sacerdotale)”.

Cercando di sopravvivere sulla sua strada tortuosa, l'autore che provoca dubbi cardinalizi elude il peso del suo errore, per compiacere il suo beniamino, la Nuova Teologia, dicendo:

 

 

PIETRO:

D'altra parte, per essere rigorosi, riconosciamo che una dottrina chiara e autorevole sull'esatta natura di una “dichiarazione definitiva” non è stata ancora sviluppata in modo esaustivo. Non è una definizione dogmatica, eppure deve essere rispettata da tutti. Nessuno può contraddirla pubblicamente eppure può essere oggetto di studio, come nel caso della validità delle ordinazioni nella Comunione anglicana.

 

CRYS:

Dove vediamo ancora una volta come, ancora una volta, l'autore butta lì assiomi di eretici e comportamenti anticattolici, all'origine delle guerre di religione, per imporre su e contro il proprio Signore il capriccio e il desiderio della sua, sembra, padrona: la Nuova Teologia. Quindi affermare il Santo nega alla Chiesa di chiudere il caso contro l'Ordinazione delle donne. Volete rivedere la natura dello Spirito che a Pentecoste ha generato a Dio un Tempio vivente, il Sacerdozio cattolico?

Forse quando Giovanni Paolo II scriveva: “La Chiesa è un corpo distinto, in cui ciascuno ha la sua funzione; i compiti sono distinti e non devono essere confusi. Essi non danno luogo alla superiorità dell'uno sull'altro; non forniscono alcun pretesto per l'invidia. L'unico carisma superiore - che può e deve essere desiderato - è la carità (cfr. 1 Cor 12-13)”. I più grandi nel regno dei cieli non sono i ministri, ma i santi"; ha forse detto per iscritto qualcosa di nuovo che la Chiesa non conosceva? 

(1 Cor 12-13). “Come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, essendo molte, sono un solo corpo, così è anche Cristo. Infatti, per mezzo di un solo Spirito siamo stati tutti battezzati in un solo corpo, sia Giudei che Greci, sia servi che liberi; e a tutti è stato dato da bere un solo Spirito”.

La teologia dello Spirito Santo è antica e quella degli eretici non è mai nuova?

Quanto a San Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 27, che inietta un virus nel pensiero dello Spirito Santo per portare nel proprio territorio il futuro desiderato: “L'apertura dell'altare al diavolo”, la manipolazione è indegna di un successore, tanto più che il NO e il Sì di Dio non ammettono nuove reinterpretazioni da parte di nuove teologie che vogliono fare del NO di ieri un Sì di oggi e viceversa. Il Figlio ha fondato il Tempio cattolico per l'adorazione del Padre e il Padre per l'adorazione del Figlio. Padre e Figlio, nell'unità dello Spirito Santo, sono il Fondatore e il Costruttore della Chiesa, il cui Sacerdozio è compreso nel verbo: “A immagine e somiglianza di Cristo”, e “Vuoi cercare il tuo marito, che regnerà su di te”, e “i due saranno una sola carne”, perché i Due saranno una sola carne. Chi sono dunque coloro che vogliono separare un matrimonio benedetto, abolire l'immagine e la somiglianza in Cristo... occupare il letto di Cristo e diventare una sola carne con la sua sposa?

Chi abbandona l'errore è amato, chi rimane in esso e si addentra nei suoi disegni sapendo che il suo frutto è malvagio, è respinto dal Signore, nelle cui mani è il Contratto della validità della sua Ordinazione.

 

 

 

PARTE QUINTA

LA DOTTRINA DEL REGNO DEI CIELI SUL PERDONO SACERDOTALE

 

 

 

Che la Fondazione di Dio sulla Terra, firmata da Suo Figlio Gesù, sigillata con il sangue dello Spirito Santo nei Suoi discepoli, sia imperfetta e necessiti di una Rifondazione è l'eresia all'orizzonte che la Nuova Teologia cerca di imporre a tutti i figli di Dio. Questo errore proviene da uomini ciechi che, nella loro mancanza di ricchezza di conoscenza, hanno dimenticato e negato la Parola di Colui che pretendono di servire con le loro alte conoscenze e intelligenze senza pari. “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. Questi apostoli della Nuova Teologia Pro-Eretica condannano la saggezza di Colui che ha esposto la Sua Fondazione, finita nel Suo Essere Divino, a terremoti, maremoti, inondazioni... attacchi dall'esterno e dall'interno, continuamente assediato dal Peccato, dal Diavolo e dalla Morte. Come quel povero disgraziato che inventò un “dio nascosto” per nascondere a se stesso la realtà, era il Diavolo che lo aveva rinchiuso nella cella di un convento e non avrebbe lasciato andare la sua anima finché non l'avesse messa in ginocchio davanti alla sua gloria infernale, gli autori di questa Nuova Teologia, accusano Dio di aver costruito una Casa imperfetta, incompiuta, bisognosa di Rifondazione, opera di giganti che, grazie all'eccellenza della loro intelligenza onnisciente nella scienza della conoscenza della Divinità, questi adoratori dell'idolo in cui vogliono convertire il Vescovo di Roma, consumeranno. Insisto: come si può sognare di rinunciare alla Sapienza di Dio nel suo Vangelo, alla meraviglia dei saggi e dei geni, alla gioia e alla salute dei bambini e dei vecchi? L'idea stessa di aprire la porta della Chiesa al peccato con la scusa della misericordia verso il peccatore è quella di correre dalla parte della peccatrice a cui Dio ha detto: “Non ti condanno, va' e non peccare più”, di sfidare colui che non ha giudicato né condannato, benedicendo il peccato che l'ha trascinata alla morte. La Scena, diretta e prodotta da Dio, parla con l'eloquenza di chi cerca la Salvezza di tutti, espone con la carne e il sangue della realtà la Verità allora predicata dallo Spirito Santo: “Il frutto del peccato è la morte”, e “con il peccato la morte è entrata nel mondo”.  La dottrina del diavolo la conosciamo tutti: “Peccato, peccato, peccato e peccato, perché il Sangue dell'Agnello di Dio purifica la tua anima anche se hai violato la Madre di Cristo”. Questo è il pensiero della Nuova Teologia: aprire la porta della Chiesa al peccato.

È vero, per l'onnipotente saggezza della ragione scientifica, che il peccato è stato assunto come parte del mondo, il diavolo ha introdotto le sue pedine nelle organizzazioni internazionali e nazionali per aprire la porta alla morte. La distruzione di tutta la vita sulla Terra è l'opera del figlio dell'Inferno. Ma per questo il diavolo deve introdurre la dottrina della benedizione del peccatore dall'altare. Dio ha forse benedetto il peccatore? No, affatto: “Va' e non peccare più”.  La benedizione, come la indica la Nuova Teologia, avrebbe significato abbandonare la peccatrice al suo peccato di adulterio, creando in lei la coscienza di non commettere alcun atto criminale contro la Legge divina. Il perdono divino implica la coscienza dell'abbandono assoluto del peccato da parte della peccatrice.

Sappiamo anche che, a causa dell'epoca dei re e degli imperatori medievali, il perdono divino fu separato dalla Legge. Figli di castelli e templi, i sacerdoti abolirono la Legge divina per amore del sangue, alcuni, e del terrore, altri. La costante e continua assoluzione dei crimini e degli orrori di coloro che, sotto il terrore delle loro spade, chiedevano il perdono sacramentale, finì per fare dello Spirito di Cristo: “Va' e non peccare più”, uno scambio di perdono per oro, causa, come tutti leggiamo, della ribellione protestante. La Nuova Teologia cerca di salvare quel Sacramento, svuotato di Contenuto, e una volta per tutte, rifiutando la Parola di Dio “Va' e non peccare più”, per benedire il peccato e il peccatore.

Evidentemente, per far sì che Cristo soffochi un rospo e ingoi un elefante bisogna essere infinitamente ricchi di spirito, più onniscienti nelle arti della dialettica di Dio stesso. Dio ha generato un Vangelo universale adatto all'intelligenza di tutti i secoli, adatto ai bambini attraverso i millenni. La Nuova Teologia, artefice della discussione tra i Cardinali e il Vescovo di Roma, sta per inventare un Nuovo Vangelo, adatto all'intelligenza senza fissa dimora del XXI secolo, un'opera predestinata per loro dal...

La guerra finale tra la Morte e Dio, Creatore dell'Universo, è entrata nella sua ultima battaglia. Fin dalla sua liberazione, il Diavolo ha cercato la strategia vincente che gli permettesse di sedere sul Trono di San Pietro o di distruggerlo. Distruggerlo, ci ha provato molte volte, in molti modi; sedersi anche su di esso. Il suo fallimento è scritto sulla fronte dei suoi feti abortiti. La Casa fondata da Gesù Cristo è perfetta. Signore e Dio, la sua forza e la sua saggezza hanno nel Padre la gloria del vincitore, che vive nel suo corpo sacerdotale, come si vede bene dagli eventi della storia universale del cristianesimo. A questo proposito, è più che curioso che la Nuova Teologia sia aperta al peccato e si sia chiusa alla necessità di reintegrare la religione, nella sua forma di Storia Universale del Cristianesimo, nella dimensione della formazione dell'uomo a immagine e somiglianza dei figli di Dio, poiché Dio ha detto: “Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza”; quindi, di fronte a questo avallo di Dio e a una condotta a braccia aperte verso il peccato, è legittima la domanda: Si vuole forse formare l'uomo a immagine e somiglianza del mondo nato dal peccato? Perché noi figli di Dio sappiamo che il Verbo ha esteso la sua Gloria a tutte le famiglie della razza umana, cosicché con la morte del Capo tutto il Corpo del Mondo è caduto nel Peccato. Noi figli di Dio sappiamo che la salvezza della razza umana è stata un lungo processo che ha attraversato i campi delle nazioni, avanzando sempre dal centro per abbracciare tutti gli angoli della Terra. Ma la Fine nel Principio rimane viva. Dio non ha abbandonato la razza umana al suo destino. Era necessario che, rinata dallo Spirito di Fede, diffusa in tutte le nazioni, abbracciasse nella sua libertà il fine perseguito dal Principio: fare di ogni uomo un soggetto dei diritti divini di ogni figlio di Dio e un soggetto dei doveri di ogni cittadino del Suo Regno. Questo ci porta al punto precedente.

Il perdono sacramentale, cioè, non deve annullare il potere della giustizia. Questo annullamento è stato cercato da quella generazione ribelle e malvagia che si è sollevata contro l'uomo. La causa della guerra finale tra Dio e la morte divenne la richiesta di dissolvere i doveri di cittadinanza di tutti i figli di Dio. Diritti tutti, doveri nessuno.

Quando il peccato viene assolto, liberando il peccatore dal rispondere alla giustizia, il Sacramento diventa un'arma contro la Legge.  Non c'è assoluzione davanti a Dio senza che il peccatore risponda del suo peccato davanti alla Legge del suo Regno. È vero, vescovi, cardinali e sacerdoti si sono dati ad assolvere i crimini dei re, degli imperatori, dell'aristocrazia in generale, senza considerare che questa assoluzione non solo è nulla davanti alla Legge del Giudice divino, ma che condanna il popolo ad essere la carne di cui il peccatore si nutre per il suo peccato, e si fa beffe del sacramento. Il peccatore deve rispondere alla Legge del suo peccato, e una volta che la Legge è in vigore, se il peccatore cerca l'Assoluzione divina, pagata per il crimine, la Grazia di Dio estende le sue braccia su tutti i figli che tornano nel Suo Regno. Una lezione che noi uomini custodiamo nel nostro essere e da cui traiamo saggezza: non ci possono essere diritti senza doveri, né doveri senza diritti. Ora che l'uomo moderno è stato formato a immagine e somiglianza di coloro che vogliono tutti i diritti e nessuno dei doveri, è naturale che il mondo sprofondi continuamente nella crisi e che i governi e le organizzazioni cerchino il peggio degli uomini invece di elevare al potere coloro che hanno il Dovere e il Diritto come due braccia della loro condotta.

La giustizia, dunque, non è estranea al Sacramento.

Come ho detto, si comprende dalla Storia Universale del Cristianesimo, e segue gli eventi creativi di questa Nuova Teologia, che cerca di Rifondare la Casa di Dio per adattare la sua Legge al Mondo, questo Movimento di creazione di una Nuova Casa all'interno della Casa di Dio, le cui Vittorie danno Gloria al suo Fondatore, GESÙ CRISTO... questa Nuova Teologia ha la sua origine nel Diavolo. Il diavolo cerca di fare del mondo la Sposa di Cristo. Il riposo è la Parola che il mio Padre e Re ha messo sulla mia picca, parole bruciate nel fuoco del Suo zelo per la salvezza dell'umanità.

Battaglia finale, perché dopo questa non ce ne saranno altre, persa in anticipo dal Diavolo, dal Mondo e dalla Morte che, cercando di impedire alla Sposa di dare alla luce “questa Generazione di figli di Dio, eredi della gloria della libertà della Parola del loro Padre, Signore, Re e Dio”, si incontra con il Diavolo, il Mondo e la Morte che cercano di impedire alla Sposa di dare alla luce “questa Generazione di figli di Dio, eredi della gloria della libertà della Parola del loro Padre, Signore, Re e Dio”, si incontra con il Primogenito, Segno per tutti della Nascita di una Generazione di saggi, la luce della cui Intelligenza illimitata, naturale per Colui che ha in Suo Padre tutta la Scienza, come Suo Padre ha in Suo, di cui siamo tutti figli, tutta l'Onniscienza. Questi, dunque, sono gli argomenti di coloro che, dando vita a una Nuova Teologia, vogliono far sedere sul Trono di San Pietro un figlio della Morte.

 

 

 

QUINTA DUBIA

Dubio sull'affermazione "il perdono è un diritto umano" e sull'insistenza del Santo Padre sul dovere di assolvere tutti e sempre, per cui il pentimento non sarebbe una condizione necessaria per l'assoluzione sacramentale. Ci si chiede se sia ancora in vigore la dottrina del Concilio di Trento, secondo la quale, per la validità della confessione sacramentale, è necessaria la contrizione del penitente, che consiste nel detestare il peccato commesso con l'intenzione di non peccare più (Sessione XIV, Capitolo IV: DH 1676), per cui il sacerdote deve rimandare l'assoluzione quando è evidente che questa condizione non è soddisfatta.

 

CRYS:

Detto questo, lo Spirito Santo nel Concilio di Trento ha corretto l'errore fatale che le Chiese medievali avevano assunto come proprio, annullando il potere del Giudice Divino con l'Assoluzione Aristocratica che non solo non chiedeva al peccatore di non peccare più, ma lo assolveva da tutte le sue future offese davanti agli uomini e a Dio.

Quando Dio parla, tutto il mondo tace; la Parola di Dio è eterna; chi pretende di considerarla vecchia e obsoleta a causa del secolo in cui vive, sbaglia e apre la porta della Chiesa al diavolo, nemico giurato del Regno del Figlio di Dio.

Vediamo come la Nuova Teologia, che colui che siede sul Trono di San Pietro sembra difendere, si difende con la retorica dei sofisti da quattro soldi, sempre sapendo di avere a proprio favore il braccio di colui che, contro il suo Spirito, può mandare all'inferno chi osa alzare la voce contro di lui.

 

 

PIETRO:

Il pentimento è necessario per la validità dell'assoluzione sacramentale, e implica il proposito di non peccare. Ma qui non c'è matematica, e ancora una volta devo ricordarvi che il confessionale non è una dogana. Non siamo padroni, ma umili amministratori dei Sacramenti che nutrono i fedeli, perché questi doni del Signore, più che reliquie da custodire, sono aiuti dello Spirito Santo alla vita delle persone.

 

CRYS:

Falso, lo Spirito Santo al Concilio di Trento ha detto chiaramente: senza giustizia non c'è perdono. Alla fine del secolo scorso Pietro lo ha confermato di nuovo:

“Senza restituzione non c'è giustizia, senza giustizia non c'è perdono”.

Il criminale deve rispondere alla giustizia del suo Regno.

Ho detto e ribadisco che Satana e i suoi fratelli nella guerra edenica cercarono, in quanto figli di Dio, di essere elevati al di sopra della giustizia del Regno, in modo da essere protetti da un'immunità divina dalla responsabilità dei loro atti. La risposta di Dio fu totale:

“MAI. Tutti i figli di Dio sono cittadini del Suo Regno; tutti i cittadini del Regno di Suo Figlio sono figli di Dio”.

Qualsiasi teologia che tenti di opporsi a questa Verità Eterna apre la porta attraverso la quale Satana è entrato e cammina verso l'Inferno al quale sono stati chiamati al bando coloro che all'inizio erano figli di Dio, una gloria che sembra loro poca cosa se non sono stati investiti del Potere degli dèi, almeno degli dèi così come si sono concepiti per essere dèi.

Certo, il confessionale non è una dogana, ma è quello che è stato per secoli. Il confessionale non è un covo di criminali in cui gli amanti del peccato si nascondono da Dio. Non è nemmeno una ragnatela in cui i confessori danno la caccia alle loro vittime, le divorano e con le loro assoluzioni alimentano i loro peccati per essere ben serviti con carne umana. Il perdono è nella Parola di Dio "Non ti condanno", e l'assoluzione nella sua Parola: "Va' e non peccare più". La riproduzione all'infinito della scena con cui Dio parla al Confessore e al Peccatore è un atto malvagio, con cui il Peccatore viene trascinato di nuovo davanti ai suoi giudici e il Confessore diventa parte del crimine. "Va' e non peccare più": non fate dell'Assoluzione una parodia, una presa in giro. Il pentimento consiste nell'obbedienza alla Parola di Dio: "Non peccare più". Dall'obbedienza deriva la Grazia della benedizione. Senza obbedienza non c'è né perdono né grazia. Se il peccatore vuole morire nel suo peccato, che muoia. La missione di Cristo non è quella di convertire il diavolo, ma di convertire gli uomini per liberarli dal diavolo.

Come se la Nuova Teologia e il suo padrino pontificio non volessero sentire nulla, perché hanno il potere di scomunicare a destra e a manca, potere contro il quale Dio non ha alcun potere di riparare, leggiamo:

 

 

 

 

PIETRO:

Ci sono molti modi di esprimere il pentimento. Spesso, in persone con un'autostima gravemente ferita, dichiararsi colpevoli è una tortura crudele, ma l'atto stesso di avvicinarsi alla confessione è un'espressione simbolica del pentimento e della ricerca dell'aiuto divino.

 

CRYS:

Chi nega che il peccato, commesso involontariamente contro Dio e contro gli uomini, in chi ama Dio e i suoi simili, generi angoscia? Il contrario sarebbe un'anomalia in coloro che hanno il dovere di essere santi e che, a causa dell'altezza della meta della vita, perdono il passo. Il figlio che si trova nel cuore della battaglia deve rispondere davanti ai servi di sua Madre dell'accusa di peccato contro la Legge del "Non uccidere"?

Non c'è nessuna legge di pentimento se non quella di non peccare di nuovo. Non ci sono modi sottili o gentili di assoluzione per un peccatore che vive felicemente nel suo peccato e pretende di essere degno della gloria di Colui che ha reso la vita nel peccato un abominio.  "Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Nati su un campo di guerra, essere feriti e gridare di rabbia si addice al guerriero degli eserciti del Re. Fare della guerra una scusa per vivere nel peccato è un crimine. Come nella guerra, il senso della guerra è farla finire il prima possibile, così il senso dell'Assoluzione sacramentale è far finire il peccatore di vivere nel suo peccato. Lacrime di coccodrillo, nessuna,

 

 

PIETRO:

Vorrei anche ricordare che “a volte è molto difficile per noi fare spazio nella pastorale all'amore incondizionato di Dio” (Amoris laetitia 311), ma dobbiamo impararlo. Seguendo San Giovanni Paolo II, sostengo che non si debbano pretendere dai fedeli propositi di emendamento troppo precisi e sicuri, che alla fine finiscono per essere astratti o addirittura egoistici, ma che anche la prevedibilità di una nuova caduta "non pregiudica l'autenticità del proposito" (San Giovanni Paolo II, Lettera al card. William W. Baum e ai partecipanti al corso annuale della Penitenzieria Apostolica, 22 marzo 1996, 5).

 

CRYS:

Siamo di nuovo alle solite. Il Padrino della Nuova Teologia, abituato a dialogare con i criminali in patria, crede di poter negoziare con il suo Divino Signore la coesistenza tra Cristo e il peccato. Invoca lo Spirito Santo in Giovanni Paolo II come chi chiama un morto al banco dei testimoni. L'Amore di Dio è incondizionato verso il peccatore? "Va' e non peccare più" o è reale, solido, fermo e chiaro condizionato? Capiamo che come non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere, non c'è peggior analfabeta di chi non vuole leggere.

 

 

PIETRO:

Infine, dovrebbe essere chiaro che tutte le condizioni che di solito vengono poste alla confessione non sono generalmente applicabili quando la persona si trova in una situazione di agonia, o con capacità mentali e psichiche molto limitate.

 

CRYS:

Un figlio di Dio non può ignorare che la nostra Santa Madre Chiesa vive nello spirito del suo Sposo, che cerca la salvezza di tutti gli uomini. Né può ignorare che la Verità che lo Spirito Santo ha manifestato come naturale alla condizione degli uomini soggetti alla Scienza del bene e del male, "non faccio il bene che voglio, ma il male che non cerco", è legge per ogni essere di carne e sangue, al cui Genere appartiene ogni servo di Dio, sia esso vescovo, diacono o Papa.

Se il sacerdote fosse santo grazie alla tonaca, la legge: "Siate santi come io sono santo", non avrebbe senso. La santità è un cammino, una lotta costante contro il diavolo, il mondo e la morte. Il servo di Cristo non può allontanarsi dalla Casa del suo Signore, costruita per la sua Sposa e Madre dei suoi figli in Dio. La Legge del suo Signore è eterna; la Teologia divina, la sua Eredità, è stata sigillata nei Concili universali. Una nuova teologia, come quella che questa nuova corrente interna alla chiesa vuole imporre, significa dichiarare Cristo nemico di Dio. L'unica risposta di Pietro alla santità non può che essere: VADE RETRO SATAN.

 

 

 

 

CONCLUSIONE

 

Il diavolo sa che questa è la sua battaglia finale. L'unico baluardo contro cui le sue forze si stanno schiantando è la Casa di Cristo. Per molti secoli ha tentato di sedersi sul trono di San Pietro. Il suo obiettivo è la distruzione di tutta la vita sulla Terra, una vittoria impossibile finché il Signore e la Sua Sposa vivranno nella Legge di Colui che ha creato per Suo Figlio un Regno in cui tutti gli esseri sono Cittadini, tutti soggetti alla Legge della Verità, della Giustizia e della Pace, e nessuno, né in Cielo né sulla Terra, nessuno in Cielo è al di fuori della Legge.

Il peccato è la porta attraverso la quale la morte entra nella creazione di Dio. Una porta che noi, figli di Dio, afferreremo, chiudendola in modo che nessuno possa riaprirla. Che cosa sia il peccato è definito dalla Legge divina. Non commettere atti impuri non è un consiglio, è il dovere di allontanarsi dal peccato; disobbedire alla Legge, giustificando il peccato nel peccatore sulla base di una misericordia che si riversa perfettamente nell'obbedienza, significa rifiutare il giudizio divino: va' e non peccare più. Finché non si produce questa obbedienza non ci può essere benedizione. Quando il peccatore vuole rimanere nel peccato sotto l'armatura di una Misericordia sacramentale che annulla la Parola del Signore, colui che benedice è colpevole agli occhi del Giudice divino quanto colui che pecca. Infatti, chi benedice, contro Dio, scagiona il peccatore dai suoi futuri peccati. L'assoluzione del reato contro le leggi civili da parte del sacerdote, in risposta a un pentimento che lo libera dalla pena dovuta al suo crimine, rende la Chiesa co-protagonista del reato.

La Chiesa, la Casa fondata da Dio, è il Corpo di Cristo, e come tale il sacerdote è generato nell'uomo a immagine e somiglianza del suo Sommo Sacerdote, Gesù.

L'apertura delle donne al sacerdozio, l'idea stessa di discuterne, è una sfida a Dio, il Padre della Chiesa cattolica. Il fondamento di GESÙ CRISTO è perfetto, l'invincibilità dimostrata nei duemila anni di storia universale del cristianesimo.  Non è Dio che deve modernizzare la sua Sapienza, che rende i bambini adatti a capire il suo Amore; è l'uomo che deve rifiutare ogni teologia che rende i suoi servi degli dei in mezzo al mondo.

Ogni servo è soggetto al Contratto. Non è il Trono di San Pietro che viene infangato dai suoi successori; il Trono di Pietro è mantenuto dalla Volontà di Dio; ma il servo che rompe il Contratto che lo lega a servire il suo Signore secondo la Legge di Dio, quel servo rompe il suo Contratto e deve rispondere davanti a Dio dei suoi crimini, come si vedrà al Giudizio Universale, quando ogni uomo sarà chiamato a rispondere delle sue azioni, parole e pensieri davanti al Signore dell'Eternità.

Chi crede che la sua tonaca lo protegga dal suo Signore ha perso il senno. La Parola di Dio è ferma: “Via da me, maledetti del Padre mio, non vi ho mai conosciuti”. Ora, chi vuole sfidare Dio a condannarlo contro la Parola di Suo Figlio: “Chi crede in me non è giudicato”, proprio perché usa questa Benedizione per maledire con le sue azioni, con le parole e con i pensieri, il Nome di Dio tra coloro che hanno bisogno di conoscere la Salvezza, lo faccia.

È anche scritto: “Maledetto chi si volge indietro”, parlando di coloro che, ritenendo troppo crudele il Giudizio contro Satana e i suoi servitori, chinano il capo lamentandosi del Giudizio.

Non c'è nessuna alleanza tra la luce e le tenebre, nessun tipo di alleanza tra i figli del Re dell'Inferno e i figli del Re del Cielo. La Chiesa è eterna fin dal suo inizio. Se il peccatore non corregge la sua condotta, la sua anima è sulla sua testa. Se corregge la sua condotta, il Signore e la Sua Chiesa hanno le braccia aperte per benedirlo e dargli forza.

La donna non appartiene e non può appartenere al corpo sacerdotale cattolico.

Questa è la dottrina dello Spirito Santo fin dalla nascita della Chiesa.

 

LA VERITÀ GENERERÀ LA GIUSTIZIA

E

IL FRUTTO DELLA GIUSTIZIA SARÀ LA PACE.